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01 marzo 2025

Vincere la pace con Trump e Vance o perdere la guerra con Zelensky

Comunque la si pensi sulla operazione militare speciale in Ucraina della Russia (e personalmente credo che MAI avremmo dovuto rinunciare al gas russo, subendo le bollette che stiamo pagando oggi) ieri è andata in scena in mondovisione la prima, trasparente riunione tra capi di stato.

Eravamo abituati a quei comunicati ipocriti che parlavano di "franco scambio di vedute" e abbiamo potuto invece assistere ad un confronto senza fronzoli, in cui Trump e Vance hanno detto a Zelensky quello che molti di noi avrebbero voluto dirgli da tempo (e anche con meno eleganza).

Abbiamo sperperato denaro per tre anni per supportare quello che, sin dall'inizio, molti di noi vedevano come un comico fallito, regalando la Russia alla Cina, solo perchè una consorteria di affaristi in combutta con le lobbies di chi vuole veder deragliare la Civiltà Occidentale, ha provato ad eliminare dal gioco un baluardo della Tradizione: la Russia.

Ma abbiamo anche visto un qualcosa che pochi commentatori (e solo di sfuggita) hanno rilevato: il dopo Trump è in mani sicure.

Il Vicepresidente Vance ha una presenza sulla scena internazionale come mai un vicepresidente ha avuto in precedenza e lo ha dimostrato non solo ieri con Zelensky, ma anche a Monaco con un discorso che si può sottoscrivere in ogni passaggio.

E' certo che l'America che si è svegliata non piaccia ai parrucconi di una unione europea in cui ognuno cerca di acquisire posizioni di vantaggio, senza Valori nè Ideali, a scapito dei propri vicini, alla faccia delle parole di facciata.

Difficile sarà il compito della Meloni, domani e Londra e il 6 a Bruxelles, per svolgere quel ruolo da ponte che la sua vicinanza a Trump le ha consegnato, pur nella appartenenza dell'Italia all'unione europea.

Difficile anche perchè da un lato subirà le pressioni del Quirinale, da tempo schierato con i falchi da guerra antirussi, dall'altra credo sappia perfettamente che gran parte, se non tutto, il suo elettorato è, sin dall'inizio, orientato più a favore di Putin che di Zelensky.

Con questa vicenda, abbiamo visto come il pacifismo millantato dalla sinistra, si dissolva come neve al sole alla prima occasione in cui i suoi referenti internazionali cambino registro e sostengano le operazioni militari.

Biancaneve e i sette nani, infatti, si sono subito schierati con Zelensky, cioè a favore di chi lo sostiene per continuare una guerra che, oltre a provocare centinaia di migliaia di vittime tra russi e ucraini, allontana la Russia dall'Occidente e allontana i rifornimenti di materie prime della Russia dall'Occidente, impoverendo tutti noi, con bollette energetiche insostenibili nel lungo periodo.

Ma Trump e Vance ci hanno ieri dimostrato che l'America si è svegliata ed è tornata in campo per giocare e non più per subire.

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