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No alla deriva

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14 agosto 2025

Rivedere il limite dei 14 anni per la punibilità

Contrariamente a quanto suggerirebbe la logica, considerata l'immaturità manifesta, l'allungamento della vita, il rallentamento dell'apprendimento, dell'ingresso nel mondo del lavoro, l'abolizione del servizio militare obbligatorio e tanti altri fattori che ci dicono come un trentenne, oggi, abbia la maturità di un ventenne degli anni Sessanta e Settanta, per non dire dei nostri Nonni che affrontavano la vita sin dalla più giovane età, acquisendone esperienza, si sono abbassati vari limiti di età per conseguire un diritto, come per il voto attivo e passivo.

Unica eccezione, pienamente condivisibile, la guida degli autoveicoli.

Se ne era parlato già in passato, ma poi tutto è andato in cavalleria e, dopo l'omicidio perpetrato da quattro bambini rom tra gli 11 ed i 13 anni a Milano, in cui è morta una signora di 71 anni, Cecilia De Astis, credo debba riproporsi il tema della punibilità dei minori di 14 anni.

La capacità di delinquere di un minore di 14 anni non solo non è inferiore a quella, ad esempio, di un sedicenne, ma confida anche su due elementi aggiuntivi: la sfrontatezza che deriva dalla consapevolezza di non pagare dazio e il gusto del "fare qualcosa da adulti" che spinge sempre i più giovani.

Nel Regno Unito e negli Stati Uniti, dove la criminalità minorile è una piaga anche per le numerose comunità estranee alla tradizione civile delle due nazioni, l'età della punibilità varia, negli Stati Uniti, tra i 6 e i 12 anni a seconda dello stato, mentre nel Regno Uniti è stata recentemente fissata in 10 anni in Inghilterra e Galles e in 12 in Scozia.

Insomma, per tutti età inferiori a quella italiana e, come in Italia, con un occhio di riguardo a pene riabilitanti, lasciando la detenzione come ultima ratio.

Anche alla luce, quindi, dei fatti di cronaca quotidiani che vedono come protagonisti minori di 14 anni, che si atteggiano e agiscono come vere e proprie bande criminali, non solo nei confronti dei loro coetanei, ma anche verso adulti contro i quali fanno valere la legge del numero e del branco, credo che un provvedimento che sposti almeno ai 10 anni la soglia di punibilità debba essere assunto con urgenza.

Simili fenomeni, infatti, dilagheranno se non saranno adeguatamente contrastati, non solo con la "comprensione" e ancor meno con aleatorie politiche di "inclusione", ma con una determinazione che mostri, finalmente, uno stato dal volto severo, ma giusto anche e soprattutto verso le vittime dei crimini dei minorenni.

Rieducazione non vuol dire lasciarli andare dopo un predicozzo noioso e senza prospettive, ma costringerli a prendere atto del male fatto, comprenderlo ed espiarlo con un servizio per la comunità, a cominciare dalle loro vittime e dai loro famigliari. 

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