Un post ucronico dedicato a chi non ha memoria e si riduce a pasdaran di una falsa purezza ideologica.
Il 28 marzo 1994, nella generale sorpresa, Silvio Berlusconi vince le elezioni politiche e forma il suo primo governo con Alleanza Nazionale e Lega.
Nel corso dei mesi si scatena una durissima opposizione di piazza che, facendo leva anche sulle insofferenze leghiste, portano ad un ribaltone a dicembre.
Silvio Berlusconi si dimette e, invece di convocare nuove elezioni, il presidente della repubblica Oscar Luigi Scalfaro affida l’incarico a Lamberto Dini, già ministro del tesoro con Berlusconi, che porta avanti la legislatura, fino alle elezioni del 21 aprile 1996 dove la Lega corre da sola e l’Ulivo di Prodi riesce a conquistare la maggioranza dei seggi, pur prendendo meno voti del Polo di Berlusconi.
Decisivi furono una sessantina di seggi del maggioritario persi dal Polo nel centro sud per aver rifiutato ogni alleanza con la Fiamma Tricolore allora guidata da Pino Rauti, nata da una scissione in Alleanza Nazionale.
Ma cosa sarebbe accaduto se …
A gennaio 1996, finalmente, Scalfaro decide di sciogliere il parlamento e indice nuove elezioni per il 21 aprile dello stesso anno.
Cominciano, frenetiche, le consultazioni per la formazione delle liste e, soprattutto, delle candidature e degli apparentamenti nei 475 collegi uninominali.
Gianfranco Fini non vuole alcuna alleanza con Pino Rauti che gli aveva contestato la svolta di Fiuggi.
Silvio Berlusconi, però, riesce a convincerlo a desistere dalle sue posizioni, che già avevano fatto perdere l’alleanza con la Lega di Bossi che corre da sola, e in cambio di 10 collegi (7 alla camera e 3 al senato) la Fiamma Tricolore entra nel Polo delle Libertà.
Il 21 aprile si vota.
La Lega ottiene un successo straordinario raggiungendo il 10% dei voti di lista, ma ottenendo appena 30 deputati e 20 senatori a causa della mancata aggregazione in uno dei due poli.
Il Polo delle Libertà vince tuttavia le elezioni grazie a 57 seggi uninominali che riesce a conquistare con il voto determinante di Fiamma Tricolore.
Berlusconi si mette subito all’opera e costituisce il suo secondo governo che giura nelle mani di uno Scalfaro, schiumante rabbia, il 19 maggio.
Entro la metà di giugno il Governo ottiene la fiducia e presenta le sue riforme:
- pensioni
- mercato del lavoro
- giustizia
- riduzione delle tasse
- sicurezza interna
- immigrazione
- grandi opere
- scuola
- università.
La maggioranza è solida e ben presto si unisce ad essa anche la Lega che ottiene l’inizio del processo di riforma costituzionale.
In politica estera si tratta per l’euro e Berlusconi, forte di una maggioranza compatta, rifiuta il diktat francotedesco e resta fuori dall’euro come la Gran Bretagna.
Telekom Serbia non viene acquisita da nessuno e il dittatore serbo Milosevic non ottiene i finanziamenti necessari a proseguire nella sua avventura e, dimettendosi, apre una stagione di pacifica transizione alla democrazia.
Berlusconi riduce le tasse e adotta un sistema proporzionale uguale per tutti con detrazioni per le situazioni disagiate e le famiglie numerose.
L’immigrazione, in presenza di una legge rigida che modifica la fallimentare legge Martelli, viene dirottata sulle coste spagnole e francesi, dove i rispettivi ordinano il respingimento dei barconi.
L’inizio della crisi economica mondiale (1999) trova l’Italia in salute, con un programma avviato di infrastrutture e il pieno controllo sulla propria moneta.
Francia e Germania cominciano a risentire delle conseguenze della moneta unica, mentre Gran Bretagna e Italia vedono crescere il loro PIL.
Italia e Gran Bretagna diventano le nazioni guida dell’europa e si ridiscute la scelta di Maastricht e dell’euro.
Nel 1999 scade il mandato di Scalfaro e viene eletto Antonio Martino al Quirinale.
Nel 2001 gli Italiani riconfermano la maggioranza a Berlusconi.
La rinuncia ai particolarismi e l’allargamento del perimetro del Polo delle Libertà avrebbe fatto guadagnare 5 anni all’Italia, allontanando il comitato d’affari che domina la sinistra.
Il 28 marzo 1994, nella generale sorpresa, Silvio Berlusconi vince le elezioni politiche e forma il suo primo governo con Alleanza Nazionale e Lega.
Nel corso dei mesi si scatena una durissima opposizione di piazza che, facendo leva anche sulle insofferenze leghiste, portano ad un ribaltone a dicembre.
Silvio Berlusconi si dimette e, invece di convocare nuove elezioni, il presidente della repubblica Oscar Luigi Scalfaro affida l’incarico a Lamberto Dini, già ministro del tesoro con Berlusconi, che porta avanti la legislatura, fino alle elezioni del 21 aprile 1996 dove la Lega corre da sola e l’Ulivo di Prodi riesce a conquistare la maggioranza dei seggi, pur prendendo meno voti del Polo di Berlusconi.
Decisivi furono una sessantina di seggi del maggioritario persi dal Polo nel centro sud per aver rifiutato ogni alleanza con la Fiamma Tricolore allora guidata da Pino Rauti, nata da una scissione in Alleanza Nazionale.
Ma cosa sarebbe accaduto se …
A gennaio 1996, finalmente, Scalfaro decide di sciogliere il parlamento e indice nuove elezioni per il 21 aprile dello stesso anno.
Cominciano, frenetiche, le consultazioni per la formazione delle liste e, soprattutto, delle candidature e degli apparentamenti nei 475 collegi uninominali.
Gianfranco Fini non vuole alcuna alleanza con Pino Rauti che gli aveva contestato la svolta di Fiuggi.
Silvio Berlusconi, però, riesce a convincerlo a desistere dalle sue posizioni, che già avevano fatto perdere l’alleanza con la Lega di Bossi che corre da sola, e in cambio di 10 collegi (7 alla camera e 3 al senato) la Fiamma Tricolore entra nel Polo delle Libertà.
Il 21 aprile si vota.
La Lega ottiene un successo straordinario raggiungendo il 10% dei voti di lista, ma ottenendo appena 30 deputati e 20 senatori a causa della mancata aggregazione in uno dei due poli.
Il Polo delle Libertà vince tuttavia le elezioni grazie a 57 seggi uninominali che riesce a conquistare con il voto determinante di Fiamma Tricolore.
Berlusconi si mette subito all’opera e costituisce il suo secondo governo che giura nelle mani di uno Scalfaro, schiumante rabbia, il 19 maggio.
Entro la metà di giugno il Governo ottiene la fiducia e presenta le sue riforme:
- pensioni
- mercato del lavoro
- giustizia
- riduzione delle tasse
- sicurezza interna
- immigrazione
- grandi opere
- scuola
- università.
La maggioranza è solida e ben presto si unisce ad essa anche la Lega che ottiene l’inizio del processo di riforma costituzionale.
In politica estera si tratta per l’euro e Berlusconi, forte di una maggioranza compatta, rifiuta il diktat francotedesco e resta fuori dall’euro come la Gran Bretagna.
Telekom Serbia non viene acquisita da nessuno e il dittatore serbo Milosevic non ottiene i finanziamenti necessari a proseguire nella sua avventura e, dimettendosi, apre una stagione di pacifica transizione alla democrazia.
Berlusconi riduce le tasse e adotta un sistema proporzionale uguale per tutti con detrazioni per le situazioni disagiate e le famiglie numerose.
L’immigrazione, in presenza di una legge rigida che modifica la fallimentare legge Martelli, viene dirottata sulle coste spagnole e francesi, dove i rispettivi ordinano il respingimento dei barconi.
L’inizio della crisi economica mondiale (1999) trova l’Italia in salute, con un programma avviato di infrastrutture e il pieno controllo sulla propria moneta.
Francia e Germania cominciano a risentire delle conseguenze della moneta unica, mentre Gran Bretagna e Italia vedono crescere il loro PIL.
Italia e Gran Bretagna diventano le nazioni guida dell’europa e si ridiscute la scelta di Maastricht e dell’euro.
Nel 1999 scade il mandato di Scalfaro e viene eletto Antonio Martino al Quirinale.
Nel 2001 gli Italiani riconfermano la maggioranza a Berlusconi.
La rinuncia ai particolarismi e l’allargamento del perimetro del Polo delle Libertà avrebbe fatto guadagnare 5 anni all’Italia, allontanando il comitato d’affari che domina la sinistra.
La Storia insegna ... sempre !
What if … ?
3 commenti:
Queste ricostruzioni fantapolitiche purtroppo rimangono solo un bel sogno.
Vorrebbe essere qualcosa in più di un sogno: un "post it" per chi pensa di poter escludere qualcuno e poi vincere da solo ... ;-)
Un post it per Fini non certo per Berlusconi, la scelta di allora fu una ripicca da primo della classe del leader di AN.
Hai visto il Cavaliere ieri sera? Grande performance, cose d'altri tempi.
Ciao
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