Non era mia intenzione affrontare la “questione Mastella”, soprattutto dopo che due cari amici appartenenti al Gruppo Il Castello e Triares hanno ripetutamente preso una chiarissima posizione nei confronti del discusso ministro (temporaneo) della giustizia.
Ma il bombardamento che questo signore pinguescente di Ceppaloni sta subendo da un po’ tutte le parti, anche da blog di Centro Destra che dovrebbero avere – vista l’esperienza subita sulla pelle del proprio Leader – il culto del secondo comma dell’articolo 27 della costituzione (nata, come da liturgia, dalla gloriosa resistenza antifascista bla … bla … bla …) mi induce ad esporre una tesi controcorrente, già riassunta nel titolo del post.
Mastella non l’ho mai votato, lo rammento fido scudiero di De Mita, poi come uno dei dioscuri CCD (l’altro era Casini), quindi in proprio dopo essersi liberato anche della tutela di Cossiga.
La sua politica non è la mia politica, né nei contenuti, né nei modi.
Però a Mastella riconosco una scelta controcorrente fatta nel 1994, quando tutti si accucciavano sotto la quercia di Ochetto o cercavano riparo dietro il cipresso di Martinazzoli, Mastella e Casini ebbero … coraggio, incoscienza, scommessa, intuizione, fate voi, per scegliere il Centro Destra e Berlusconi.
Poi Mastella passò dall’altra parte e, contrariamente a quanto tutti si aspettavano, rimase all’opposizione anche durante i cinque anni di Governo Berlusconi.
Si candidò alle primarie della sinistra e arrivò terzo, superando Di Pietro e dimostrando di poter contare anche su dei voti solidi.
Logico che in una situazione in cui i suoi 4 senatori sono determinanti, sia stato premiato con un ministero di primaria importanza.
Dal quale ha compiuto delle aberrazioni politiche: l’indulto (votato purtroppo anche da parte del Centro Destra) e il suo famigerato disegno di legge che, se approvato, imbavaglierebbe chi non ragiona secondo il pensiero politicamente corretto.
Ha realizzato una autentica controriforma della giustizia impedendo il dispiegarsi degli effetti della Riforma Castelli che avrebbero imposto criteri più severi per l’esercizio della magistratura (e la legge del contrappasso adesso lo punisce).
Ma queste sono tutte contestazioni politiche che provengono da uno di Destra come me.
Per degli episodi, tutto sommato secondari, Mastella è stato posto sulla graticola, cucinato a dovere da quel gran cuoco della di propaganda che è Santoro, sulla cui obiettività credo che nessuno nel Centro Destra possa spendere una parola di favore.
Un disegno, quello di Santoro, talmente evidente che, come tutte le cose sotto gli occhi di tutti, non è stato visto.
Mastella è l’agnello sacrificale, dato in pasto a grillini (da Beppe Grillo) e stelline (da Gian Antonio Stella …) varie che hanno suscitato gli appetiti giacobini del popolino parlando di “casta” dei politici, per cui qualcuno deve essere dato in pasto ai leoni per essere sbranato.
E poiché non si possono consegnare i pezzi da novanta della sinistra (si arriverebbe troppo in alto, probabilmente) ecco che Mastella rappresenta il sacrificio ideale: ex democristiano, cattolico anti dico, già ministro di Berlusconi nel 1994, meridionale (così anche i leghisti possono partecipare al banchetto) , ostile all’estrema sinistra, in odor di berlusconizzazione.
In più mettiamoci anche il messaggio che gli viene lanciato: adesso che stai con noi devi sopportare tutta questa aggressività, figurati se passi dall’altra parte.
Il silenzio degli “alleati” di governo è sintomatico, come lo sono alcune prese di posizioni giustamente garantiste di esponenti di Forza Italia.
Poi, parliamoci francamente: quanta fiducia possiamo avere nelle inchieste che coinvolgono politici ?
Quante sono finite con un nulla di fatto, costruite su teoremi, fumo senza arrosto ?
Per quale ragione dovremmo ancora considerare un fatto grave l’iniziativa di iscrizione nel registro degli indagati visti i precedenti ?
Solo perché Mastella non ci piace ?
Perché vogliamo comunque sfogare la nostra rabbia contro “la casta” ?
Non mi sembrano motivazioni serie.
Tanto più che si dovrebbe apprezzare Mastella per la sua reazione, la sua capacità di rispondere a muso duro ad un Di Pietro che non è titolato ad impartire lezioni, visto che continua ad essere ministro nel governo Prodi, assieme a Mastella.
Abbiamo contestato la scelta di indagare Storace per aver espresso delle legittime opinioni su Napolitano, plaudendo alla sua caparbietà nel rispondere all’aggressione che gli è stata portata, perché dovremmo negare analogo diritto (ed apprezzamento) a Mastella ?
E parlando di Storace è deludente quello che si legge nei commenti al suo blog con un autocompiacimento nell’attaccare proprio il più debole (Mastella) creando nei suoi confronti quella odiosa conventio ad excludendum che proprio chi proviene dall’esperienza della Destra dovrebbe aborrire.
Leggere “mai con Mastella” è miopia politica.
Io dico: ben vengano Mastella, Dini, Di Pietro, Tilgher, la Mussolini, Fiore, Romagnoli, la Svp, se sarà utile a tenere in condizioni da non nuocere più – per lungo tempo a venire – i vari D’alema, Prodi, Fassino, Veltroni, Rutelli, Bindi, Castagnetti, Letta (la copia, non l’originale), Diliberto, Napolitano, Bertinotti, Marini, Pannella, Bonino, Pecoraro … e l’elenco potrebbe continuare a lungo.
Ben vengano perché la politica è l’arte del possibile e in questo “possibile” rientra la opportunità di creare maggioranza, con chi ci sta, con chi vuole percorrere anche solo un tratto di strada assieme a noi.
Ed è il contrario della buona politica, creare esclusioni aprioristiche nei confronti di chi potrebbe essere determinante per chiudere una esperienza, quella dell’attuale legislatura, nata tra i dubbi mai dissipati degli scrutini della notte tra il 10 e l’11 aprile 2006 e vissuta in modo travagliato e sicuramente contrario agli interessi dell’Italia e degli Italiani.
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Ma il bombardamento che questo signore pinguescente di Ceppaloni sta subendo da un po’ tutte le parti, anche da blog di Centro Destra che dovrebbero avere – vista l’esperienza subita sulla pelle del proprio Leader – il culto del secondo comma dell’articolo 27 della costituzione (nata, come da liturgia, dalla gloriosa resistenza antifascista bla … bla … bla …) mi induce ad esporre una tesi controcorrente, già riassunta nel titolo del post.
Mastella non l’ho mai votato, lo rammento fido scudiero di De Mita, poi come uno dei dioscuri CCD (l’altro era Casini), quindi in proprio dopo essersi liberato anche della tutela di Cossiga.
La sua politica non è la mia politica, né nei contenuti, né nei modi.
Però a Mastella riconosco una scelta controcorrente fatta nel 1994, quando tutti si accucciavano sotto la quercia di Ochetto o cercavano riparo dietro il cipresso di Martinazzoli, Mastella e Casini ebbero … coraggio, incoscienza, scommessa, intuizione, fate voi, per scegliere il Centro Destra e Berlusconi.
Poi Mastella passò dall’altra parte e, contrariamente a quanto tutti si aspettavano, rimase all’opposizione anche durante i cinque anni di Governo Berlusconi.
Si candidò alle primarie della sinistra e arrivò terzo, superando Di Pietro e dimostrando di poter contare anche su dei voti solidi.
Logico che in una situazione in cui i suoi 4 senatori sono determinanti, sia stato premiato con un ministero di primaria importanza.
Dal quale ha compiuto delle aberrazioni politiche: l’indulto (votato purtroppo anche da parte del Centro Destra) e il suo famigerato disegno di legge che, se approvato, imbavaglierebbe chi non ragiona secondo il pensiero politicamente corretto.
Ha realizzato una autentica controriforma della giustizia impedendo il dispiegarsi degli effetti della Riforma Castelli che avrebbero imposto criteri più severi per l’esercizio della magistratura (e la legge del contrappasso adesso lo punisce).
Ma queste sono tutte contestazioni politiche che provengono da uno di Destra come me.
Per degli episodi, tutto sommato secondari, Mastella è stato posto sulla graticola, cucinato a dovere da quel gran cuoco della di propaganda che è Santoro, sulla cui obiettività credo che nessuno nel Centro Destra possa spendere una parola di favore.
Un disegno, quello di Santoro, talmente evidente che, come tutte le cose sotto gli occhi di tutti, non è stato visto.
Mastella è l’agnello sacrificale, dato in pasto a grillini (da Beppe Grillo) e stelline (da Gian Antonio Stella …) varie che hanno suscitato gli appetiti giacobini del popolino parlando di “casta” dei politici, per cui qualcuno deve essere dato in pasto ai leoni per essere sbranato.
E poiché non si possono consegnare i pezzi da novanta della sinistra (si arriverebbe troppo in alto, probabilmente) ecco che Mastella rappresenta il sacrificio ideale: ex democristiano, cattolico anti dico, già ministro di Berlusconi nel 1994, meridionale (così anche i leghisti possono partecipare al banchetto) , ostile all’estrema sinistra, in odor di berlusconizzazione.
In più mettiamoci anche il messaggio che gli viene lanciato: adesso che stai con noi devi sopportare tutta questa aggressività, figurati se passi dall’altra parte.
Il silenzio degli “alleati” di governo è sintomatico, come lo sono alcune prese di posizioni giustamente garantiste di esponenti di Forza Italia.
Poi, parliamoci francamente: quanta fiducia possiamo avere nelle inchieste che coinvolgono politici ?
Quante sono finite con un nulla di fatto, costruite su teoremi, fumo senza arrosto ?
Per quale ragione dovremmo ancora considerare un fatto grave l’iniziativa di iscrizione nel registro degli indagati visti i precedenti ?
Solo perché Mastella non ci piace ?
Perché vogliamo comunque sfogare la nostra rabbia contro “la casta” ?
Non mi sembrano motivazioni serie.
Tanto più che si dovrebbe apprezzare Mastella per la sua reazione, la sua capacità di rispondere a muso duro ad un Di Pietro che non è titolato ad impartire lezioni, visto che continua ad essere ministro nel governo Prodi, assieme a Mastella.
Abbiamo contestato la scelta di indagare Storace per aver espresso delle legittime opinioni su Napolitano, plaudendo alla sua caparbietà nel rispondere all’aggressione che gli è stata portata, perché dovremmo negare analogo diritto (ed apprezzamento) a Mastella ?
E parlando di Storace è deludente quello che si legge nei commenti al suo blog con un autocompiacimento nell’attaccare proprio il più debole (Mastella) creando nei suoi confronti quella odiosa conventio ad excludendum che proprio chi proviene dall’esperienza della Destra dovrebbe aborrire.
Leggere “mai con Mastella” è miopia politica.
Io dico: ben vengano Mastella, Dini, Di Pietro, Tilgher, la Mussolini, Fiore, Romagnoli, la Svp, se sarà utile a tenere in condizioni da non nuocere più – per lungo tempo a venire – i vari D’alema, Prodi, Fassino, Veltroni, Rutelli, Bindi, Castagnetti, Letta (la copia, non l’originale), Diliberto, Napolitano, Bertinotti, Marini, Pannella, Bonino, Pecoraro … e l’elenco potrebbe continuare a lungo.
Ben vengano perché la politica è l’arte del possibile e in questo “possibile” rientra la opportunità di creare maggioranza, con chi ci sta, con chi vuole percorrere anche solo un tratto di strada assieme a noi.
Ed è il contrario della buona politica, creare esclusioni aprioristiche nei confronti di chi potrebbe essere determinante per chiudere una esperienza, quella dell’attuale legislatura, nata tra i dubbi mai dissipati degli scrutini della notte tra il 10 e l’11 aprile 2006 e vissuta in modo travagliato e sicuramente contrario agli interessi dell’Italia e degli Italiani.
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10 commenti:
Mastella prende i voti dei mafiosi, punto.
E' un luogo comune. Dicono così anche dei nostri.
Mastella, come i nostri, come chiunque altro, prende i voti di cittadini che scelgono di votarlo.
Si possono criticare, non demonizzare.
Questa volta ti seguo solo a metà. Tutto vero quel che scrivi che Mastella ha le carte in regola per fare "l'agnello sacrificale della sinistra" (cattolico, ex Dc, anti-Dico e antigay), ma la "mastellata antinegazionista" fatta rispolverando la fascistissima legge Mancino sui reati d'opinione, è davvero imperdonabile. E ci porterà dritto dritto al mandato d'arresto europeo. Inoltre Clemente ha fatto la controriforma contro il provvedimento Castelli, che vietava ai magistrati le comparsate in tv e le "gole profonde" con le redazioni dei giornali. Mastella è stato troppo servo dei magistrati, per questo lo hanno schiacciato. Se c'è una cosa che insegna TUTTA la storia del comunismo (sono comunisti anche i giudici) è che distrugge tutti i suoi alleati del fronte a cui appartengono. Prima se ne servono. POi li sterminano. E' così che è sempre andata...Mastella è stato fesso e coglione (gliel'ha detto anche Cossiga). Non si fanno i dissidenti "interni" con 'sta gente. Sennò si finisce nel gulag.
Allora, Nessie, mi segui in toto, perchè del ddl contro la libertà di pensiero e parola e della controriforma della giustizia ne ho scritto, aggiungendo che i suoi guai sono un agiusta applicazione della legge del contrappasso :-)
Proprio per tali motivi credo che sarebbe oltremodo apprezzabile, oltre che utile, un suo "ravvedimento operoso" che portandolo nella CdL ponga termine alla disastrosa esperienza Prodi & Co.
Ti assicuro, Massimo, che non l'ho scritto per sentito dire. Nella scala dei miei nemici che distruggono la mia terra i mafiosi vengono prima dei comunisti.
Piedone sono convintissimo che tu creda a quel che affermi, però è la classica accusa che i comunisti hanno affibbiato prima ai democristiani e poi a Berlusconi.
Comprendo anche l'amore per la tua terra, che appartiene per la mia terra anche a me, ma c'è anche l'amore per la libertà che mi induce a non prestare fede a tutto quel che viene presentato e che faccia il gioco dei comunisti.
perfino il Papa NON FA INGERENZA se parla di precarietà......
le tue argomentazioni sono ragionevoli, rimane il fatto che Mastella è un parassita opportunista che va dove tira il vento
Credo fosse F.D. Roosevelt che parlando di Somoza disse: "è un figlio di p., ma è il nostro figlio di p. ".
A buon intenditor ... ;-)
Condivido sul tuo pensiero finale.
Ben vengano i Mastella e i Di Pietro, che noi critichiamo, anche duramente, se alla fine il risultato sarà quello di liberarci dal giogo di chi ci vuol governare contro la nostra più totale contrarietà, dai vari Bertinotti, Diliberto, Pecoraro, Pannella, ecc.ecc. Se hanno le smanie di governare, che governino i loro adepti. Io non li riconosco nel modo più assoluto: alla larga da me, da noi!!! Vorrei lo gridassimo in coro. Il sopportare questa gente, non è più democrazia!!! A rappresentare il 50% degli italiani, non c'è nessuno di loro gradimento, in questo governo. E' sopportabile una simile situazione?
Per quanto riguarda Santoro, può incantare solo i gonzi. Appena uno comincia a capire qualcosa di politica, di Santoro e dei suoi programmi se ne fa un bafo. Ormai lo abbiamo inquadrato, e detto tutto di lui.
Marshall
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