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17 marzo 2008

La Destra, un voto "per"

Sabato Berlusconi si è nuovamente esibito in un appello a quello che lui chiama il “voto utile”.
Veltroni lo segue a ruota sul versante di sinistra.
E’ il classico “voto contro”, quello che da 60 anni ha ridotto la nostra Italia ai guai odierni.
Abbiamo votato “contro” i comunisti e “contro” i democristiani.
Poi abbiamo votato “contro” Berlusconi e “contro” Prodi.
Adesso i finti duellanti si sono accordati per spartirsi la torta e propongono il voto “contro” i piccoli, o presunti tali, partiti.
La Destra/Fiamma Tricolore, invece, è un voto “per”.
Per una Italia che vorremmo vedere e che non c’è.
Per una chiarezza nelle impostazioni e nelle differenze con i competitors della politica italiana.
Per un modello di società che sia conforme alle esigenze di una nazione moderna, senza rinunciare ai Valori fondanti di una civiltà, della nostra Civiltà.
Il voto “contro” proposto da Veltrusconi è la prosecuzione, con altro sistema, della vecchia politica.
Il voto “per” che propone Daniela Santanchè è una visione della società, moderna e proiettata verso il futuro.
Come negare che sia così, infatti, quando mentre nel pdl e nel pci/pds/ds/pd si è messo il bavaglio ai temi etici, La Destra/Fiamma Tricolore ha confermato e per bocca del suo candidato Premier ribadisce ad ogni occasione, la sua ferma scelta per quei Valori tradizionali che si fondano sulle radici Romane e Cristiane e sul Diritto Naturale che, tradotto in soldoni, significa aiuto alla famiglia composta da un uomo e una donna, senza fughe onaniste per altre composizioni.
Come negarlo, quando l’unico candidato Premier che si è espresso per il boicottaggio dei giochi olimpici cinesi è Daniela Santanchè, de La Destra/Fiamma Tricolore, mentre tutti gli altri non sono andati oltre alla generica condanna delle violenze.
Come negarlo, quando l’unico candidato Premier che ha preso di punta la questione dei clandestini è Daniela Santanchè, de La Destra/Fiamma Tricolore, mentre il silenzio dalle altre parti è pericolosamente assordante e inquietante per quel che potrebbero decidere nel dopo elezioni.
Come negarlo quando l’unico candidato Premier che ha assunto una chiara posizione sulla questione delle moschee e delle predicazioni degli imam è Daniela Santanchè, de La Destra/Fiamma Tricolore, mentre gli altri tacciono e guardano altrove.
Qualcuno obietterà: la Lega dice le stesse cose.
Vero.
Calderoli ha chiesto il boicottaggio delle olimpiadi cinesi.
La Lega ha attivato una azione contro le moschee.
Ma quanto potrà pesare la Lega ?
La Lega avrà una quarantina di seggi dei 340 che spetteranno al Pdl se vincerà le elezioni.
In sostanza, la Lega, se “romperà”, potrà essere sostituita, in qualsiasi momento, da un qualunque gruppo parlamentare che, per essere costituito, avrà bisogno di almeno 20 deputati (e chi supererà il 4% avrà almeno 25 deputati).
Come potrà opporsi la Lega alla politica di un Fini che vuole concedere il voto agli immigrati e insegnare il corano nelle scuole (altri temi sui quali Daniela Santanchè si è espressa senza nascondersi) quando il rapporto sarà di 84 seggi a Fini e 40 alla Lega ?
Quando i primi saranno determinanti e i secondo potranno essere sostituiti ?
Ecco che torniamo al tema iniziale.
Votare “contro” non porta a nulla se non ad una consorteria di potere, finalizzata unicamente a spartirsi i benefit del governo.
Votare “per” significa votare per una società ben definita e ordinata, come propone La Destra/Fiamma Tricolore.
Questo è l’unico voto utile che sia veramente tale.

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2 commenti:

Nessie ha detto...

Supponiamo, caro Massimo, che la Destra prenda un buon 2,4% (e io glielo auguro pure). Ma poi che ne farà di questa percentuale?
Temo che in qualche modo dovrà apparentarsi...

Massimo ha detto...

Qualunque percentuale si prenda (e credo sarà ben superiore al 2,4%) sarà utilizzata per dare voce ad una comunità, quella che si ritrova nelle Idee e nei Valori della Destra.
L'apparentamento si fa in due (o più). Se una delle parti rifiuta di sedersi attorno ad un tavolo per concordare un programma comune e addirittura nega il diritto alla visibilità al simbolo che rappresenta l'altra (o altre) parti, è evidente che quella parte non vuole l'accordo ma solo l'annessione. Allora tanto peggio per i candidati nazionali e locali di quella parte così arrogante: no simbolo, no voti. :-)