So che qualcuno mi attribuisce una fissazione per l’epoca Romana, ma sono convinto che dal nostro passato possiamo trarre utili insegnamenti per evitare errori e continuare ad incamminarci verso un futuro di benessere, sicurezza e prosperità.
L’occasione, questa volta, mi è fornita da un articolo del prof. Roberto DE MATTEI docente di Storia della Chiesa e del Cristianesimo all'Università Europea di Roma, nonché Vicepresidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche, sul numero 34-35/2010 di Historica.
L’Autore non scrive nulla di nuovo rispetto a quanto abbiamo potuto leggere e, soprattutto, scrivere in tutti questi anni, ma si esprime in modo molto diretto e chiaro e, come dicevano i Romani, repetita iuvant.
Ecco dunque che vengono spiegati i passaggi a causa dei quali si arrivò al sacco di Roma ed alla caduta dell’Impero Romano d’Occidente:
“Una prima fase di infiltrazione pacifica e graduale, alla spicciolata, nei territori dell'Impero, tra il II e il III secolo, di uomini e gruppi attratti dall'alto tenore di vita di Roma e dalla sua cultura;
una seconda fase, anch'essa pacifica, di stanziamento di interi gruppi barbarici, cioè di immigrazione e di stabile insediamento entro il limes romano, non di individui o gruppi frammentati, ma di popoli interi destinati a divenire uno Stato nello Stato;
una terza fase di grandi migrazioni di popoli all'interno dell'Impero, in forma sia pacifica che guerresca;
infina, a partire dal V secolo, l'ultima fase, quella della violenta irruzione di popolazioni del tutto ostili … Con questa quarta fase tutto il territorio dell'Impero venne ad essere occupato dai barbari.”.
Non vi sembra la descrizione di quello che sta oggi accadendo in europa ?
Non vi sembra che siamo già pericolosamente tra la seconda e la terza fase ?
L'Autore fa seguire quindi una cruda descrizione del sacco di Roma e delle violenze subite, ma anche una lunga citazione di Salviano di Marsiglia sui comportamenti, come quelli omosessuali, che indebolirono la capacità di resistenza di Roma e dell'Impero, con una accurata descrizione della situazione in un paio di città prese d'assedio dai barbari.
Ricordare come finì il più grande impero della storia è utile e necessario, soprattutto quando si moltiplicano le voci di chi indica negli immigrati una “risorsa” e di chi, in una orgia di relativismo, perde di vista la dirittura morale necessaria a rafforzare le fondamenta di una Civiltà, per inseguire il solo piacere personale, fine a se stesso e senza alcuna prospettiva.
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L’occasione, questa volta, mi è fornita da un articolo del prof. Roberto DE MATTEI docente di Storia della Chiesa e del Cristianesimo all'Università Europea di Roma, nonché Vicepresidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche, sul numero 34-35/2010 di Historica.
L’Autore non scrive nulla di nuovo rispetto a quanto abbiamo potuto leggere e, soprattutto, scrivere in tutti questi anni, ma si esprime in modo molto diretto e chiaro e, come dicevano i Romani, repetita iuvant.
Ecco dunque che vengono spiegati i passaggi a causa dei quali si arrivò al sacco di Roma ed alla caduta dell’Impero Romano d’Occidente:
“Una prima fase di infiltrazione pacifica e graduale, alla spicciolata, nei territori dell'Impero, tra il II e il III secolo, di uomini e gruppi attratti dall'alto tenore di vita di Roma e dalla sua cultura;
una seconda fase, anch'essa pacifica, di stanziamento di interi gruppi barbarici, cioè di immigrazione e di stabile insediamento entro il limes romano, non di individui o gruppi frammentati, ma di popoli interi destinati a divenire uno Stato nello Stato;
una terza fase di grandi migrazioni di popoli all'interno dell'Impero, in forma sia pacifica che guerresca;
infina, a partire dal V secolo, l'ultima fase, quella della violenta irruzione di popolazioni del tutto ostili … Con questa quarta fase tutto il territorio dell'Impero venne ad essere occupato dai barbari.”.
Non vi sembra la descrizione di quello che sta oggi accadendo in europa ?
Non vi sembra che siamo già pericolosamente tra la seconda e la terza fase ?
L'Autore fa seguire quindi una cruda descrizione del sacco di Roma e delle violenze subite, ma anche una lunga citazione di Salviano di Marsiglia sui comportamenti, come quelli omosessuali, che indebolirono la capacità di resistenza di Roma e dell'Impero, con una accurata descrizione della situazione in un paio di città prese d'assedio dai barbari.
Ricordare come finì il più grande impero della storia è utile e necessario, soprattutto quando si moltiplicano le voci di chi indica negli immigrati una “risorsa” e di chi, in una orgia di relativismo, perde di vista la dirittura morale necessaria a rafforzare le fondamenta di una Civiltà, per inseguire il solo piacere personale, fine a se stesso e senza alcuna prospettiva.
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1 commento:
Le motivazione odierne nel considerarle "risorse" sono un po' differenti dA QUELLE del periodo storico romano. Oggi Confindustria, sindacati, partiti di sinistra, dell'area governativa, ONG, Caritas ecc. considerano l'immigrazione solo in relazione a fattori economici immediati. In realtà poi a guardare bene non è un risparmio ma un'ulteriore spesa governativa, come ci dimostra questa importante inchiesta proveniente dalla Danimarca:
http://www.loccidentale.it./node/105187
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