La
manipolazione della realtà (storica o contemporanea) è tipica dei comunisti e della sinistra
in generale.
Abbiamo
visto come una sconfitta militare, una occupazione della Patria da
parte di eserciti stranieri siano state trasformate in una
improbabile pagina di storia rivisitata e corretta.
Abbiamo
visto come abbiano fatto presto a riciclarsi da internazionalisti
sventolanti uno straccio rosso e inneggianti alle invasioni “fraterne”
da parte dell’Armata sovietica, a nazionalisti che fanno la ola
per il 150° anniversario della proclamazione del Regno d’Italia
(anche in questo caso travisato in “unità” d’Italia) per poi
appiattirsi di nuovo al servizio degli interessi dei finanzieri
internazionali.
Così
non si può essere stupiti dal fatto che cerchino di vendere agli
stolti la informazione che Berlusconi ha governato dal 1994 ad oggi.
Di
diciotto anni, Berlusconi ha, purtroppo, governato solo nove anni,
gli altri sono da ripartirsi tra Dini (ribaltone del dicembre 1994),
Prodi uno (1996-1998), D’alema (1998-2000), Amato (2000-2001) e di
nuovo Prodi (2006-2008).
Ancora
più interessante la tabella che segue e che smentisce un’altra
mistificazione della sinistra e di chi crede a ciò che viene scritto
sulla sua stampa.
1986 (prima repubblica) - pressione fiscale 35,2%
1993 (Amato e Ciampi) - pressione fiscale 42,3%
1994 (Berlusconi) - pressione fiscale 40,2%
1995 (transizione Dini) - pressione fiscale 40,1% (senza provvedimenti, quindi trascinamento del governo precedente)
1996 (Prodi) - pressione fiscale 41,8%
1997 (Prodi) - pressione fiscale 43,3%
2001-2005 (Berlusconi) - pressione fiscale in calo dal 41,9% al 40,8%
2006-2007 (Prodi) - pressione fiscale aumentata al 42,3% fino al 43,4% del 2007.
Come
è evidente, l’aumento della pressione fiscale è coinciso con la
sinistra al governo, la riduzione del peso fiscale, cioè la maggiore
libertà dei cittadini, coincide con i governi Berlusconi.
Basta,
del resto, leggersi i provvedimenti.
La
sinistra ha massacrato gli Italiani con l’aumento del 5% del valore
degli estimi catastali, poi con una serie di tasse “per l’europa”.
Berlusconi
e il Centro Destra con due provvedimenti nel 2002 e nel 2005 hanno
ridotto le aliquote e la loro incidenza sulle tasche degli Italiani.
La
sinistra nel 2006, appena ritornata al potere, ha subito modificato
le aliquote, rimettendo le mani nelle tasche degli Italiani.
Nel
2008 Berlusconi e il Centro Destra hanno abolito l’ici sulle prime
case.
Berlusconi
non ha realizzato quel paradiso che era (ed è) nel suo progetto del
1994 ?
Certo.
Ma
ha molteplici attenuanti nelle circostanze (attentato musulmano
dell’11settembre 2001, terremoto all’Aquila nel 2008) ,
nell’infedeltà di alleati determinanti per la formazione di una
solida maggioranza parlamentare (Casini, Fini) , nelle aggressioni
mediatiche e giudiziarie, nelle oscillazioni dell’elettorato che
non gli hanno conferito né la maggioranza assoluta (obbligandolo
alle coalizione che inevitabilmente annacquano i programmi) né
continuità di governo: vittoria nel 1994 (poi il ribaltone di
Scalfaro, Bossi e Dini), sconfitta elettorale nel 1996, vittoria nel
2001, sconfitta (molto, molto dubbia) nel 2006, vittoria nel 2008 con
il recente ribaltone ispirato dagli ambienti finanziari
internazionali ed eseguito da Napolitano e Monti.
Ma
c’è un dato che emerge dalla trascritta tabella: la tendenza del
Centro Destra è a favore del cittadino, quella della sinistra invece
per uno stato invasivo.
E’
ovvio che quando si arriva al governo dopo che altri hanno aumentato
le tasse per elargire fondi per improbabili finalità, è più
difficile tagliare quelle spese e quindi ridurre le tasse visto che i
beneficiati insorgono liturgicamente al grido: i diritti acquisiti
non si toccano.
Ciononostante
Berlusconi e il Centro Destra non solo ci hanno provato, ma ci sono
anche riusciti sia pur in misura minimale (ma pur sempre
significativa rispetto all’azione contraria della sinistra).
Infatti
se la perfezione deve restare l’obiettivo cui tendere, non possiamo
rinunciare al meglio (o al meno peggio) tra le alternative concretamente realizzabili.
Allora
chi, oggi, è legittimamente insoddisfatto del Centro Destra rifletta
prima di indebolirlo con l’astensione (non penso ad un voto a
sinistra …) perché sarebbe una scelta autolesionista, visto che ad
approfittarne sarebbe una sinistra statalista e prodiga con i soldi
nostri.
In
fondo la scelta nel Centro Destra è ampia e se al Pdl ci sta tutta
una bella lezione (anche per accelerarne il cambiamento) la Lega, La
Destra, Forza Nuova possono raccogliere il legittimo scontento,
spingendo anche il Pdl a cambiare, come in Francia è avvenuto con la
affermazione del Fronte Nazionale di Marine Le Pen.
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