La
Lega si è distinta per le sue posizioni antieuropeiste e sociali
come ha dimostrato nella autolesionista battaglia contro la riforma
delle pensioni e la riforma del lavoro pensate da Berlusconi, cause
non ultime – il non averle realizzate - della sua caduta.
L'opposizione
dal primo minuto al governo di Bin Loden Monti imposto dalla finanza
internazionale come gauleiter d'Italia, rende la Lega il maggior
ostacolo al dilagare della politica mondialista che trova le sue
radici nella Goldman Sachs, nell'eurocrazia di Bruxelles, nell'FMI,
nella BCE e in tutti quelle consorterie tipo Bilderberg e Trilateral.
Sospetto
è l'accanimento della stampa di proprietà dei poteri forti italiani
contro la Lega, lo stesso accanimento che per diciotto anni è stato
innescato contro Berlusconi (altro grande ostacolo al mondialismo).
Accanimento
che non ritroviamo nei confronti dei casi che riguardano i vari
esponenti della sinistra come Lusi, Tedesco, Vendola, Penati, Errani,
Emiliano.
Sembra
proprio una sorta di “pulizia etnica”, svolta con altri sistemi
rispetto a quello delle armi, nei confronti di tutti coloro che
possono rappresentare un ostacolo reale all'asservimento dell'Italia.
Appena
terminato con Berlusconi, ecco toccare alla Lega ed a Bossi.
Del
resto se Bin Loden Monti ha cominciato ad attribuire ad una frase
insolitamente coraggiosa della Marcegaglia i nuovi disastri in borsa
e spread, figuriamoci quanto possono aver danneggiato l'Italia le
campagne di stampa condotte negli anni contro Berlusconi, le indagini
fondate sui teoremi, le satire di nani e ballerine e l'ostruzionismo
della sinistra.
Se
volessimo credere a Monti contro la Marcegaglia, allora dovremmo
anche imputare a tutti i soggetti elencati una campagna denigratoria
contro il Premier Berlusconi che ci ha condotto alle attuali
condizioni.
Viceversa,
pensiamo solo un attimo quanto di più e di meglio avrebbe potuto
fare Berlusconi se solo avesse avuto un decimo dell'ossequio che
viene riservato a Monti.
Ma
Berlusconi, per storia personale e per carattere, era un soggetto che
non si prestava a fare il semplice gauleiter.
Così
anche l'Italia, con lui, pretendeva un posto al primo tavolo.
Adesso
ci si accontenta di interpretare il ruolo dei portaborse di Francia e
Germania come è dimostrato dal repentino passaggio sul fronte dei
sostenitori della tassa sulle transazioni finanziarie (del resto dove
c'è una tassa da imporre, lì c'è Monti …).
Ma
c'era ancora un ostacolo da rimuovere, dopo aver messo all'angolo
Berlusconi tenendo sotto tiro le sue aziende: la Lega e Bossi che non
si erano prestati ad unirsi al coro laudativo del nuovo ordine.
Così
è stata scatenata l'attuale caccia alle streghe.
Per tutti questi motivi, se non fosse per i dubbi che ho su Maroni, votare Lega sarebbe a mio
parere la scelta più indicata da fare.
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