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26 luglio 2025

Lo stato palestinese è una invenzione politica: non è mai esistito

Un francese piccolo, piccolo, altamente pericoloso per l'incarico cui i francesi lo hanno eletto (due volte !) pur di non scegliere Marine Le Pen, alla perenne ricerca di un cono di luce internazionale visto che in patria ormai preferiscono coprirlo di insulti, ha mollato la sua periodica flatulenza dichiarando che "la Francia" riconoscerà a settembre lo stato di Palestina.

Però lo stato di Palestina è una invenzione moderna, mal riuscita come possiamo vedere, perchè mai è esistito nella Storia.

Esiste una regione geografica, la Palestina, in cui, nel corso dei secoli e ormai dei millenni, si sono susseguite occupazioni, domini, governi, che si sono sistematicamente sovrapposti alla popolazione originaria formata prevalentemente da semiti (ma i Filistei non lo erano), tra i quali gli ebrei erano preponderanti, ma mai diedero vita allo stato di Palestina.

Si sono avvicendate dominazioni pre romane, i Romani (quelli veri e poi i Bizantini), gli Ottomani, i Crociati, gli Inglesi.

Dopo la Seconda Guerra Mondiale, volendo creare uno stato ebraico, si decise di delimitare alcuni territori della più vasta Palestina e, contestualmente, creare due entità statali, una ebraica ed una araba con le popolazioni che già abitavano quella terra e con quelle che sarebbero arrivate con le migrazioni.

Lo stato ebraico, Israele, fu costituito, ma quello arabo no e non per l'ostilità di Israele che ancora non esisteva, ma degli stati arabi confinanti che, rifiutando l'idea stessa dell'esistenza di Israele, istigarono gli arabi di quel territorio ad andarsene e, quindi, a prendere le armi contro gli ebrei, promettendo che quello stato sarebbe stato cancellato e avrebbero potuto prenderne possesso, ma nel frattempo, quei territori (Gaza e Cisgiordania) che erano stati individuati per la costituzione dello stato arabo, furono annessi rispettivamente all'Egitto e alla Giordania.

Le guerre che si sono combattute dal 1948 hanno poi consolidato lo stato di Israele che fu infine riconosciuto, obtorto collo, dagli stati arabi confinanti, rimanendo in ballo la popolazione araba che non aveva accettato di assumere la cittadinanza israeliana (ci sono degli arabi israeliani che hanno anche loro partiti e loro rappresentanti alla Knesset).

Questa popolazione fu cinicamente utilizzata dai capi degli stati arabi per cercare di scardinare Israele, ma l'unico risultato ottenuto fu quello di creare un bacino di formazione di terroristi che da almeno settanta anni si sono resi responsabili di dirottamenti, attentati, omicidi, stragi.

La popolazione civile, che ad un certo punto fu definita "palestinese", pagò e continua a pagare le scelte dei propri capi, la pretesa di distruggere Israele e tutti gli atti terroristici commessi in loro nome.

Furono cacciati dalla Giordania e trovarono alloggio in Cisgiordania, creando problemi al Regno Hascemita di Amman e quindi sotto l'amministrazione militare di Israele (che forse adesso è in procinto di annettersela), furono cacciati dalla Siria, dal Libano che devastarono importando, in uno stato che fino ad allora era ricco e pacifico, le lotte religiose e gli attentati terroristi, fino a rifugiarsi in Gaza, territorio egiziano, occupato dagli israeliani (non ricordo se nella guerra del 1968 o del 1973) dove, con regolari elezioni, la popolazione si mise nelle mani di una banda di terroristi denominata Hamas, dividendosi dagli arabi che si erano insediati in Cisgiordania e rappresentati da Al Fatah, l'organizzazione fondata da Arafat che negli anni passò dal terrorismo attivo al tentativo di accreditarsi come padre della patria creando una finzione denominata "Autorità Nazionale Palestinese" che però non ha un territorio che sia in grado di controllare in modo autonomo e sovrano, ma che tanti, a cominciare dall'onu, fingono di considerare una autorità statale.

Parlare quindi di "stato palestinese" è una finzione politica, perchè uno stato, per esistere, deve avere un territorio definito che controlla con la sua autorità civile, con la sua polizia per mantenere l'ordine e che viene difeso da un esercito regolare.

Tutto questo non esiste in nessuno dei due territori originariamente destinati ad uno stato arabo e che non nacque per la scellerata presunzione degli stati arabi confinanti con Israele di cui oggi abbiamo solo degli echi nella retorica dell'Iran e delle organizzazioni terroriste come Hamas, Hetzbollah, Houthy.

Macron fa pena (di più la fanno quelli della sinistra italiana che accorrono sul carro di un perdente per di più isolato visto che non è seguito neppure dal suo sodale Starmer, per non parlare di Merz e continua a prendere schiaffoni da Trump come un indisciplinato alunno somaro dei collegi di una volta) e con le sue dichiarazioni non rende certo un servizio alla popolazione civile che sta pagando oltre ogni limite colpe non sue (se non per obbedire, spesso costrettavi con la forza, agli ordini dei terroristi che spadroneggiavano a Gaza) e che vorrebbe una pacificazione reale e non accordi levantini che vengono manipolati e disattesi al calar del sole.

Pur non condividendone l'impostazione (personalmente credo che i cosiddetti palestinesi dovrebbero, se ancora possibile, se ancora accettabile da Gerusalemme, essere inglobati nello stato di Israele come arabi israeliani come quelli che rimasero in Israele) molto meglio l'impostazione del Governo Meloni che sostiene il ritorno ai "due stati", che presuppone il reciproco riconoscimento quale entità statuale con pienezza di diritti, ma solo una volta consolidata la questione del diritto di Israele all'esistenza autonoma e dopo il completo rilascio, senza condizioni, degli ostaggi israeliani vivi e morti.

Anche perchè, per quanto possa essere suggestiva la visione di trasformare Gaza in una nuova Sharm El Sheik,  l'ipotesi di un ricollocamento altrove mi sembra alquanto azzardato, non vedendo quali popolazioni potrebbero accettare l'immissione di un paio di milioni di nuovi abitanti la cui storia di terrorismo e di guerre non incentiva certo una convivenza pacifica e proficua.

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