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Si devono intraprendere le guerre per la sola ragione di vivere senza disturbi in pace (Cicerone)

No alla deriva

No alla deriva
Diciamo NO alla deriva

10 ottobre 2025

Guerra e pace

Donald Trump è riuscito in una impresa titanica: fermare (per il momento) lo scambio di cortesie tra Israele e i terroristi palestinesi.

Tutti contenti ?

No.

Schiumano bile i cattocomunisti, le cui esternazioni più controllate evitano di citare il Presidente degli Stati Uniti e cercano di accreditare alle loro manifestazioni di piazza il cedimento di Israele.

Non parliamo della rabbia vomitata da chi continua a mettere sotto accusa il Governo Meloni, reo di stare risanando l'Italia e costringendoli ad inventarsi motivi, come quello di Gaza, per mettere a ferro e fuoco le nostre città, danneggiando le attività produttive pubbliche e private.

Ma la pace non è altro che la continuazione della guerra con altri mezzi ... e viceversa.

Come è sempre stato e come sarà sempre, quindi brindiamo fino al prossimo scontro che non è scritto sia in Medio Oriente, visto che la situazione sembra ricalcare, con altri protagonisti, la storica pace tra Egitto ed Israele che resiste da quasi cinquanta anni e che ha trascinato altri stati musulmani a cercare l'accordo con Israele, fino ad isolare i terroristi palestinesi.

Piuttosto vale ancora il proverbio nemo propheta in patria, visto che a Trump è stato negato il premio Nobel (sempre più "ignobel" quindi, come quando il premio fu assegnato al capo terrorista Arafat o, preventivo, solo per il colore della pelle, ad Obama che poi in otto anni ha mosso guerre, rovesciato - o tentato di rovesciare come in Turchia - presidenti) nonostante la pace che ha ottenuto/imposto non solo a Gaza, ma anche in Africa, tra Ruanda e Congo, tra Pakistan e India, tra Armenia e Azerbaijan, tra Egitto ed Etiopia, tra Cambogia e Thailandia, tra Israele ed Iran, Serbia e Kosovo, tutte guerre nascoste, di lunga durata o appena scoppiate, ma che erano altrettanti focolai di instabilità.

Questo Occidente fazioso e irriconoscente verso i suoi stessi migliori esponenti sembra essere destinato a distruggersi con le sue stesse mani.

Certo, Gaza e, più ancora, Russia e Ucraina sono i piatti forti delle guerre nel mondo, ma non si deve sottovalutare quanto possa essere destabilizzante un piccolo scontro ai margini dei riflettori, quando si schierano, dietro ai belligeranti, gli interessi di grandi e medie potenze.

La pace, per definizione, è una rinuncia a qualcosa da entrambe le parti e, su Gaza, la rinuncia maggiore è, ovviamente, dei musulmani perchè sono la parte militarmente perdente.

Ma anche Israele rinuncia a quello che era l'obiettivo principale, cioè spazzare via ogni possibile rinascita del terrorismo nel giardino di casa, potendosi quindi dedicare a smantellare il terrorismo solo un po' più lontano come quello degli Hetzbollah e degli Houthy.

Vedremo nel prosieguo, nel frattempo registriamo come, ancora una volta, la linea di prudente collaborazione con gli Stati Uniti di Giorgia Meloni ha dato i suoi frutti, collocando l'Italia in una posizione di primo piano nei futuri assetti, anche economici della regione.

E l'Interesse Nazionale è, sempre, quel che più conta. 


 

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