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31 luglio 2005

Pena di morte per i terroristi islamici

La causa scatenante di questo post è la notizia che il terrorista islamico arrestato a Roma (e arrestati anche due suoi fratelli a Roma e Brescia !) si oppone alla estradizione in Inghilterra per essere processato e condannato (esemplarmente) per i suoi crimini, confessati.

Il terrorista islamico, evidentemente, pensa che, restando in Italia, avrà una detenzione breve e comoda.
Purtroppo non credo abbia torto.
Dalla sua c’è una incultura della pena che privilegia Caino e dimentica subito Abele.
C’è un movimento che spinge per l’amnistia.
C’è un sistema “premiante” che consente permessi (e innumerevoli sono i casi di detenuti in permesso che delinquono), semilibertà (di recente detenuti in semilibertà andavano a “lavorare”, sì, svolgendo il loro “lavoro” di sempre: spacciare droga e rapinare banche).
Ci sono una miriade di associazioni “umanitarie”, sistematicamente finanziate dal pubblico, il cui scopo è “alleviare” la situazione dei detenuti.
E c’è una magistratura che ama i riflettori e predilige lunghe e costose azioni a senso unico e vicolo cieco contro Berlusconi, anzichè occuparsi dei processi che non fanno notizia e così c’è una inqualificabile commistione tra detenuti in attesa di giudizio e detenuti già condannati.

E’ quindi ovvio che il (i) terrorista(i) islamico(i) preferisca(no) la prigione italiana a quella britannica, senza considerare la loro speranza: la vittoria zapateriana della sinistra nel 2006 che, come logica conseguenza alla fuga dall’Iraq in quanto “truppe di occupazione”, dovrà mettere in libertà simili individui in quanto non più terroristi islamici, ma combattenti antimperialisti, resistenti e partigiani, quindi legittimati a tirare bombe contro i civili.

L’auspicio è, ovviamente, che, trattandosi di reo confesso, venga celermente spedito a Londra per il giusto processo e siano processati anche i suoi fratelli, se risulterà che hanno avuto collusioni con lui, e, comunque, che tutta la sua famiglia sia espulsa dall’Italia e i suoi beni sequestrati e destinati ad un fondo per le vittime del terrorismo islamico.

Ma questo atteggiamento strafottente dei terroristi islamici dimostra anche la debolezza di un sistema che evidentemente non fa loro paura.
Cosa infatti possono temere se non una carcerazione tranquilla e presumibilmente non a vita ?
Allora noi dobbiamo cominciare a parlare lo stesso linguaggio, per essere compresi, di questa gente.
E questa gente, come tutti i barbari, conosce solo la legge del più forte ed è l’unica legge che rispetta.
I terroristi islamici non possono avere gli stessi diritti che sono concessi ai delinquenti di altro genere.
Per i terroristi islamici Abu Graib e Guantanamo sono troppo poco.

Quest’ultimo terrorista islamico ha confessato la sua partecipazione al commando che voleva far esplodere bombe a Londra il 21 luglio.
Lui voleva, scientemente e senza alcun rimorso, assassinare decine di cittadini pacifici e inermi.
Non ci sono dubbi: lo ha confessato.
Cos’altro serve ?
Non ci possono essere appelli, contrappelli o sistemi di garanzie che sono doverosi quando ci sono delle incertezze e dei dubbi.
Perché dovremmo mantenerlo con il rischio che, prima o poi, faccia atto di pentimento o arrivi un’amnistia o ci sia una crepa nella sicurezza e così sia di nuovo libero di uccidere ?

E’ reo confesso.
E’ un terrorista islamico.
Non ci sono dubbi al riguardo.
La pena di morte contro di lui (e quelli come lui) non colpirebbe un presunto innocente e ci garantirebbe da un suo ritorno in libertà.
La pena di morte contro di lui (e quelli come lui) è cosa buona e giusta.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

La vita è sacra.

Massimo ha detto...

Convinci anche i terroristi islamici.

Il Temporeggiatore ha detto...

La pena di morte non è certo LA soluzione, ma è UNA soluzione di carattere difensivo.
In effetti se hanno liberato Agca, Curcio, Franceschini e l'elenco potrebbe continuare, c'è poco da fidarsi sul fatto che Hamdi e i suoi fratelli terminino la loro vita in galera.
Quindi sì alla pena di morte contro i terroristi islamici.
Ma senza dimenticare che è solo UNO dei provvedimenti che si possono assumere e solo di carattere difensivo e punitivo.

Anonimo ha detto...

E' proprio così.Loro confidano sulla nostra debolezza nel reagire.Le democrazie sono sempre state lente nel reagire.Anche nella seconda guerra mondiale si è dato a Hitler tutto lo spazio (Sudeti, Austria) consentendogli di diventare forte invece di schiacciarlo come meritava. E lo stesso è accaduto con il comunismo:doveva essere schiacciato nella culla, quando il potere di Lenin era debole. E invece di imparare dagli errori, si rifanno sempre gli stessi errori.I terroristi musulmani devono essere schiacciati a casa loro e le loro potenziali coperture in occidente devono ugualmente essere messe sotto rigido controllo. Ma si preferisce il dialogo, con chi non si sa visto che quelli che dovrebbero essere gli interlocutori si son messi a raccogliere firme per abrogare la recente legge antiterrorismo!