Per il momento la delusione è limitata al libro intervista che qui commento, anche se la scelta dei ministri del suo governo, con l'ampia concessione ad elementi di sinistra (in particolare al ministero degli esteri: come se Berlusconi, tornando al governo, nominasse alla Farnesina Gino Strada !) lascia, come minimo, perplessi.
Ma veniamo al libro redatto sotto forma di intervista che ho letto all'inizio di questo periodo estivo e nel quale speravo di trovare un progetto politico e, invece, vi ho trovato solo l'arringa autocelebrativa di un bravo avvocato di provincia con ambizioni nazionali.
Tralasciamo la inutile introduzione di Gianfranco Fini - strumentale al mettere il "cappello" su una figura emergente - e veniamo al libro.
Pensavo che, pur nella forma di intervista, fosse l'annunciazione di un progetto politico, come fu, nel 1974, il "Democrazia Francese" di Valery Giscard d'Estaing, unico non gollista e non socialista, a sedere per sette anni (1974-1981) all'Eliseo.
In Democrazia Francese Giscard aveva tratteggiato quelle che lui, partito come esperto economico, vedeva le sfide alla Francia e come intendeva affrontarle.
Il quadro offerto da Giscard aveva un respiro mondiale che andava ben oltre i ristretti confini francesi e Democrazia Francese poteva anche essere una sorta di manifesto del conservatorismo (più che del liberalismo) internazionale.
Giscard non mantenne le promesse.
E nel 1981 fu sconfitto, per una incollatura, da Mitterand.
Sarkozy, invece, ha preferito farsi intevistare e farsi porre delle domande funzionali a giustificare il comportamento tenuto nella sua attività ministeriale, quasi esclusivamente centrate sul raporto tra stato e religione.
Così leggiamo che per Sarkozy cattolicesimo e islam sono alla pari.
Lui, che come ministro dell'interno era anche in Francia ministro del culto, tratta le due religioni come se due millenni di storia cristiana in europa e anche in Francia non fossero esistiti.
E senza pretendere, cosa ancor più grave, alcuna reciprocità da parte dei paesi musulmani.
Quello che dice Sarkozy è astrattamente corretto, ma calato nella realtà concreta è il consegnare la Francia all'islam e, cosa ancor più grave, compromettere l'equilibrio anche delel nazioni confinanti.
Sarkozy si domanda se deve espellere i milioni di musulmani ormai insediatisi in Francia.
Se necessario, sì.
Se danno luogo a disordini, se pensano di creare con le loro moschee e i loro circoli culturali religiosi una sorta di stato nello stato, sì.
In fondo fu proprio in Francia che tra il XVI e il XVII secolo si compì la "cattolicizzazione" della nazione, creando anche l'epopea di La Rochelle, del Maresciallo Toiras con la sua resistenza all'isola di San Martino e la successiva riscossa francese ad opera del Cardinale Richelieu e della sua poderosa diga che piegò gli ugonotti della cittadina ribelle.
E se nei libri di storia la vicenda passa come uno scontro tra ugonotti e cattolici, nella realtà fu la affermazione della unità politica dello stato francese, con il re che non poteva ammettere nei suoi confini città stato ribelli che ne disconoscessero l'autorità e gli ordini.
In Francia sono di nuovo allo stesso punto, con l'aggravante che lo stato nello stato non è rappresentato da una religione cristiana, ma dall'islam, estraneo alle nostre radici e da sempre ostile al mondo occidentale.< E' preoccupante che anche Sarkozy preferisca non affondare il bisturi su un problema che rappresenterà una sempre maggiore criticità per la nostra civiltà.
E' preoccupante che si archivino con così tanta facilità le nostre radici nel nome di una par condicio erroneamente interpretata, perchè dare soluzioni uguali a situazioni differenti è somamente iniquo.
E dare soluzioni uguali a quel che rappresenta per la nostra cultura e la nostra storia il cristianesimo e l'islam, significa favorire smaccatamente quest'ultimo.
Preferivo il Sarkozy così come era diabolicamente dipinto dai giornali di sinistra durante la campagna elettorale ...
P.S. Un'ultima osservazione.
Ad un certo punto Sarkozy definisce il Mediterraneo "mare nostrum".
Forse si crede italiano ?
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Ma veniamo al libro redatto sotto forma di intervista che ho letto all'inizio di questo periodo estivo e nel quale speravo di trovare un progetto politico e, invece, vi ho trovato solo l'arringa autocelebrativa di un bravo avvocato di provincia con ambizioni nazionali.
Tralasciamo la inutile introduzione di Gianfranco Fini - strumentale al mettere il "cappello" su una figura emergente - e veniamo al libro.
Pensavo che, pur nella forma di intervista, fosse l'annunciazione di un progetto politico, come fu, nel 1974, il "Democrazia Francese" di Valery Giscard d'Estaing, unico non gollista e non socialista, a sedere per sette anni (1974-1981) all'Eliseo.
In Democrazia Francese Giscard aveva tratteggiato quelle che lui, partito come esperto economico, vedeva le sfide alla Francia e come intendeva affrontarle.
Il quadro offerto da Giscard aveva un respiro mondiale che andava ben oltre i ristretti confini francesi e Democrazia Francese poteva anche essere una sorta di manifesto del conservatorismo (più che del liberalismo) internazionale.
Giscard non mantenne le promesse.
E nel 1981 fu sconfitto, per una incollatura, da Mitterand.
Sarkozy, invece, ha preferito farsi intevistare e farsi porre delle domande funzionali a giustificare il comportamento tenuto nella sua attività ministeriale, quasi esclusivamente centrate sul raporto tra stato e religione.
Così leggiamo che per Sarkozy cattolicesimo e islam sono alla pari.
Lui, che come ministro dell'interno era anche in Francia ministro del culto, tratta le due religioni come se due millenni di storia cristiana in europa e anche in Francia non fossero esistiti.
E senza pretendere, cosa ancor più grave, alcuna reciprocità da parte dei paesi musulmani.
Quello che dice Sarkozy è astrattamente corretto, ma calato nella realtà concreta è il consegnare la Francia all'islam e, cosa ancor più grave, compromettere l'equilibrio anche delel nazioni confinanti.
Sarkozy si domanda se deve espellere i milioni di musulmani ormai insediatisi in Francia.
Se necessario, sì.
Se danno luogo a disordini, se pensano di creare con le loro moschee e i loro circoli culturali religiosi una sorta di stato nello stato, sì.
In fondo fu proprio in Francia che tra il XVI e il XVII secolo si compì la "cattolicizzazione" della nazione, creando anche l'epopea di La Rochelle, del Maresciallo Toiras con la sua resistenza all'isola di San Martino e la successiva riscossa francese ad opera del Cardinale Richelieu e della sua poderosa diga che piegò gli ugonotti della cittadina ribelle.
E se nei libri di storia la vicenda passa come uno scontro tra ugonotti e cattolici, nella realtà fu la affermazione della unità politica dello stato francese, con il re che non poteva ammettere nei suoi confini città stato ribelli che ne disconoscessero l'autorità e gli ordini.
In Francia sono di nuovo allo stesso punto, con l'aggravante che lo stato nello stato non è rappresentato da una religione cristiana, ma dall'islam, estraneo alle nostre radici e da sempre ostile al mondo occidentale.< E' preoccupante che anche Sarkozy preferisca non affondare il bisturi su un problema che rappresenterà una sempre maggiore criticità per la nostra civiltà.
E' preoccupante che si archivino con così tanta facilità le nostre radici nel nome di una par condicio erroneamente interpretata, perchè dare soluzioni uguali a situazioni differenti è somamente iniquo.
E dare soluzioni uguali a quel che rappresenta per la nostra cultura e la nostra storia il cristianesimo e l'islam, significa favorire smaccatamente quest'ultimo.
Preferivo il Sarkozy così come era diabolicamente dipinto dai giornali di sinistra durante la campagna elettorale ...
P.S. Un'ultima osservazione.
Ad un certo punto Sarkozy definisce il Mediterraneo "mare nostrum".
Forse si crede italiano ?
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3 commenti:
Si capisce che sei un lettore di Dumas. :-) Io l'ho sempre detto che Sarko e' servito a sconfiggere Le Pen. Era l'obbiettivo secondario dei socialisti. Vedremo quello che fara', ma la sua dichiarazione sul Mediterraneo suona un po' come la spartizione della UE: il nord alla Germania, il sud alla Francia: compresa l'africa settentrionale, naturalmente. L'Italia non conta niente e quando ha fatto tanto per contare qualcosa e' finita male. :-(
P.S.
i cattolici avevano la "liberta'" di annegare coi rispettivi parroci in cassoni buttati nella Senna... ora non hanno manco piu' i preti. I musulmani sono quasi il 20%, i cattolici ancora meno... mi pare che uno si debba adeguare. Fini faccia il palombaro che il sommozzatore non basta piu'.
Mai negata la "passione" per Dumas, a cominciare dal nick che ho usato per quasi 7 anni in Rete :-)
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