Domenica scorsa ho scritto un post sulla risibile iniziativa di proclamare uno “sciopero della pasta” da parte di alcune associazioni dei consumatori.
Alcuni commenti sono stati favorevoli altri no.
Naturale.
Questo post vuole essere una focalizzazione sulla questione delle associazioni dei consumatori, che ora pullulano nel panorama nazionale – anche se ad essere oggetto di interesse mediatico sono solo cinque o sei – segno evidente che tale attività si è trasformata in un fiorente business.
Se facciamo una ricerca su google, ci vengono presentate in prima battuta una dozzina di associazioni dei consumatori, ognuna con il suo bel sito, ricolmo di ogni informazione.
La cara Lorenza, sempre puntuale e aggiornata, ci segnala nel suo commento una ulteriore iniziativa che si autodefinisce “associazione delle associazioni” (ma anche dovrebbe spiegare cosa c’entra con i problemi dei consumatori il voler intitolare una piazza ad un lanciatore di estintori il cui nome dovrebbe essere seppellito con il suo corpo, per l’eternità).
A me risultava che le associazioni dei consumatori si erano già tra di loro coalizzate in due fronti contrapposti – una addirittura si chiamava “Intesa” (vedi immagine) e mi ha sempre fatto venire alla mente la “Triplice Intesa” contrapposta alla “Triplice Alleanza” della prima guerra mondiale – che facevano registrare memorabili scontri radiofonici mattutini tra Paolo Landi (Adiconsum) e il duo Rienzi-Trefiletti (Codacons e Federconsumatori).
Comunque aggiungiamo anche la associazione segnalata da Lorenza.
Personalmente mi sento di apprezzare maggiormente la sobrietà dell’associazione cui è iscritto Frank, Altroconsumo (se non sbaglio guidata dall’Avv. Martinello) rispetto ai fuochi pirotecnici verbali delle già citate associazioni cui aggiungerei anche l’Adusbef di Elio Lannutti che non ho mai visto sorridere,né accennare ad una battuta, quasi come se l’intero fardello dei mali del mondo gravassero sulle spalle della sua organizzazione.
Condivido anche l’opinione di Federica per cui “il silenzio è l’arma dei dormienti”.
Ma, come sintetizzavano i nostri Antichi, est modus in rebus.
Distribuiscano pure pane e latte, si muovano pure contro il caro libri, ma che senso ha quando il punto focale di tutto è il fisco che ci espropria di oltre il 50% del nostro reddito ?
Perché, invece di ricercare una visibilità personale, non si uniscono le forze a chi sta combattendo per evitare una nuova finanziaria di sangue ?
E allora richiamo l’attenzione sulla affermazione di Frank: “Poi ci sono le associazioni meno serie ,i cui rappresentanti sono sempre ospitati in televisione,e si sono anche candidati in politica quando il primo requisito per una associazione di consumatori seria dev'essere proprio l'indipendenza” e leggo nel sito della Federconsumatori che tale associazione è sorta tramite la cgil come l’Adiconsum per iniziativa della cisl.
Mentre la associazione segnalata da Lorenza ospita un bel banner dei verdi.
Abbiamo proprio bisogno di una nuova pletora di organizzazioni, che si comportano come partiti e ci costano come sindacati, per svolgere un ruolo che è già ampiamente coperto da tali strutture ?
Sì, perché non si creda che le associazioni dei consumatori campino d’aria, soprattutto adesso che le aziende, almeno le più grandi, hanno scoperto l’ “etica” dell’economia, la “responsabilità sociale e ambientale” e danno alle stampe mirabolanti “codici etici” e altrettanto formidabili bilanci “sociali”.
E’ una nuova area di business, esattamente come quella ecoambientalista cui Abr ha accennato nel suo commento .
Una attività di business che, stando al proliferare delle associazioni, sembra essere alquanto appetibile.
Se le famiglie non “arrivano più a fine mese”, è la politica fiscale che deve essere cambiata.
Quanto mi piacerebbe che anche i lavoratori dipendenti potessero incassare per intero il loro stipendio e, una volta all’anno – e non una volta al mese ! – pagare quel che lo stato pretende da loro !
La “botta”, che trattenuta mensilmente provoca ormai poca impressione, sarebbe tale da spingere tutti, ma veramente tutti, a seguire le indicazioni di sciopero fiscale, costringendo così chi è al governo a ridurre le sue spese clientelari e a lasciare nelle nostre tasche quel denaro in più che servirebbe ad “arrivare a fine mese”, senza che qualcuno debba mettere in piedi il circo dello “sciopero della pasta”.
E’ vero, Federica, che il silenzio è l’arma dei dormienti, ma è altrettanto vero che il “facite ammuina” dello “sciopero della pasta” lascia le cose come stanno e, anzi, distoglie dal ben più rilevante ed utile sciopero fiscale.
Non ci si può limitare a “fare”, ma bisogna anche “fare bene” per essere efficaci e conseguire l’obiettivo che è solo e soltanto restituire ad ogni singolo cittadino parte di quel che lo stato si prende senza corrispettivo in servizi e che è quella parte del nostro reddito che fa la differenza tra il sopravvivere e il vivere bene.
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Alcuni commenti sono stati favorevoli altri no.
Naturale.
Questo post vuole essere una focalizzazione sulla questione delle associazioni dei consumatori, che ora pullulano nel panorama nazionale – anche se ad essere oggetto di interesse mediatico sono solo cinque o sei – segno evidente che tale attività si è trasformata in un fiorente business.
Se facciamo una ricerca su google, ci vengono presentate in prima battuta una dozzina di associazioni dei consumatori, ognuna con il suo bel sito, ricolmo di ogni informazione.
La cara Lorenza, sempre puntuale e aggiornata, ci segnala nel suo commento una ulteriore iniziativa che si autodefinisce “associazione delle associazioni” (ma anche dovrebbe spiegare cosa c’entra con i problemi dei consumatori il voler intitolare una piazza ad un lanciatore di estintori il cui nome dovrebbe essere seppellito con il suo corpo, per l’eternità).
A me risultava che le associazioni dei consumatori si erano già tra di loro coalizzate in due fronti contrapposti – una addirittura si chiamava “Intesa” (vedi immagine) e mi ha sempre fatto venire alla mente la “Triplice Intesa” contrapposta alla “Triplice Alleanza” della prima guerra mondiale – che facevano registrare memorabili scontri radiofonici mattutini tra Paolo Landi (Adiconsum) e il duo Rienzi-Trefiletti (Codacons e Federconsumatori).
Comunque aggiungiamo anche la associazione segnalata da Lorenza.
Personalmente mi sento di apprezzare maggiormente la sobrietà dell’associazione cui è iscritto Frank, Altroconsumo (se non sbaglio guidata dall’Avv. Martinello) rispetto ai fuochi pirotecnici verbali delle già citate associazioni cui aggiungerei anche l’Adusbef di Elio Lannutti che non ho mai visto sorridere,né accennare ad una battuta, quasi come se l’intero fardello dei mali del mondo gravassero sulle spalle della sua organizzazione.
Condivido anche l’opinione di Federica per cui “il silenzio è l’arma dei dormienti”.
Ma, come sintetizzavano i nostri Antichi, est modus in rebus.
Distribuiscano pure pane e latte, si muovano pure contro il caro libri, ma che senso ha quando il punto focale di tutto è il fisco che ci espropria di oltre il 50% del nostro reddito ?
Perché, invece di ricercare una visibilità personale, non si uniscono le forze a chi sta combattendo per evitare una nuova finanziaria di sangue ?
E allora richiamo l’attenzione sulla affermazione di Frank: “Poi ci sono le associazioni meno serie ,i cui rappresentanti sono sempre ospitati in televisione,e si sono anche candidati in politica quando il primo requisito per una associazione di consumatori seria dev'essere proprio l'indipendenza” e leggo nel sito della Federconsumatori che tale associazione è sorta tramite la cgil come l’Adiconsum per iniziativa della cisl.
Mentre la associazione segnalata da Lorenza ospita un bel banner dei verdi.
Abbiamo proprio bisogno di una nuova pletora di organizzazioni, che si comportano come partiti e ci costano come sindacati, per svolgere un ruolo che è già ampiamente coperto da tali strutture ?
Sì, perché non si creda che le associazioni dei consumatori campino d’aria, soprattutto adesso che le aziende, almeno le più grandi, hanno scoperto l’ “etica” dell’economia, la “responsabilità sociale e ambientale” e danno alle stampe mirabolanti “codici etici” e altrettanto formidabili bilanci “sociali”.
E’ una nuova area di business, esattamente come quella ecoambientalista cui Abr ha accennato nel suo commento .
Una attività di business che, stando al proliferare delle associazioni, sembra essere alquanto appetibile.
Se le famiglie non “arrivano più a fine mese”, è la politica fiscale che deve essere cambiata.
Quanto mi piacerebbe che anche i lavoratori dipendenti potessero incassare per intero il loro stipendio e, una volta all’anno – e non una volta al mese ! – pagare quel che lo stato pretende da loro !
La “botta”, che trattenuta mensilmente provoca ormai poca impressione, sarebbe tale da spingere tutti, ma veramente tutti, a seguire le indicazioni di sciopero fiscale, costringendo così chi è al governo a ridurre le sue spese clientelari e a lasciare nelle nostre tasche quel denaro in più che servirebbe ad “arrivare a fine mese”, senza che qualcuno debba mettere in piedi il circo dello “sciopero della pasta”.
E’ vero, Federica, che il silenzio è l’arma dei dormienti, ma è altrettanto vero che il “facite ammuina” dello “sciopero della pasta” lascia le cose come stanno e, anzi, distoglie dal ben più rilevante ed utile sciopero fiscale.
Non ci si può limitare a “fare”, ma bisogna anche “fare bene” per essere efficaci e conseguire l’obiettivo che è solo e soltanto restituire ad ogni singolo cittadino parte di quel che lo stato si prende senza corrispettivo in servizi e che è quella parte del nostro reddito che fa la differenza tra il sopravvivere e il vivere bene.
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12 commenti:
Se fosse possibile tornare alle dichiarazioni annuali per tutti e non alla trattenuta alla fonte le tasse verrebbero abbassate per forza di popolo.
Le Ass Cons sono un'altra faccia del politicamente corretto e sono accreditate di meriti e competenze che, probabilmente, non hanno. Giulio
Tnxs for citing.
L'obiettivo di questo Governo, o di alcuni al suo interno, è esattamente quello di arrivare alle distribuzioni Statali del pane e di generi primari.
Della serie, i privati rincarano, lo Stato assiste.
Sudditi, clientes, ecco ocme ci vorrebbero.
ciao, Abr
Vengonoanche oltre che dai partiti foraggiate dallo stato immagino queste associazioni...
Le associazioni dei consumatori sono mai servite a nulla? NO.
Quanto alla correlazione tra il lanciatore di estintori ed i consumatori è presto detto: un tale individuo mette in moto un bel pò di processi economici.
Innanzitutto usando l'estintore farà la fortuna di quella fabbrica che ne venderà altri (e di tutte quelle ad essa correlate che forgiano i pezzi per costruirlo). In secondo luogo permette ai carabinieri di addestrarsi nel tiro a volo (o su bersaglio in movimento) e quindi permette alle fabbriche che producono munizioni di venderle. Poi, sfondando i vetri delle camionette, si dà lavoro anche ai carrozzieri. Ovvia inoltre l'istituzione di processi, l'Ordine degli avvocati ringrazia. E dove metti i muratori? Grazie a loro si erigono cippi a memoria del "caduto". Infine godono di questa situazione anche i becchini, che approfittano della caducità dell'essere umano per fare la loro parte.
Con tutte queste prospettive vuoi che non ci sia un'associazione che curi il tutto?
Ah Ah Ah, Jet! Qualcuno deve aver convinto i genitori di Carlo, ma sopratutto Heidi, a intentare una Class Action :D contando che all'inizio suo padre parlò di lui come di un ragazzo dalla vita sbagliata. Tra l'altro in America questo strumento è stato parecchio ridimensionato grazie a diversi interventi del governo federale in merito (tra le misure adottate c'è un tetto massimo per i risarcimenti) e dopo che Mc Donhald's ne ha vinta una intestatagli da due ragazzine obese che sostenenvano che la colpa della loro condizione fosse da addebitarsi al cibo in vendita nel fast food e la Corte ha sentenziato che hanno solo mangiato troppo :) sono pure cessate le cause alle multinazionali del tabacco visto che ultimamente sono riuscite a farsi ridare indietro diversi esorbitanti risarcimenti ottenuti da familiari di gente che si fumava, minimo, tre pacchetti al giorno. Così sono state anche ridimensionate quelle del tipo la pubblicità espressa da alcuni studi di avvocati americani: avete frequentato chiese? volete guadagnare un milione di dollari? venite da noi....
Lorenza.
Giulio ha ragione riguardo le trattenute in busta paga, una roba da vassalli che neanche in Svezia esiste: sarà per quello che gli svedesi si sono decisi a mandare a casa i socialcomunisti?. Lo stesso vale per le trattenute in busta paga per i sindacati, addirittura per questi è prevista l'iscrizione automatica ed infatti molti si scordano e rimangono iscritti per tutta la vita. Altro che sciopero della pasta Cunengonda, la rivoluzione ci verrebbe!. Ricordo che nel '95, quando si svolse il referendum per togliere qualche TV a Silvio B., i radicali, che allora non ragionavano solo in termini di c...., ne proposero diversi di origine economica, tra questi, appunto, anche uno sulle trattenute in busta. E credo anche che abbia vinto.
Correggo: ho guardato e quei referendum riguardavano le rappresentanze sindacali.
Lorenza.
Guarda Lorenza, è abitudine comune dell'essere umano scaricare le proprie responsabilità sugli altri o sulla sorte grama e comunista.
Un esempio, mia cugina: è un vero elefante, pesa come due triceratopi e va in giro a dire che soffre di non meglio precisati "disturbi dell'assimilazione" per cui tutto ciò che ingerisce viene trasformato in grasso e non viene bruciato. Un giorno la andai a trovare, sua madre mi aprì la porta e la sorpresi in cucina con un siluro di pane sul quale era stato spalmato con un badile un ettaro di Nutella. Inutile dire che avrebbe potuto intraprendere azione legale contro la Ferrero...
Si creano tante associazioni dei consumatori, ma alla fine a noi, chi minchia ci tutela?!?!?!?!
Penso che siano associazioni nate per fregare le grandi aziende a favore degli amici degli amici. Mi sembra di ricordare che la prima di queste sia nata come costola della CGIL (leggi anche PDS) ma anche le altre sono tutte ascrivibili all'area sinistra. Tempo fa Legno Storto pubblicava periodicamente articoli dell'ADUC, non sembrava neppure male fino a quando il responsabile pubblicò un articolo in cui si accusava la Coca Cola (vot mo dir?) di contenere droga e chiedeva che questa compagnia rendesse pubbliche le percentuali degli ingredienti in essa contenuti!!! :D Non mi sono mai interessata a queste cose, certo che andando a guardare adesso vedo che costoro vorrebbero poter fare Class Action su tutto: dalle cellule staminali alla pillola abortiva, modifica dello statuto Vaticano all'ONU ecc. Cioè veri e propri programmi politici mascherati dietro la difesa dei consuamtori. Dal loro sito una petizione, criticando la proposta Bersani sulla Class Action, chiede di allargare i soggetti che possano farla:
"...In questo modello, i singoli cittadini e le centinaia di associazioni specializzate nella tutela di interessi collettivi specifici, patrimoniali o meno (ad es. nella tutela delle donne e dei bambini, della salute, della natura, dell'investimento e del risparmio, ed ancora nella protezione dalla mafia, dal racket, dall'usura, dalla droga, dalla pedofilia e dalla pedopornografia, solo per citarne alcune) sarebbero escluse dalla possibilita' di avviare azioni collettive."
Fra un poì vedremo circolare i sanculotti.
Anche se ricordo che quando vennero approvate le norme antifumo di Sirchia ne avevano già dato un assaggio quelli del CODACONS che andavano in giro con gli estintori a spegnere le sigarette, sì, ma anche di quelli che incontravano per strada. Lo avessero fatto a me, per strada, li avrei denunciati, non prima però di avergli messo l'estintore in ....
Lorenza.
Grazie per i vostri contributi.
Lorenza ha ben inquadrato l anascita di queste associazioni.
Come spesso accade da una esigenza che Bruno ha brutalmente espresso, poi sorgono come funghi una miriade di iniziative che probabilmente non rendono quel servizio di cui avremmo bisogno.
Chissà se a qualcuna di queste associazioni verrà mai in mente di dire qualcosa sulle coop che non pagano le tasse come tutti gli altri.
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