Due i fatti di rilievo nella politica italiana del fine settimana.
La grande manifestazione di Alleanza Nazionale a Roma dalla quale è emerso, una volta di più, che il Popolo Italiano non vede l’ora che cada il governo di sinistra e, nel frattempo, lo manda con tutto il cuore a quel paese.
Le polemiche scatenate ipocritamente e demagogicamente dalla sinistra contro Francesco Storace e il Movimento La Destra.
Ci sarebbe poi, a cavallo tra la politica e il gossip, la storia di querele e di battute tra il grande attore Luca Barbareschi e una attrice romana di sinistra, ma di questo ne parleremo in altra circostanza (forse …).
La manifestazione romana di A.N. ha reso evidente una unità popolare e di base degli elettori del Centro Destra che travalica gli angusti confini di partito, per proiettarsi verso un reale idem sentire.
Sentimento che viene perfettamente interpretato dal senatore Francesco Storace che, toltosi i guanti bianchi dell’epoca in cui stava in A.N., non le manda certo a dire e usa quel linguaggio che, ne sono convinto, appassiona e piace alla gran parte del nostro elettorato.
Perché, checchè ne dicano abatini di lungo corso e parvenu istituzionalisti, quello è ciò che vogliamo sentire dai nostri rappresentanti.
Un linguaggio che non dia adito a sospetti di inciuci e di compromessi con una sinistra sempre più becera e smemorata.
Riassumiamo, anche a futura memoria, i fatti.
Tutta la stampa nazionale ha definito l’appoggio dei senatori non eletti al governo Prodi una “stampella”.
In effetti senza il voto determinante di Montalcini e Colombo, Visco sarebbe stato sfiduciato e il governo sarebbe presumibilmente entrato in crisi.
Prendendo spunto dai commenti di stampa, i giovani del Movimento La Destra hanno pensato di inviare in omaggio a Montalcini un paio di stampelle: ironia graffiante, impertinente, irridente, ma pur sempre ironia.
Per lo meno non hanno pensato di rompergliele in testa come un tizio cercò di fare contro il Presidente Berlusconi, usando un treppiede da fotografo !
Storace, intervistato da uno degli organi della sinistra, definì l’iniziativa dei suoi giovani per quello che appunto era “una goliardata”, rifiutandosi di prenderne le distanze.
Montalcini, allo stesso quotidiano, ha scritto piccata riesumando la solita tiritera antifascista.
Storace non ha perso tempo e le ha ricordato che, votando anche per i singoli provvedimenti del governo, puntellando Prodi anche sulle mozioni di sfiducia individuali, ha perso quell’alone di super partes che un senatore non eletto e tale per meriti extra elettorali, avrebbe avuto se si fosse limitato a presenze d’onore, quindi doveva accettare le risposte politiche e gli attacchi politici.
Insorge Napolitano che giudica indegne le parole di Storace (e ci credo: lui stesso fu nominato senatore da Ciampi senza che avesse palesato alcun merito, anzi dopo una vita da comunista).
Storace ricorda a Napolitano che non è la persona più indicata a fare la morale al prossimo, ricordandogli il suo entusiasmo per “l’aiuto fraterno” che i carri armati sovietici diedero in Ungheria nel 1956, i suoi trascorsi da comunista non pentito, la sua faziosità che lo porta sistematicamente a prendere posizione nell’interesse di Prodi.
Seguono gli ululati della sinistra contro Storace.
Storace ha trattato Montalcini e Napolitano per quello che sono: due personaggi che ricoprono cariche che dovrebbero esaltarne l’imparzialità e, invece, risultano funzionali alla sinistra.
Montalcini e Napolitano devono ricordare che nel momento in cui si schierano diventano bersagli come tutti gli altri delle legittime reazioni della avversa parte politica.
La sinistra, smemorata come sempre quando le conviene, non ricorda le offese e gli insulti, fino a richiederne le dimissioni e la messa in stato di accusa, rivolte contro il Presidente Cossiga.
La sinistra, con le sue amnesie per lei così provvidenziali, non ricorda le offese sistematicamente rivolte al Presidente Berlusconi sin dalla sua discesa in campo nel 1994.
La sinistra dimentica che senatori non eletti e presidente della repubblica per rappresentare tutti i cittadini devono evitare di essere il dodicesimo e il tredicesimo uomo in campo, nella partita della politica.
La sinistra tutto questo lo sa, ma non ha alcun interesse a ricordarsene e metterlo in pratica, perché nel suo dna c’è carenza di vitamina “d” (democrazia).
Ed è inutile che oggi il compagno Veltroni, segretario del politburo del partito presunto democratico, "piagnucoli" dalle colonne del quotidiano della mia città invitando ad “uscire dal tunnel dell’odio”, perché quel tunnel lo hanno voluto imboccare loro e adesso che le sciagurate scelte di lotta totale al Presidente Berlusconi, si ritorcono contro di loro devono accettarne le conseguenze.
Loro è la responsabilità, solo loro può essere il gesto di riparazione: scuse e rinuncia alla politica da parte dell’intera nomenklatura della sinistra che dal 1994 ad oggi ha istigato ai comportamenti che tanto oggi fanno soffrire il dolente compagno Veltroni.
Per questo i due eventi del fine settimana, la marcia a Roma di A.N. e le energiche risposte di Storace ai suoi critici, appartengono all’intero Centro Destra, ad un Popolo delle Libertà che ha preso coscienza della sua forza e che non accetta alcuna sudditanza nei confronti dei temi, delle parole d’ordine, dei linguaggi e delle ipocrisie di una sinistra che dobbiamo solo combattere, combattere, combattere.
La grande manifestazione di Alleanza Nazionale a Roma dalla quale è emerso, una volta di più, che il Popolo Italiano non vede l’ora che cada il governo di sinistra e, nel frattempo, lo manda con tutto il cuore a quel paese.
Le polemiche scatenate ipocritamente e demagogicamente dalla sinistra contro Francesco Storace e il Movimento La Destra.
Ci sarebbe poi, a cavallo tra la politica e il gossip, la storia di querele e di battute tra il grande attore Luca Barbareschi e una attrice romana di sinistra, ma di questo ne parleremo in altra circostanza (forse …).
La manifestazione romana di A.N. ha reso evidente una unità popolare e di base degli elettori del Centro Destra che travalica gli angusti confini di partito, per proiettarsi verso un reale idem sentire.
Sentimento che viene perfettamente interpretato dal senatore Francesco Storace che, toltosi i guanti bianchi dell’epoca in cui stava in A.N., non le manda certo a dire e usa quel linguaggio che, ne sono convinto, appassiona e piace alla gran parte del nostro elettorato.
Perché, checchè ne dicano abatini di lungo corso e parvenu istituzionalisti, quello è ciò che vogliamo sentire dai nostri rappresentanti.
Un linguaggio che non dia adito a sospetti di inciuci e di compromessi con una sinistra sempre più becera e smemorata.
Riassumiamo, anche a futura memoria, i fatti.
Tutta la stampa nazionale ha definito l’appoggio dei senatori non eletti al governo Prodi una “stampella”.
In effetti senza il voto determinante di Montalcini e Colombo, Visco sarebbe stato sfiduciato e il governo sarebbe presumibilmente entrato in crisi.
Prendendo spunto dai commenti di stampa, i giovani del Movimento La Destra hanno pensato di inviare in omaggio a Montalcini un paio di stampelle: ironia graffiante, impertinente, irridente, ma pur sempre ironia.
Per lo meno non hanno pensato di rompergliele in testa come un tizio cercò di fare contro il Presidente Berlusconi, usando un treppiede da fotografo !
Storace, intervistato da uno degli organi della sinistra, definì l’iniziativa dei suoi giovani per quello che appunto era “una goliardata”, rifiutandosi di prenderne le distanze.
Montalcini, allo stesso quotidiano, ha scritto piccata riesumando la solita tiritera antifascista.
Storace non ha perso tempo e le ha ricordato che, votando anche per i singoli provvedimenti del governo, puntellando Prodi anche sulle mozioni di sfiducia individuali, ha perso quell’alone di super partes che un senatore non eletto e tale per meriti extra elettorali, avrebbe avuto se si fosse limitato a presenze d’onore, quindi doveva accettare le risposte politiche e gli attacchi politici.
Insorge Napolitano che giudica indegne le parole di Storace (e ci credo: lui stesso fu nominato senatore da Ciampi senza che avesse palesato alcun merito, anzi dopo una vita da comunista).
Storace ricorda a Napolitano che non è la persona più indicata a fare la morale al prossimo, ricordandogli il suo entusiasmo per “l’aiuto fraterno” che i carri armati sovietici diedero in Ungheria nel 1956, i suoi trascorsi da comunista non pentito, la sua faziosità che lo porta sistematicamente a prendere posizione nell’interesse di Prodi.
Seguono gli ululati della sinistra contro Storace.
Storace ha trattato Montalcini e Napolitano per quello che sono: due personaggi che ricoprono cariche che dovrebbero esaltarne l’imparzialità e, invece, risultano funzionali alla sinistra.
Montalcini e Napolitano devono ricordare che nel momento in cui si schierano diventano bersagli come tutti gli altri delle legittime reazioni della avversa parte politica.
La sinistra, smemorata come sempre quando le conviene, non ricorda le offese e gli insulti, fino a richiederne le dimissioni e la messa in stato di accusa, rivolte contro il Presidente Cossiga.
La sinistra, con le sue amnesie per lei così provvidenziali, non ricorda le offese sistematicamente rivolte al Presidente Berlusconi sin dalla sua discesa in campo nel 1994.
La sinistra dimentica che senatori non eletti e presidente della repubblica per rappresentare tutti i cittadini devono evitare di essere il dodicesimo e il tredicesimo uomo in campo, nella partita della politica.
La sinistra tutto questo lo sa, ma non ha alcun interesse a ricordarsene e metterlo in pratica, perché nel suo dna c’è carenza di vitamina “d” (democrazia).
Ed è inutile che oggi il compagno Veltroni, segretario del politburo del partito presunto democratico, "piagnucoli" dalle colonne del quotidiano della mia città invitando ad “uscire dal tunnel dell’odio”, perché quel tunnel lo hanno voluto imboccare loro e adesso che le sciagurate scelte di lotta totale al Presidente Berlusconi, si ritorcono contro di loro devono accettarne le conseguenze.
Loro è la responsabilità, solo loro può essere il gesto di riparazione: scuse e rinuncia alla politica da parte dell’intera nomenklatura della sinistra che dal 1994 ad oggi ha istigato ai comportamenti che tanto oggi fanno soffrire il dolente compagno Veltroni.
Per questo i due eventi del fine settimana, la marcia a Roma di A.N. e le energiche risposte di Storace ai suoi critici, appartengono all’intero Centro Destra, ad un Popolo delle Libertà che ha preso coscienza della sua forza e che non accetta alcuna sudditanza nei confronti dei temi, delle parole d’ordine, dei linguaggi e delle ipocrisie di una sinistra che dobbiamo solo combattere, combattere, combattere.
3 commenti:
Di mio aggiungo solo che Barbareschi, oltre che grande attore, è uomo di profonda e vasta cultura. Non un "intellettuale", ma Uomo di Cultura.E da quando è noto che sia di Destra, le sue apparizioni in TV sono ridotte al lumicino.
Chissà mai perchè...
Labili di memoria e non solo. Giusto combattere la sinistra perchè è la devastazione di ogni società. Giulio.
Ammiro il coraggio di Storace, quando ha lanciato la sua invettiva contro la casta: "i commenti della casta mi fanno il solletico".
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