Avvertenza: il post è lungo, anche se ho cercato di tagliare alcune ripetizioni. Avrei potuto dividerlo in due (“pro” e “contro”) ma alla fine ho deciso di pubblicarlo così come mi è venuto scritto, di getto, nonostante alcune omissioni, visto che sull’Italia di Berlusconi (quindici anni che diventeranno almeno venti se non venticinque) ci sarebbe da scrivere pagine fitte.
Piaccia o meno, ma dal 1994 la politica italiana è Berlusconi.
Amici e nemici hanno, come unico metro di misura e termine di paragone, il Cavaliere di Arcore: per quello che fa, per quello che dice, per quello che propone, per le sue battute, per le sue scelte.
A sinistra si sono talmente appiattiti su Berlusconi che nel momento in cui ha fallito anche Veltroni lo hanno rimpiazzato con uno che passa le sue giornate a commentare tutto quello che fa o dice il Premier, senza alcuna proposta autonoma.
A lui si affianca un ex magistrato che sarebbe simpatico per la sua verve contadina e il suo italiano che avrebbe bisogno di molti passaggi in Arno, ma che è ossessionato dal Cavaliere e si consuma nell’invidia evidente di non essere al suo posto.
Tutti e due hanno superato il muro del ridicolo nel dire, dopo 15 anni dalla sua discesa in campo, che Berlusconi minaccia la democrazia e uno dei due (il rimpiazzo ferrarese di Veltroni) lega tale “minaccia” alla differenza di punti alle prossime europee: con 12 punti di differenza la democrazia è salva, con 13 la democrazia è spacciata.
Il che la dice lunga anche sulla considerazione che hanno dei loro elettori, visto che sono convinti che ci sia in Italia ancora qualcuno così sciocco da credere che Berlusconi sia una minaccia per la democrazia.
Piuttosto: cos’è questa democrazia ?
Mi sembra che a sinistra, privi di idee e ideali, progetti e leaders, confondano la democrazia con l’assembleacrazia, cioè l’oclocrazia di Polibio che è, per l’appunto, la degenerazione della democrazia.
Perché la democrazia non è vuote chiacchiere o staticità immutabile nel tempo, ma è evoluzione al passo con quella della società.
Oggi, nel mondo globale e delle sfide planetarie, non si possono perdere giorni e mesi per un doppio (o plurimo quando si è in presenza di modifiche) passaggio alle camere.
Oggi occorre rapidità e unitarietà di decisione.
Ve l’immaginate quanto poco avrebbe ottenuto la Fiat, alla caccia di prede per il mondo, se non avesse affidato ad un uomo solo il comando ?
La democrazia, dunque, deve evolversi, con la scelta di chi comanda e con la messa a sua disposizione dei mezzi per governare per l’intero mandato affidatogli dagli elettori che, poi, al termine decideranno se quel che ha fatto è buono e merita la riconferma oppure cattivo e merita di essere sostituito.
Ed ecco che è risolto il dilemma sul parlamento pletorico, inutile, controproducente: affermazioni che – le abbia dette o meno - trovano il mio pieno consenso.
Del resto è semplice fare un paragone tra l’Italia che ha 60 milioni di abitanti, con un parlamento di 630 deputati e 315 senatori (più sette a vita che, all’occorrenza, intervengono a falsare i rapporti elettorali: questo è un vero attentato alla democrazia visto che modifica arbitrariamente le scelte dell’elettorato !!!), mentre gli Stati Uniti hanno 300 milioni di abitanti con 435 rappresentanti (deputati) e 100 senatori (più il Vicepresidente il cui voto è determinante solo in caso di parità).
E, ancora, un’Italia in cui ogni legge deve passare all’esame di ogni camera, mentre negli Stati Uniti vige in generale la divisione per competenze.
Ma Berlusconi, a sentire i profondi pensatori della sinistra, sarebbe un pericolo per la democrazia.
Attacca i giudici, dicono: ma cosa dovrebbe fare uno che da 15 anni è sottoposto a continui processi basati su teoremi ?
E, poi, credo che chiunque abbia a che fare con il mondo togato la pensi come Berlusconi circa la necessità di una profonda ristrutturazione (io la chiamo: rivoluzione) della magistratura.
L’inefficienza che emerge dai processi, le scelte ideologiche che caratterizzano alcune sentenze (soprattutto in materia di sicurezza e immigrazione, oltre ovviamente a quelle che riguardano il Premier, dove le leggi vengono “interpretate” in base alla personale opinione del giudice) fanno della magistratura una autentica palla al piede per la nazione.
Anche in questo campo ci vengono in aiuto i sistemi anglosassoni che hanno a cuore il benessere dei cittadini più della difesa della casta giudiziaria.
Pubblici Ministeri eletti dal Popolo, così perseguiranno quei reati che sono maggiormente sentiti come odiosi (e non assisteremo più ad assoluzioni di rapinatori e persecuzioni verso chi si difende).
Giudici nominati tra avvocati, docenti, giuristi di chiara fama ed esperienza, così non vedremo più giudici che sembra abbiano ancora il latte sulle labbra, giudicare della vita e del lavoro di persone adulte e mature solo in forza di un concorso vinto.
Ma, dicono, Berlusconi non è dignitoso come Premier, perché scherza e … va con le donne !!!
Ma quelli non sono difetti, sono pregi !
E, se proprio vogliamo dirla tutta, il fatto che scherzi e sappia instaurare un rapporto con gli altri capi di governo, tutto sommato, ci torna anche utile: scommettiamo che se la Russia deciderà di chiudere i rubinetti del gas a noi, grazie al rapporto preferenziale tra Putin e Berlusconi, non mancherà il riscaldamento il prossimo inverno ?
E, poi, andare con le donne, prima che un pregio è un fatto personale del Premier che, comunque, anche in questo caso, onora l’italianità e la fama che noi abbiamo nel mondo.
Quello che si deve giudicare in Berlusconi non è la sua voglia di scherzare, il suo amore per le donne belle e giovani (quale uomo normale non condivide un tale principio ?), i suoi problemi giudiziari frutto solo di teoremi (come credo) o veri che siano.
Quel che si deve giudicare è la sua azione di governo.
E la sua azione di governo è da promuovere.
Sui cinque/sei macro temi che ritengo di maggior rilievo per ogni cittadino, Berlusconi ha scelto la strada giusta.
Per la prima volta la filosofia di un politico è la riduzione delle tasse, non il loro aumento.
Le ha diminuite nel periodo 2001-2006 ed ha abolito (anche se, purtroppo, non del tutto) l’Ici, con una scelta rivoluzionaria perché è la prima volta che viene cancellata una tassa che portava così tanti quattrini al pubblico da poter disperdere in mille rivoli.
Una filosofia che dovrebbe trovare il coraggio di spingere ancora più a fondo, passando direttamente alla flat tax entro il 20% e, a tendere, al 10% (la antica “decima” dei Romani) facendo quindi pagare i servizi a chi li usa, al prezzo di costo.
Della giustizia abbiamo già scritto, anche qui deve passare il Rubicone e smetterla con la politica dei piccoli passi, per rivoluzionare tutto quel mondo.
La sicurezza che è strettamente connessa con l’immigrazione è stata affrontata sin dall’inizio del suo precedente mandato, ma anche qui con una politica troppo cauta.
Solo sotto elezioni, grazie alla spinta di una Lega fino ad ora troppo rinunciataria, si è proceduto ad un respingimento di alcuni barconi e, da quel momento, sembra che non vi siano più stati sbarchi.
Ma anche qui si sono persi per strada gli obblighi di denuncia dei clandestini da parte di medici e presidi, la possibilità di avere Ronde realmente efficaci perché dotate di armi e di poteri di polizia, una vera sanzione nei confronti dei clandestini e non una ammenda ridicola che nessuno pagherà mai, unita ad un foglio di via che servirà solo a farli sciamare liberi sul nostro territorio nazionale.
L’inefficienza della burocrazia e delle strutture sociali, cioè l’eccesso di statalismo, nel quale si può far rientrare anche un parlamento pletorico e ingessato da leggi e regolamenti.
Anche qui qualcosa si è fatto (soprattutto grazie alla spinta di ministri come Brunetta e Gelmini) ma si deve fare di più per smontare una macchina dello stato ipertrofica, inefficiente, vessatrice.
Uno stato leggero, dunque, cioè il contrario di quel che, sull’onda della crisi economica, sta accadendo in questi mesi, dove sembra che, per seguire l’esempio di quello “giovane, bello (?) e abbronzato”, si stia ripensando ad una valanga di interventi dello stato in economia, invertendo la buona e virtuosa rotta che era stata intrapresa verso il libero mercato:
E qui Berlusconi è decisamente insufficiente.
Da lui mi sarei aspettato un deciso sostegno al principio del libero mercato, dove non si deve aver paura dei fallimenti perché il fallimento è il miglior spazzino dell’economia e, come sosteneva il premier britannico Margareth Thatcher, solo con molti fallimenti possiamo avere tanti nuovi ricchi e non ingessare le nostre economie sulle caste delle “famiglie bene” o dei manager iperpagati e, quando le cose vanno male, iperprotetti dallo stato.
A parte, dunque, l’aspetto di un rigurgito statalista che Berlusconi non sta affatto contrastando, l’azione di governo di Berlusconi è da sufficienza piena.
Dovrebbe cioè indurre a guardarsi intorno per vedere se c’è di meglio nella consapevolezza che, almeno, la strada intrapresa dall’attuale governo è quella giusta, anche se molto, ma molto lenta.
Ma se guardiamo ai competitors di Berlusconi … c’è da mettersi le mani nei capelli.
Quelli che hanno una sia pur minima possibilità di ottenere un risultato elettorale sufficiente sono peggio (molto, ma molto peggio !) di lui: da Fini a D’alema, da Di Pietro a Casini.
Allora, tutto sommato, bene fa la maggioranza degli italiani a confermare la fiducia a Berlusconi, possibilmente con quindici, venti punti di vantaggio, così si potrà finalmente sbugiardare tutti coloro che affermano demagogicamente che con un vantaggio superiore ai 12 punti la democrazia è in pericolo.
Purtroppo, però, non è possibile tacere dei “contro” che Berlusconi, da quel fatidico gennaio 2008, ha accumulato contro di se.
Il primo e più grave (per me) elemento è la sua partecipazione, dopo 14 anni di astensione, alla liturgia del 25 aprile, sposando quindi la retorica resistenzialista e allontanando la prospettiva di una pacificazione tra gli italiani dopo la guerra persa.
Sì, perché i debiti di guerra che abbiamo dovuto pagare, le mutilazioni territoriali, la sovranità limitata che ci fu imposta, fanno sì che si possa dire, senza tema di smentita, che la guerra fu persa dall’Italia e dagli italiani, da tutti gli italiani, come ebbe modo di dichiarare un antifascista, intellettualmente onesto, come Benedetto Croce.
La retorica resistenzialista è una invenzione del dopo guerra, degli anni settanta, quando il pci cercava motivi di aggregazione per fermare la crescita della Destra Nazionale di Giorgio Almirante e per sferrare un attacco che pensava potesse essere decisivo per la conquista del potere.
Quindi Berlusconi, dando lustro con la sua partecipazione alla liturgia del 25 aprile 2009, ha fatto fare a tutta la nazione un grande passo indietro.
Probabilmente tale errore è figlio di quello originale del gennaio 2008 quando, contravvenendo alla filosofia della grande coalizione del Centro Destra, ha deciso di porre un aut aut: o tutti all’interno del suo nuovo partito o fuori.
Credo che si sia pentito dall’aver preso dentro Fini che è, ora, il vero capo dell’opposizione come si rileva anche dalle sue continue prese di distanza da ogni dichiarazione del Premier.
Del resto Fini è famoso per aver definito il pdl “comica finale”, salvo poi accomodarsi al secondo posto nelle sue liste e beneficiare dell’effetto traino di Berlusconi (cioè del capo comico secondo le sue classificazioni).
Come non è possibile condividere quella consistente (a livello parlamentare, molto meno a livello elettorale) corrente che abbiamo definito radicalfiniana e che ha già provocato danni dissociandosi dalle giuste scelte pro vita del Governo e del Premier durante la dolorosa vicenda di Eluana Englaro e, quindi, con la famigerata “lettera dei 102”, ostacolando (riuscendovi) l’approvazione di un decreto di sicurezza che andasse più nel senso dei desiderata del Popolo che non di quello delle verginelle “politicamente corrette” che aprirebbero indiscriminatamente le porte della Patria a chiunque.
Probabilmente se ci fosse ancora la Casa delle Libertà (magari purgata dell’Udc di Casini) la presenza delle forze di Destra avrebbero consentito una maggiore tenuta su quei temi e non posso escludere che Berlusconi sia pentito dalle scelte fatte prima e durante la campagna elettorale dell’anno scorso, quando la impostò sul “voto utile” e adesso dovrebbe dirci dove è l’utilità di un voto che ha portato in parlamento Fini e i “102” di cui sopra.
Pro e contro Berlusconi, dunque.
Come da quindici anni tutto ruota attorno a lui.
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Piaccia o meno, ma dal 1994 la politica italiana è Berlusconi.
Amici e nemici hanno, come unico metro di misura e termine di paragone, il Cavaliere di Arcore: per quello che fa, per quello che dice, per quello che propone, per le sue battute, per le sue scelte.
A sinistra si sono talmente appiattiti su Berlusconi che nel momento in cui ha fallito anche Veltroni lo hanno rimpiazzato con uno che passa le sue giornate a commentare tutto quello che fa o dice il Premier, senza alcuna proposta autonoma.
A lui si affianca un ex magistrato che sarebbe simpatico per la sua verve contadina e il suo italiano che avrebbe bisogno di molti passaggi in Arno, ma che è ossessionato dal Cavaliere e si consuma nell’invidia evidente di non essere al suo posto.
Tutti e due hanno superato il muro del ridicolo nel dire, dopo 15 anni dalla sua discesa in campo, che Berlusconi minaccia la democrazia e uno dei due (il rimpiazzo ferrarese di Veltroni) lega tale “minaccia” alla differenza di punti alle prossime europee: con 12 punti di differenza la democrazia è salva, con 13 la democrazia è spacciata.
Il che la dice lunga anche sulla considerazione che hanno dei loro elettori, visto che sono convinti che ci sia in Italia ancora qualcuno così sciocco da credere che Berlusconi sia una minaccia per la democrazia.
Piuttosto: cos’è questa democrazia ?
Mi sembra che a sinistra, privi di idee e ideali, progetti e leaders, confondano la democrazia con l’assembleacrazia, cioè l’oclocrazia di Polibio che è, per l’appunto, la degenerazione della democrazia.
Perché la democrazia non è vuote chiacchiere o staticità immutabile nel tempo, ma è evoluzione al passo con quella della società.
Oggi, nel mondo globale e delle sfide planetarie, non si possono perdere giorni e mesi per un doppio (o plurimo quando si è in presenza di modifiche) passaggio alle camere.
Oggi occorre rapidità e unitarietà di decisione.
Ve l’immaginate quanto poco avrebbe ottenuto la Fiat, alla caccia di prede per il mondo, se non avesse affidato ad un uomo solo il comando ?
La democrazia, dunque, deve evolversi, con la scelta di chi comanda e con la messa a sua disposizione dei mezzi per governare per l’intero mandato affidatogli dagli elettori che, poi, al termine decideranno se quel che ha fatto è buono e merita la riconferma oppure cattivo e merita di essere sostituito.
Ed ecco che è risolto il dilemma sul parlamento pletorico, inutile, controproducente: affermazioni che – le abbia dette o meno - trovano il mio pieno consenso.
Del resto è semplice fare un paragone tra l’Italia che ha 60 milioni di abitanti, con un parlamento di 630 deputati e 315 senatori (più sette a vita che, all’occorrenza, intervengono a falsare i rapporti elettorali: questo è un vero attentato alla democrazia visto che modifica arbitrariamente le scelte dell’elettorato !!!), mentre gli Stati Uniti hanno 300 milioni di abitanti con 435 rappresentanti (deputati) e 100 senatori (più il Vicepresidente il cui voto è determinante solo in caso di parità).
E, ancora, un’Italia in cui ogni legge deve passare all’esame di ogni camera, mentre negli Stati Uniti vige in generale la divisione per competenze.
Ma Berlusconi, a sentire i profondi pensatori della sinistra, sarebbe un pericolo per la democrazia.
Attacca i giudici, dicono: ma cosa dovrebbe fare uno che da 15 anni è sottoposto a continui processi basati su teoremi ?
E, poi, credo che chiunque abbia a che fare con il mondo togato la pensi come Berlusconi circa la necessità di una profonda ristrutturazione (io la chiamo: rivoluzione) della magistratura.
L’inefficienza che emerge dai processi, le scelte ideologiche che caratterizzano alcune sentenze (soprattutto in materia di sicurezza e immigrazione, oltre ovviamente a quelle che riguardano il Premier, dove le leggi vengono “interpretate” in base alla personale opinione del giudice) fanno della magistratura una autentica palla al piede per la nazione.
Anche in questo campo ci vengono in aiuto i sistemi anglosassoni che hanno a cuore il benessere dei cittadini più della difesa della casta giudiziaria.
Pubblici Ministeri eletti dal Popolo, così perseguiranno quei reati che sono maggiormente sentiti come odiosi (e non assisteremo più ad assoluzioni di rapinatori e persecuzioni verso chi si difende).
Giudici nominati tra avvocati, docenti, giuristi di chiara fama ed esperienza, così non vedremo più giudici che sembra abbiano ancora il latte sulle labbra, giudicare della vita e del lavoro di persone adulte e mature solo in forza di un concorso vinto.
Ma, dicono, Berlusconi non è dignitoso come Premier, perché scherza e … va con le donne !!!
Ma quelli non sono difetti, sono pregi !
E, se proprio vogliamo dirla tutta, il fatto che scherzi e sappia instaurare un rapporto con gli altri capi di governo, tutto sommato, ci torna anche utile: scommettiamo che se la Russia deciderà di chiudere i rubinetti del gas a noi, grazie al rapporto preferenziale tra Putin e Berlusconi, non mancherà il riscaldamento il prossimo inverno ?
E, poi, andare con le donne, prima che un pregio è un fatto personale del Premier che, comunque, anche in questo caso, onora l’italianità e la fama che noi abbiamo nel mondo.
Quello che si deve giudicare in Berlusconi non è la sua voglia di scherzare, il suo amore per le donne belle e giovani (quale uomo normale non condivide un tale principio ?), i suoi problemi giudiziari frutto solo di teoremi (come credo) o veri che siano.
Quel che si deve giudicare è la sua azione di governo.
E la sua azione di governo è da promuovere.
Sui cinque/sei macro temi che ritengo di maggior rilievo per ogni cittadino, Berlusconi ha scelto la strada giusta.
Per la prima volta la filosofia di un politico è la riduzione delle tasse, non il loro aumento.
Le ha diminuite nel periodo 2001-2006 ed ha abolito (anche se, purtroppo, non del tutto) l’Ici, con una scelta rivoluzionaria perché è la prima volta che viene cancellata una tassa che portava così tanti quattrini al pubblico da poter disperdere in mille rivoli.
Una filosofia che dovrebbe trovare il coraggio di spingere ancora più a fondo, passando direttamente alla flat tax entro il 20% e, a tendere, al 10% (la antica “decima” dei Romani) facendo quindi pagare i servizi a chi li usa, al prezzo di costo.
Della giustizia abbiamo già scritto, anche qui deve passare il Rubicone e smetterla con la politica dei piccoli passi, per rivoluzionare tutto quel mondo.
La sicurezza che è strettamente connessa con l’immigrazione è stata affrontata sin dall’inizio del suo precedente mandato, ma anche qui con una politica troppo cauta.
Solo sotto elezioni, grazie alla spinta di una Lega fino ad ora troppo rinunciataria, si è proceduto ad un respingimento di alcuni barconi e, da quel momento, sembra che non vi siano più stati sbarchi.
Ma anche qui si sono persi per strada gli obblighi di denuncia dei clandestini da parte di medici e presidi, la possibilità di avere Ronde realmente efficaci perché dotate di armi e di poteri di polizia, una vera sanzione nei confronti dei clandestini e non una ammenda ridicola che nessuno pagherà mai, unita ad un foglio di via che servirà solo a farli sciamare liberi sul nostro territorio nazionale.
L’inefficienza della burocrazia e delle strutture sociali, cioè l’eccesso di statalismo, nel quale si può far rientrare anche un parlamento pletorico e ingessato da leggi e regolamenti.
Anche qui qualcosa si è fatto (soprattutto grazie alla spinta di ministri come Brunetta e Gelmini) ma si deve fare di più per smontare una macchina dello stato ipertrofica, inefficiente, vessatrice.
Uno stato leggero, dunque, cioè il contrario di quel che, sull’onda della crisi economica, sta accadendo in questi mesi, dove sembra che, per seguire l’esempio di quello “giovane, bello (?) e abbronzato”, si stia ripensando ad una valanga di interventi dello stato in economia, invertendo la buona e virtuosa rotta che era stata intrapresa verso il libero mercato:
E qui Berlusconi è decisamente insufficiente.
Da lui mi sarei aspettato un deciso sostegno al principio del libero mercato, dove non si deve aver paura dei fallimenti perché il fallimento è il miglior spazzino dell’economia e, come sosteneva il premier britannico Margareth Thatcher, solo con molti fallimenti possiamo avere tanti nuovi ricchi e non ingessare le nostre economie sulle caste delle “famiglie bene” o dei manager iperpagati e, quando le cose vanno male, iperprotetti dallo stato.
A parte, dunque, l’aspetto di un rigurgito statalista che Berlusconi non sta affatto contrastando, l’azione di governo di Berlusconi è da sufficienza piena.
Dovrebbe cioè indurre a guardarsi intorno per vedere se c’è di meglio nella consapevolezza che, almeno, la strada intrapresa dall’attuale governo è quella giusta, anche se molto, ma molto lenta.
Ma se guardiamo ai competitors di Berlusconi … c’è da mettersi le mani nei capelli.
Quelli che hanno una sia pur minima possibilità di ottenere un risultato elettorale sufficiente sono peggio (molto, ma molto peggio !) di lui: da Fini a D’alema, da Di Pietro a Casini.
Allora, tutto sommato, bene fa la maggioranza degli italiani a confermare la fiducia a Berlusconi, possibilmente con quindici, venti punti di vantaggio, così si potrà finalmente sbugiardare tutti coloro che affermano demagogicamente che con un vantaggio superiore ai 12 punti la democrazia è in pericolo.
Purtroppo, però, non è possibile tacere dei “contro” che Berlusconi, da quel fatidico gennaio 2008, ha accumulato contro di se.
Il primo e più grave (per me) elemento è la sua partecipazione, dopo 14 anni di astensione, alla liturgia del 25 aprile, sposando quindi la retorica resistenzialista e allontanando la prospettiva di una pacificazione tra gli italiani dopo la guerra persa.
Sì, perché i debiti di guerra che abbiamo dovuto pagare, le mutilazioni territoriali, la sovranità limitata che ci fu imposta, fanno sì che si possa dire, senza tema di smentita, che la guerra fu persa dall’Italia e dagli italiani, da tutti gli italiani, come ebbe modo di dichiarare un antifascista, intellettualmente onesto, come Benedetto Croce.
La retorica resistenzialista è una invenzione del dopo guerra, degli anni settanta, quando il pci cercava motivi di aggregazione per fermare la crescita della Destra Nazionale di Giorgio Almirante e per sferrare un attacco che pensava potesse essere decisivo per la conquista del potere.
Quindi Berlusconi, dando lustro con la sua partecipazione alla liturgia del 25 aprile 2009, ha fatto fare a tutta la nazione un grande passo indietro.
Probabilmente tale errore è figlio di quello originale del gennaio 2008 quando, contravvenendo alla filosofia della grande coalizione del Centro Destra, ha deciso di porre un aut aut: o tutti all’interno del suo nuovo partito o fuori.
Credo che si sia pentito dall’aver preso dentro Fini che è, ora, il vero capo dell’opposizione come si rileva anche dalle sue continue prese di distanza da ogni dichiarazione del Premier.
Del resto Fini è famoso per aver definito il pdl “comica finale”, salvo poi accomodarsi al secondo posto nelle sue liste e beneficiare dell’effetto traino di Berlusconi (cioè del capo comico secondo le sue classificazioni).
Come non è possibile condividere quella consistente (a livello parlamentare, molto meno a livello elettorale) corrente che abbiamo definito radicalfiniana e che ha già provocato danni dissociandosi dalle giuste scelte pro vita del Governo e del Premier durante la dolorosa vicenda di Eluana Englaro e, quindi, con la famigerata “lettera dei 102”, ostacolando (riuscendovi) l’approvazione di un decreto di sicurezza che andasse più nel senso dei desiderata del Popolo che non di quello delle verginelle “politicamente corrette” che aprirebbero indiscriminatamente le porte della Patria a chiunque.
Probabilmente se ci fosse ancora la Casa delle Libertà (magari purgata dell’Udc di Casini) la presenza delle forze di Destra avrebbero consentito una maggiore tenuta su quei temi e non posso escludere che Berlusconi sia pentito dalle scelte fatte prima e durante la campagna elettorale dell’anno scorso, quando la impostò sul “voto utile” e adesso dovrebbe dirci dove è l’utilità di un voto che ha portato in parlamento Fini e i “102” di cui sopra.
Pro e contro Berlusconi, dunque.
Come da quindici anni tutto ruota attorno a lui.
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5 commenti:
Faccio parte della schiera che pensa che Berlusconi sia un pericolo per la democrazia. Basti pensare al monopolio dell'informazione. Ed è chiaro che uno vota in base alle informazioni che ha e che in Italia sono gravemente compromesse dalla situazione di monopolio e di servilismo di buona parte del giornalismo. Evidentemente ne sei vittima anche tu, infatti leggo nel tuo post che Berlusconi è perseguitato da 15 anni, cioè dall'entrata in politica, dalla magistratura. Questa è una delle solite fandonie sostenute per farlo apparire innocente e vittima di un complotto di presunte toghe rosse. Invece molti capi d'imputazione sono precedenti. Tanto che si potrebbe dire che Berlusconi è entrato in politica per pararsi le chiappe quando quel sistema che fino a quel momento gliele aveva efficacemente parate è caduto con tangentopoli.
Non commento il resto perchè evidentemente siamo su posizioni totalmente divergenti. Ma stai all'erta!| Non bertele tutte visto che vedo che hai un cervello che funziona.
Un saluto
Berlusconi in 15 anni ha governato per sette. Gli altri 8 ripartiti tra Dini, Prodi, D'alema, Amato e di nuovo Prodi (e già la stabilità è un valore aggiunto di Berlusconi rispetto agli altri). Nonostante 7 anni di governo i mezzi di informazione sono ancora in grande maggioranza schierati contro di lui. E questo risponde al presunto "monopolio dell'informazione". Di più. Non si è mai chiarita (perchè la scorsa legislatura è durata poco e si è subito tornati nella normalità) la reale portata di quel che è accaduto durante lo spoglio delle schede nell'aprile 2006. Berlusconi al governo una tal monaccia per la democrazia dall'essersi fatto piccionare nello scrutinio ?
Il fatto che tutte le perquisizioni, ispezioni, processi, teoremi siano arrivati dopo il suo ingresso in politica e per fatti accaduti prima sono altri due argomenti a favore di Berlusconi. Perchè il nesso con l'entrata in politica dalla parte "sbagliata" sembra la causa scatenante delle inchieste su di lui. Perchè il fatto che neppure con un teorema siano riusciti a trovare argomenti contro di lui nella sua attività di governo, ne dimostra la integrità.
Poi aggiungo. Non me ne frega nulla di cosa fa o ha fatto Berlusconi in privato, a me interessa quello che lui fa per me. Ha diminuito le tasse nel 2001-2006 (e Prodi le ha aumentate con la sua prima finanziaria). Ha quasi abolito l'Ici. Sta affrontando il problema dell'immigrazione. Ha ben gestito il terremoto in Abruzzo. Ha un ruolo primario in campo internazionale. Vuole rinnovare la giustizia. Ha (2001-2006) realizzato una serie di riforme tra le quali, per la mia attività, importante è quella sul diritto societario e il fallimento.
Insomma Berlusconi è il miglior governante che l'Italia abbia avuto dal 1962 in poi.
La sinistra che si appiatisce sul guardonismo da buco della serratura di Repubblica o sulla magistratura militante mi dice solo che non ha un progetto di società e che vivrebbe alla giornata, con grave nocumento per tutti noi.
Di più. I temi che realmente interessano i cittadini (tasse, immigrazione, sicurezza) vede la sinistra schierata dalla parte dei "politicamente corretti", cioè di coloro che vorrebbero una legislazione contraria al sentimento popolare.
Poi ci sono i contro che, come hai giustamente osservato, dimostrano che siamo lontanissimi. Io, comunque, ero intenzionato anche alle europee a non votare Berlusconi. Le meschinità sulle quali si sono appiattite le opposizioni mi stanno inducendo a turarmi il naso (per i compagni di partito di Berlusconi: Fini, i "102") e votarlo.
Eh eh! Queste campagne diffamatorie non fanno che convertire al VOTO utile, gli astensionisti di destra
Due notizie da aggiungere: il gruppo Debenedetti-Caracciolo di Repubblica deve vendicarsi per l'acquisizione . berlusconiana di MOndadori.
Mentre Murdoch (Sky, il Times di Londra), sta facendo la sua campagna diffamatoria sulla Noemi-novela, perché il magnate australiano in oggetto, non ha potuto mettere le zampacce sul pacchetto azionario di Mediaset.
Ed ecco la terza: all'amministrazione Obama brucia non poco il recente contratto Eni-Gazprom tra il Berlusca e Putin. Berlusconi come Mattei?!?
E i "comunisti" stavolta sono al servizio di questi miserabili potentati.
Ne avessero mai azzeccata una, nella storia...
Il presidente russo si è rifiutato di dare "garanzie" sulle forniture di gas. Come ho scritto nel post, ringrazio Berlusconi se, comunque vada, noi il prossimo inverno staremo al caldo. Eì sintomo di buon governo, nell'interesse dei cittadini italiani. E me ne frego dei teoremi giudiziari e delle passioni del premier per le donne giovani e belle (anzi, potessi avere io le sue opportunità ... :-).
Ciao Massimo, è una lunga analisi la tua e su molte cose concordo: peccato che poi, alla fine, prendiamo due strade diverse. Io non ritengo Berlusconi la causa di tutti i mali del mondo e sono certo che la sua fama e il suo potere siano legati maggiormente all’insipienza degli avversari piuttosto che a suoi meriti specifici; lui è la cartina di tornasole che mette in mostra la nostra pochezza come cittadini ed italiani. Non è nemmeno così ricco come si crede, ma è uno che i soldi li usa, li mostra e se ne compiace; all’inizio del 900 in Sicilia i Florio erano molto più ricchi di lui e furono spazzati via ugualmente. Berlusconi è un uomo pratico e concreto, sa andare al sodo e in un mondo politico pieno di mummie snob come quello italiano è riuscito a fare la sua parte con molta facilità. Ma è una testa limitata, da commerciante di razza ed è molto ignorante. Cerca in tutti i modi di acquisire lo stile e la levatura culturale che non avrà mai: fa il simpatico a tutti i costi e cade sovente in gaffe ridicole per un uomo di stato. L’Italia ha già scarsa considerazione nel mondo, lui non l’ha migliorata. In più è convinto di poter comprare tutto ma su questo punto preferisco stendere un velo pietoso; ne ho incontrati molti del suo stesso tipo, gente convinta che basta un sorriso o un letto e un assegno ed il gioco è fatto, molti erano della parte avversa alla sua.
Ti meravigli della sua partecipazione alle manifestazioni del 25 aprile? E’ una trovata strumentale chiaramente, una turbata simile a quelle che riempiono i discorsi di tutti i nostri uomini politici, né più né meno, un colpo al cerchio ed uno alla botte. Berlusconi è un mediocre pieno di quattrini, Massimo, solo in un quadro asfittico di gente senza coglioni e senza onore come quello italiano può avere successo, un quadro dove qualsiasi cosa può essere accettata, dove non c’è memoria storica e l’unica cosa che riempie i giornali è l’attività sessuale del capo del governo e di una certa Noemi. Non voterò questo signore, non ho più voglia di tapparmi il cervello oltre al naso, non darò a nessuno dei signori che ci governano ( si fa per dire) l’onore di ricevere il mio voto. Che vadano a blaterare altrove, sui blog per esempio c’è molto spazio.
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