Il rimpiazzo ferrarese di Veltroni, nella sua foga di contraddire sempre e comunque le iniziative di Berlusconi, è riuscito nella titanica impresa di rivalutare le leggi razziali del 1938 che, ormai, erano entrate di diritto nell’elenco degli anatemi liturgici di ogni politico.
Non sapendo come motivare la sua contrarietà ad un debole provvedimento che vorrebbe garantire maggiore sicurezza ai cittadini, ma dal quale sono state espunte o edulcorate le norme più qualificanti come l’introduzione dell’obbligo di denuncia di clandestini da parte di quanti svolgono un pubblico servizio quindi anche dei medici del pronto soccorso e dei presidi, il rimpiazzo ferrarese di Veltroni ha dichiarato urbi et orbi che il decreto sicurezza è come le leggi razziali.
Ora, poiché il decreto del governo, pur con le sue manchevolezze citate, rappresenta una risposta (parziale) ai desideri legittimi degli italiani di avere strade pulite, maggiore sicurezza, contrasto della criminalità, degli stupri, degli scippi e delle rapine, qualunque cittadino penserà che anche le leggi razziali erano finalizzate a conseguire risultati voluti e di interesse comune.
Il rimpiazzo ferrarese di Veltroni equiparando un atteso provvedimento alle leggi razziali ha così rivalutato queste ultime, buttando nel cestino anni ed anni di comunicazione tesa a rappresentarle come il “male assoluto”.
Complimenti e auguri per le prossime riabilitazioni che emergeranno dal leader del pci/pds/ds/pd.
A noi non resta che auspicare che, preso atto della intollerante e preconcetta posizione della sinistra, il governo introduca anche quelle norme che renderebbero il decreto sicurezza pienamente corrispondente ai desiderata degli italiani.
Norme che passano necessariamente dal rendere effettivo, per ogni conseguenza, quindi anche per l’obbligo di denuncia, il reato di clandestinità e conferendo alle Ronde anche quei poteri di polizia che consentirebbe a noi cittadini di partecipare attivamente all’azione tesa a ripulire le nostre città dalla criminalità.
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Non sapendo come motivare la sua contrarietà ad un debole provvedimento che vorrebbe garantire maggiore sicurezza ai cittadini, ma dal quale sono state espunte o edulcorate le norme più qualificanti come l’introduzione dell’obbligo di denuncia di clandestini da parte di quanti svolgono un pubblico servizio quindi anche dei medici del pronto soccorso e dei presidi, il rimpiazzo ferrarese di Veltroni ha dichiarato urbi et orbi che il decreto sicurezza è come le leggi razziali.
Ora, poiché il decreto del governo, pur con le sue manchevolezze citate, rappresenta una risposta (parziale) ai desideri legittimi degli italiani di avere strade pulite, maggiore sicurezza, contrasto della criminalità, degli stupri, degli scippi e delle rapine, qualunque cittadino penserà che anche le leggi razziali erano finalizzate a conseguire risultati voluti e di interesse comune.
Il rimpiazzo ferrarese di Veltroni equiparando un atteso provvedimento alle leggi razziali ha così rivalutato queste ultime, buttando nel cestino anni ed anni di comunicazione tesa a rappresentarle come il “male assoluto”.
Complimenti e auguri per le prossime riabilitazioni che emergeranno dal leader del pci/pds/ds/pd.
A noi non resta che auspicare che, preso atto della intollerante e preconcetta posizione della sinistra, il governo introduca anche quelle norme che renderebbero il decreto sicurezza pienamente corrispondente ai desiderata degli italiani.
Norme che passano necessariamente dal rendere effettivo, per ogni conseguenza, quindi anche per l’obbligo di denuncia, il reato di clandestinità e conferendo alle Ronde anche quei poteri di polizia che consentirebbe a noi cittadini di partecipare attivamente all’azione tesa a ripulire le nostre città dalla criminalità.
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1 commento:
Allegria! Stasera la Bonino e i Radicali in omaggio alle "leggi razziali" del governo giravano con la stella gialla. Che ridicoli!Alla fine tutto diventa una pagliacciata.
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