Quando ero ragazzino, guardavo Sanremo (in quel tempo non c'erano alternative ...).
Mi ricordo che (forse era il 1967) vinse Claudio Villa, votatissimo dai nostri genitori e al telegiornale del giorno dopo ascoltai una dichiarazione di Shel Shapiro, leader del complesso Rokes: Villa vince e noi vendiamo.
Così fu.
Villa, il “reuccio”, grande voce e autentica interpretazione della tradizione canora italiana, era sostenuto dagli “esperti” e vinceva il festival, ma i Rokes (e Caterina Caselli e i Giganti e Little Tony …) vendevano perché ad acquistare i dischi era il Popolo, escluso dal voto ma che “votava” con l’acquisto dei 45 giri.
Ascoltando per radio e leggendo la cronaca della settimana dedicata al “Festival della Canzone Italiana”, mi è tornata in mente quella dichiarazione di Shel Shapiro.
Solo che, oggi, gli “esperti” sono stati sconfessati in diretta dal Popolo che ha votato il trio composto dal Principe Emanuele Filiberto di Savoia, da Pupo e da Canonici fino a fargli raggiungere il secondo posto.
Non conosco la canzone, non sono in grado di giudicare nel merito musicale, ma l’ostilità (preconcetta) nei confronti del trio – essenzialmente nei confronti del Principe di Casa Savoia – mi ricorda tanto l’altra ostilità, quella che parte della magistratura e i presunti intellettuali italiani hanno nei confronti del Premier Berlusconi.
A Sanremo come nella politica italiana, c’è una minoranza autoreferenziale che si agita contro chi ottiene il consenso popolare, non accetta il risultato delle urne e anche se brandisce la democrazia per nobilitare la sua battaglia contro Berlusconi, non riconosce il “potere del Popolo” che si manifesta con il voto, unico e inappellabile Giudice e Sovrano della politica.
Con buona pace della intellighenzia che schiuma una rabbia spocchiosa e snob (sine nobilitate) ritenendosi l’unica depositaria del diritto a decidere sulle sorti politiche di una Nazione di cui non sanno leggere la realtà e che, quindi, non possono rappresentare.
Così Sanremo, ancora una volta, nonostante i suoi sessanta anni, si dimostra uno specchio dell’Italia (e come gli attacchi che subisce mi rendono simpatico Berlusconi, così i fischi e gli insulti che subisce il Principe Emanuele Filiberto risvegliano in me uno spirito monarchico …).
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Mi ricordo che (forse era il 1967) vinse Claudio Villa, votatissimo dai nostri genitori e al telegiornale del giorno dopo ascoltai una dichiarazione di Shel Shapiro, leader del complesso Rokes: Villa vince e noi vendiamo.
Così fu.
Villa, il “reuccio”, grande voce e autentica interpretazione della tradizione canora italiana, era sostenuto dagli “esperti” e vinceva il festival, ma i Rokes (e Caterina Caselli e i Giganti e Little Tony …) vendevano perché ad acquistare i dischi era il Popolo, escluso dal voto ma che “votava” con l’acquisto dei 45 giri.
Ascoltando per radio e leggendo la cronaca della settimana dedicata al “Festival della Canzone Italiana”, mi è tornata in mente quella dichiarazione di Shel Shapiro.
Solo che, oggi, gli “esperti” sono stati sconfessati in diretta dal Popolo che ha votato il trio composto dal Principe Emanuele Filiberto di Savoia, da Pupo e da Canonici fino a fargli raggiungere il secondo posto.
Non conosco la canzone, non sono in grado di giudicare nel merito musicale, ma l’ostilità (preconcetta) nei confronti del trio – essenzialmente nei confronti del Principe di Casa Savoia – mi ricorda tanto l’altra ostilità, quella che parte della magistratura e i presunti intellettuali italiani hanno nei confronti del Premier Berlusconi.
A Sanremo come nella politica italiana, c’è una minoranza autoreferenziale che si agita contro chi ottiene il consenso popolare, non accetta il risultato delle urne e anche se brandisce la democrazia per nobilitare la sua battaglia contro Berlusconi, non riconosce il “potere del Popolo” che si manifesta con il voto, unico e inappellabile Giudice e Sovrano della politica.
Con buona pace della intellighenzia che schiuma una rabbia spocchiosa e snob (sine nobilitate) ritenendosi l’unica depositaria del diritto a decidere sulle sorti politiche di una Nazione di cui non sanno leggere la realtà e che, quindi, non possono rappresentare.
Così Sanremo, ancora una volta, nonostante i suoi sessanta anni, si dimostra uno specchio dell’Italia (e come gli attacchi che subisce mi rendono simpatico Berlusconi, così i fischi e gli insulti che subisce il Principe Emanuele Filiberto risvegliano in me uno spirito monarchico …).
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2 commenti:
Che vuoi far,questa cosidetta intelighenzia è solo una razza inferiore,ramo neandertahl.Si estingueranno,stanne certo.
Il più patetico è stato Bersani e la sua Youdem (ovvero il You tube del PD).
Senti cosa dichiara su Sanremo: " Il PD è un partito popolare, senza snobismi, che va dove c’è la gente. Dove la gente ha dei problemi e soffre, ma anche dove si diverte".
Anche a me (che invece il Festival l'ho visto) ha dato fastidio i fischi e i buuu preventivi dei tre ogni volta che entravano in scena.
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