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03 febbraio 2010

Emilia Romagna al voto

Anche se l’evento mediatico che ha avuto risonanza nazionale è stato il crollo del sindaco “Delbono il breve” dopo appena sette mesi di regno, l’unica certezza per il 28 marzo è che si voterà per il presidente e il consiglio regionale.
Per il sindaco ne riparleremo al momento opportuno, quando sapremo con certezza la data delle elezioni.
Sin dalla inaugurazione del voto amministrativo (1970) nelle regioni a statuto ordinario, l’Emilia Romagna (come la Toscana e l’Umbria) è stata rossa.
Otto volte al voto, otto volte presidenti comunisti, dall’ex sindaco di Bologna Fanti all’attuale Errani, che si ripresenta anche in questa occasione.
La DC prima e Forza Italia con Alleanza Nazionale, ora Pdl, poi hanno cercato di conseguire il necessario ricambio, ma la regione dove imperversano le coop rosse sembra inattaccabile.
Se, infatti, le province di Piacenza e Parma sono più disponibili all’alternanza e se Bologna, almeno una volta, è riuscita ad avere un sindaco non comunista, Reggio, Modena e Ferrara appaiono inossidabilmente rosse, ma lo zoccolo duro è dato dalla Romagna dove il profondo rosso si sposa con un laicismo dogmatico.
Così anche in questa occasione, nonostante le ovvie parole di speranza, temo che la regione possa restare rossa.
La Lega Nord, in occasione delle ultime amministrative del 2009, è riuscita a scalzare alcuni feudi in località di provincia, ma il percorso sembra ancora lungo prima di riuscire ad avere una estensione adeguata sull’intera regione per puntare alla conquista della regione.
A questo si aggiunga la politica “dei due forni” di Casini che pur non alleandosi direttamente con i comunisti, li avvantaggia presentando il suo fido Galletti (e per le regionali non esiste ballottaggio: chi prende più voti vince) e le incertezze del pdl che, invece di puntare su un “cavallo di razza” della Lega ha preferito prima candidare l’ex direttore del Carlino Giancarlo Mazzucca, per poi dirottarlo nella ipotetica gara al comune di Bologna e rimpiazzarlo in corsa con la sconosciuta Anna Maria Bernini della quale sappiamo solo ciò che raccontano i giornali e, di tutto, mi sono annotato che fu scelta da Fini ed è vicina alla fondazione Fare Futuro: quindi è una candidatura che, dal mio punto di vista, non è condivisibile.
C’è ancora qualche giorno di tempo, ma sembra che le candidature saranno quelle indicate.
Così, anche in Emilia, come nel Lazio, non sembra esserci altra scelta per un elettore di Destra che utilizzare il proprio voto per lanciare un forte messaggio ai partiti del Centro Destra, scegliendo una alternativa di nicchia come Forza Nuova che spero possa riuscire a presentare una propria candidatura autonoma.


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4 commenti:

Jetset - Libere Risonanze ha detto...

I sondaggi danno il CSX al 51% ed il CDX al 43%. Mica male, considerando che siamo in un fortino rosso! Ricordi quando la sinistra vinceva col 70%?

Massimo ha detto...

Proprio per questo il pdl ha scelto un candidato sbagliato. Soprattutto se si confermerà che è vicina a Fini ed a Fare Futuro.

Jetset - Libere Risonanze ha detto...

Beh io voto Lega. Poi facciano loro.

Massimo ha detto...

Purtroppo votare puramente e semplicemente Lega significa votare la Bernini.
Se ci fosse il voto disgiunto si potrebbe votare Lega come lista e il candidato di Forza Nuova come Presidente,ma credo che per la regione non sia ammessa tale possibilità (verificherò).
E io non voglio votare un presidente che non mi dia sufficienti garanzie di non portare il mio voto dall'altra parte della barricata.