Dopo la caduta dell’Impero Romano, l’Italia è sempre stata terreno di conquista per le orde barbariche straniere.
La nascita degli stati nazionali in Francia, Spagna, Inghilterra, Austria, prima che in Italia, ha reso i piccoli feudi italiani vassalli degli stranieri con l’ unica eccezione della Serenissima Repubblica di Venezia la cui proiezione, però, non era peninsulare ma adriatica (Istria, Dalmazia, isole) e più commerciale che politica.
Per non sbagliare, comunque, austriaci e francesi ne decretarono la fine con l’infame trattato di Campoformido, 1797, che schiacciò l’unico stato italiano autonomo e indipendente.
In Italia avevamo anche altri stati territorialmente più consistenti del pulviscolo in cui era stata divisa, ma il Regno delle Due Sicilie era asservito alternativamente, come un pendolo, tra Francia e Spagna e non aveva mentalità, struttura e proiezione nazionale.
Lo Stato Pontificio avrebbe potuto – e Papa Borgia ci aveva provato – a realizzare in Italia lo stato unitario sotto la sua egida, ma la palese ostilità delle già costituite nazioni europee avevano strangolato (o avvelenato ?) il tentativo, come si può anche rilevare dalla pessima fama che, immeritatamente, circonda tale Papa, peraltro sicuramente più Uomo di Stato che di Chiesa.
Infine il Regno di Sardegna che, 150 anni fa, comunque tardi e male, realizzò l’unità, troppo debole per imporsi sugli altri e troppo legato alla Francia.
Anche se la Storia è molto più complessa delle quattro righe con cui l’ho “liquidata”, è comunque importante rilevare come l’Italia sia sempre stata mal sopportata nel consesso delle grandi Nazioni, forse per un complesso di inferiorità nei confronti di chi è l’unica, legittima erede di Roma che portò civiltà e progresso in tutta europa, dando leggi, giustizia, ordine, cultura a chi, invece, aveva solo violenza e superstizioni.
La scelta dei francesi di nascondersi la verità inventandosi un personaggio da fumetti come Asterix che “vendica” l’onore dei galli schiacciati dalle Legioni Romane, è in tal senso emblematico.
Ma il complesso di inferiorità degli stranieri si traduce con un tentativo di imporci scelte a tutto loro vantaggio e dannose per la nostra Nazione e per gli Italiani tutti.
Purtroppo la sconfitta nella seconda guerra mondiale ha portato una serie di governi imbelli e proni al volere straniero che, finchè era quello di una Washington tradizionale, poteva anche essere accettabile considerata l’utilità della penisola come base militare, ma anche come contrappeso alle ambizioni di Francia, Inghilterra e Germania.
Con l’europa unita, però, la scelta di rinunciare alla nostra Sovranità sta diventando esiziale e rischia di rimandarci indietro di 150 anni, asservendoci ai voleri stranieri.
Ecco, così, che una associazione privata, ma molto “politicamente corretta”, come Amnesty International, si permette di criticare la politica dell’immigrazione del Governo Berlusconi che, con grande sforzo, nonostante l’ostilità della chiesa, della sinistra, dell’onu, è riuscito a ridurre del 90% l’invasione degli illegali e sta cercando di ripristinare un ordine nella ammissione di stranieri.
La scelta di questi soggetti internazionali è evidente: trasformare l’Italia in un gigantesco meticciatificio, dove scaricare tutti gli arrivi che non vogliono nelle loro rispettive nazioni e soffocando con ciò anche ogni spirito nazionalista degli Italiani.
E’ un autentico attacco portato a noi Italiani (Nazione e Popolo) purtroppo agevolato anche da organismi e associazioni interne come la corte costituzionale che vorrebbe metterci le mani nelle tasche (cosa che il Governo ha finora rispettosamente evitato) per pagare pensioni e contributi a immigrati “anche sporadicamente” presenti sul nostro territorio.
O come le associazioni del volontariato del “terzo settore” che prima si appuntano la medaglia del volontariato, poi richiedono – sbandierando una “sussidiarietà”, che nessuno ha chiesto loro, da loro svolta verso lo stato per l’assistenza agli immigrati – il contributo dello stato, ovviamente prelevato direttamente dalle nostre tasche.
E’ bene che gli Italiani si sveglino e respingano con forza l’attacco che viene loro portato per interessi stranieri e contro i nostri stessi interessi nazionali e individuali.
L’Italia è terra nostra.
E’nostro diritto respingere, anche con la forza, chi non ha chiesto preventivamente il diritto di ingresso e sbattere fuori dai nostri confini chi vi è entrato illegalmente.
E’ nostro diritto e dovere limitare gli ingressi solo a chi lo merita, chi vuole integrarsi e chi può trovare posto in una Nazione già ampiamente affollata.
Non è diritto di nessuno prelevare soldi dagli Italiani per pagare gli immigrati.
Non è diritto di nessuno, associazione, stato o ente sovranazionale che sia, imporre all’Italia e agli Italiani una politica immigratoria fondata sulla accoglienza indiscriminata.
Così soffiano solo sul fuoco e, si sa, chi semina vento prima o poi raccoglierà solo tempesta.
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La nascita degli stati nazionali in Francia, Spagna, Inghilterra, Austria, prima che in Italia, ha reso i piccoli feudi italiani vassalli degli stranieri con l’ unica eccezione della Serenissima Repubblica di Venezia la cui proiezione, però, non era peninsulare ma adriatica (Istria, Dalmazia, isole) e più commerciale che politica.
Per non sbagliare, comunque, austriaci e francesi ne decretarono la fine con l’infame trattato di Campoformido, 1797, che schiacciò l’unico stato italiano autonomo e indipendente.
In Italia avevamo anche altri stati territorialmente più consistenti del pulviscolo in cui era stata divisa, ma il Regno delle Due Sicilie era asservito alternativamente, come un pendolo, tra Francia e Spagna e non aveva mentalità, struttura e proiezione nazionale.
Lo Stato Pontificio avrebbe potuto – e Papa Borgia ci aveva provato – a realizzare in Italia lo stato unitario sotto la sua egida, ma la palese ostilità delle già costituite nazioni europee avevano strangolato (o avvelenato ?) il tentativo, come si può anche rilevare dalla pessima fama che, immeritatamente, circonda tale Papa, peraltro sicuramente più Uomo di Stato che di Chiesa.
Infine il Regno di Sardegna che, 150 anni fa, comunque tardi e male, realizzò l’unità, troppo debole per imporsi sugli altri e troppo legato alla Francia.
Anche se la Storia è molto più complessa delle quattro righe con cui l’ho “liquidata”, è comunque importante rilevare come l’Italia sia sempre stata mal sopportata nel consesso delle grandi Nazioni, forse per un complesso di inferiorità nei confronti di chi è l’unica, legittima erede di Roma che portò civiltà e progresso in tutta europa, dando leggi, giustizia, ordine, cultura a chi, invece, aveva solo violenza e superstizioni.
La scelta dei francesi di nascondersi la verità inventandosi un personaggio da fumetti come Asterix che “vendica” l’onore dei galli schiacciati dalle Legioni Romane, è in tal senso emblematico.
Ma il complesso di inferiorità degli stranieri si traduce con un tentativo di imporci scelte a tutto loro vantaggio e dannose per la nostra Nazione e per gli Italiani tutti.
Purtroppo la sconfitta nella seconda guerra mondiale ha portato una serie di governi imbelli e proni al volere straniero che, finchè era quello di una Washington tradizionale, poteva anche essere accettabile considerata l’utilità della penisola come base militare, ma anche come contrappeso alle ambizioni di Francia, Inghilterra e Germania.
Con l’europa unita, però, la scelta di rinunciare alla nostra Sovranità sta diventando esiziale e rischia di rimandarci indietro di 150 anni, asservendoci ai voleri stranieri.
Ecco, così, che una associazione privata, ma molto “politicamente corretta”, come Amnesty International, si permette di criticare la politica dell’immigrazione del Governo Berlusconi che, con grande sforzo, nonostante l’ostilità della chiesa, della sinistra, dell’onu, è riuscito a ridurre del 90% l’invasione degli illegali e sta cercando di ripristinare un ordine nella ammissione di stranieri.
La scelta di questi soggetti internazionali è evidente: trasformare l’Italia in un gigantesco meticciatificio, dove scaricare tutti gli arrivi che non vogliono nelle loro rispettive nazioni e soffocando con ciò anche ogni spirito nazionalista degli Italiani.
E’ un autentico attacco portato a noi Italiani (Nazione e Popolo) purtroppo agevolato anche da organismi e associazioni interne come la corte costituzionale che vorrebbe metterci le mani nelle tasche (cosa che il Governo ha finora rispettosamente evitato) per pagare pensioni e contributi a immigrati “anche sporadicamente” presenti sul nostro territorio.
O come le associazioni del volontariato del “terzo settore” che prima si appuntano la medaglia del volontariato, poi richiedono – sbandierando una “sussidiarietà”, che nessuno ha chiesto loro, da loro svolta verso lo stato per l’assistenza agli immigrati – il contributo dello stato, ovviamente prelevato direttamente dalle nostre tasche.
E’ bene che gli Italiani si sveglino e respingano con forza l’attacco che viene loro portato per interessi stranieri e contro i nostri stessi interessi nazionali e individuali.
L’Italia è terra nostra.
E’nostro diritto respingere, anche con la forza, chi non ha chiesto preventivamente il diritto di ingresso e sbattere fuori dai nostri confini chi vi è entrato illegalmente.
E’ nostro diritto e dovere limitare gli ingressi solo a chi lo merita, chi vuole integrarsi e chi può trovare posto in una Nazione già ampiamente affollata.
Non è diritto di nessuno prelevare soldi dagli Italiani per pagare gli immigrati.
Non è diritto di nessuno, associazione, stato o ente sovranazionale che sia, imporre all’Italia e agli Italiani una politica immigratoria fondata sulla accoglienza indiscriminata.
Così soffiano solo sul fuoco e, si sa, chi semina vento prima o poi raccoglierà solo tempesta.
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4 commenti:
Più che Papa Borgia, che alla fine aveva più a cuore il futuro del figlio Cesare che non la fine del dominio straniero in Italia, fu Giulio II Della Rovere quello che cercò di riunire l'Italia sotto la sua egida.Il problema è che Giulio II con la Lega di Cambrai, anziché colpire lo straniero andò a colpire Venezia, all'epoca massima potenza italiana ed in procinto di arrivare a Milano (e se Venezia quella volta fosse arrivata a Milano...). Credo che nel 1848 si sia persa una grande occasione per colpa dei Savoia. Il Papa ed i Borboni inizialmente diedero manforte agli insorti, poi però, quando si resero conto che ai Savoia non fregava nulla di costruire uno stato federale sui modelli di Cattaneo e Gioberti, bensì importava solamente di allargare i propri domini personali si ritirarono.
Speriamo che le tempeste in risposta ai venti, rispondano quanto prima.
Cara Nessie, lo spero anche io.
Ho rifiutato due commenti che riproponevano la solita solfa e mi avrebbero costretto a ripetere argomenti che in quasi 1300 post ho già ampiamente esposto.
Che noia ! (per non usare termini più scurrili).
Il tempo del dialogo è ampiamente scaduto.
Non ho più voglia di perdermi in chiacchiere con costoro dai quali mi divide tutto e non vedo alcun punto di contatto. Se non va loro bene quello che scrivo, leggano altri blog. Quando (perchè purtroppo prima o poi – spero poi – ci arriveranno) torneranno sul ponte di comando, neanche pensarci ad una disponibilità a scelte condivise.
Li dovremo ostacolare con la stessa ostinazione con la quale hanno ostacolato i governi Berlusconi.
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