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No alla deriva

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31 maggio 2010

I servizi vanno pagati da chi ne usufruisce

Il senso di responsabilità della sinistra è così alto, che in risposta alla manovra di Tremonti, Bersani non sa fare altro che compulsare il dizionario per cercare i sinonimi più offensivi e truculenti.
Oltre a recitare la solita liturgia sui limiti costituzionali, è persino arrivato a definire “inverecondo” il comportamento del Governo.
I giornalisti sono di un gradino superiori dei politici che supportano e, allora, cercano di ammantare le loro critiche con concetti che si sforzano di far apparire nobili ma che, in realtà, nascondono la volontà di continuare a far spendere e spandere il pubblico per destinare i nostri soldi alle varie lobbies di pressione.
Così ho potuto ascoltare una trasmissione su radio 24, in cui la conduttrice trasmetteva gli anatemi di Bob Geldof e Kofi Annan contro l’Italia e Berlusconi perchè non abbiamo ancora versato i soldi promessi per il terzo mondo.
La conduttrice ha più volte ripetuto che gli Italiani dovrebbero obbligare Berlusconi a pagare, ma si è ben guardata dal dire che, con la crisi incombente, per versare ad altri delle risorse, Berlusconi le dovrebbe togliere a noi, cioè appiopparci una nuova tassa.
Beh, in ogni famiglia anche la beneficenza viene sospesa in momenti di crisi, non ho mai visto un padre togliere il pane dalla bocca dei suoi figli per nutrire degli estranei e Berlusconi, sospendendo i pagamenti a fondo perduto, non fa altro che comportarsi come un buon padre di famiglia.
O c’è chi preferirebbe che si aumentassero le tasse, per sperperare in nuove spese ?
La sinistra vorrebbe proprio così e, infatti parla di tassare le “grandi” rendite e i patrimoni che altro non sono che i risparmi di una vita.
Abbiamo visto infatti, negli infausti anni di Prodi e del suo fido gabelliere Visco, come applicavano tale concetto, considerando “grandi” praticamente tutti (qualcuno si è dimenticato delle nuove aliquote del 2006, predisposte in odio alla riduzione delle tasse operata da Berlusconi nel 2005, che ci hanno provocato un aumento generalizzato delle tasse riconosciuto – a denti stretti ma senza scioperi – persino dalla triplice sindacale ?).
Ma l’interpretazione più esilarante è quella degli enti locali che spendono e spandono per le kermesse ludiche estive e poi piangono miseria, denunciando che i tagli operati “ridurranno i servizi” a meno di aumentare le tasse locali e da qui, con una “discesa ardita” che sarebbe piaciuta a Lucio Battisti, concludono che Berlusconi mentirebbe quando dice che non ha messo le mani nelle tasche degli Italiani.
Ma pensano che siamo tutti pronti a berci le loro fantasiose interpretazioni ?
Il Governo ha disposto tagli ai trasferimenti agli enti locali che, poi, dovranno decidere se eliminare le spese di rappresentanza (ad esempio gli uffici a Bruxelles piuttosto che a Parigi) , gli aiuti ideologici (come quelli della regione Emilia Romagna a Cuba) , i costi della burocrazia (ieri ne Il Resto del Carlino era scritto che il gabinetto del presidente della regione Emilia Romagna costa ben 10 milioni di euro) , gli spettacoli e i finanziamenti a nani e ballerine (magari in cambio di qualche celere firma su manifesti antiberlusconiani) oppure i “servizi” che, comunque, in quanto tali dovrebbero essere pagati essenzialmente da chi ne usufruisce, eventualmente con un intervento sussidiario del pubblico, mirato e controllato, nei confronti di chi realmente non è in grado di sopportarne il costo.
La manovra, che continuo a ritenere una opportunità persa perchè si poteva veramente realizzare una drastica cura dimagrante allo stato, allontanando ancor di più, dalle nostre tasche, le sue avide e adunche mani, ha comunque, per la prima volta, evitato di ricorrere alla leva fiscale.
E’ una manovra in questo senso innovativa, anche se alcune scorie del passato (come la riduzione del limite per i pagamenti in contanti e per gli assegni liberi che va sotto il nome di “tracciabilità” ma che, chissà perchè …, mi ricorda lo “spionaggio fiscale”) gravano negativamente su di essa.
Speriamo non sia stravolta dagli interessi lobbistici e non si torni alla più facile (per governo e parlamento) via del prelievo forzoso sui cittadini (che è poi l’alternativa caldeggiata da tutti i soloni che contestano l’operato di Tremonti).


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