Ieri Israele, le sue Forze Armate, il suo Governo, ci hanno dato una bella lezione di quello che vuol dire difendere il suolo della Patria e, soprattutto, tutelare la sicurezza dei propri cittadini facendo rispettare un blocco totale che impedisca i rifornimenti ai terroristi.
Purtroppo, come sempre, i terroristi si nascondono dietro i civili che sono pesantemente danneggiati e penalizzati, ma come si è visto, con l’attuazione del blocco e la costruzione di un muro di contenimento, oggi le città israeliane sono sicure.
Sarebbe troppo chiedere agli israeliani di prestarsi come agnelli sacrificali, lasciando che entrino a Gaza, territorio militarmente controllato dai terroristi palestinesi, non solo merci ma, soprattutto strumenti utilizzabili contro i cittadini israeliani.
Inutile ripetere per l’ennesima volta la storia di quei territori, passati negli anni dagli antichi abitanti, ebrei e filistei, ai Romani, agli arabi, ai turchi, agli Inglesi e, finalmente, restituiti agli ebrei con la fondazione dello Stato di Israele nel 1948.
Uno stato, unico democratico, avamposto dell’Occidente, circondato da nemici e che ha conquistato sul campo, in quattro guerre, il diritto ad esistere ed insistere su quei territori.
E’ pienamente legittimato a difendere i suoi confini ancestrali e la sicurezza dei propri cittadini, con ogni mezzo.
I pacifinti che, organizzati da una “ong” turca, hanno cercato di forzare il blocco, come i no global che devastano una città cercando di forzare le “zone rosse”, non possono adesso frignare per le conseguenze della loro azione ideologica e non umanitaria.
Tanto più che quei pacifinti non li ho mai sentiti alzare la voce quando i terroristi palestinesi, imbottiti di esplosivo, mietevano decine di vittime ogni fine settimane nelle città israeliane che, inoltre, dovevano ripararsi dal lancio dei missili provenienti dal Libano controllato dagli Hetzbollah (ricordo che D’alema da ministro degli esteri passeggiò tra le rovine di Beirut a braccetto con uno dei leaders di quel movimento).
E’ una lezione per noi o, meglio, per quelli di noi che vorrebbero aprire indiscriminatamente le porte agli immigrati, rinunciando alla politica del respingimento che ci ha garantito il quasi azzeramento degli sbarchi, concedere cittadinanza e voto come caramelle alterando il tessuto sociale della Nazione Italia.
Gli Israeliani ci insegnano che o si agisce facendo rispettare il bene primario degli interessi della Patria e della sicurezza dei cittadini, oppure si fa parte di una Nazione destinata a scomparire.
*
Mi permetto di evidenziare, tra tanti, quattro post che, smentendo la gran parte dei media che latrano sulla “condanna unanime” contro Israele, sostengono le buone ragioni dello stato ebraico:
Israele e diritto di navigazione dell'amico di tante battaglie Bisquì ,
L'altra faccia della medaglia del più recente amico Michele,
Pacifessi dell'inossidabile Jetset
e, naturalmente, il fraterno amico di tante battaglie Starsandbars con
Chi fiancheggia è un terrorista ed Israele lo sa
Entra ne
Purtroppo, come sempre, i terroristi si nascondono dietro i civili che sono pesantemente danneggiati e penalizzati, ma come si è visto, con l’attuazione del blocco e la costruzione di un muro di contenimento, oggi le città israeliane sono sicure.
Sarebbe troppo chiedere agli israeliani di prestarsi come agnelli sacrificali, lasciando che entrino a Gaza, territorio militarmente controllato dai terroristi palestinesi, non solo merci ma, soprattutto strumenti utilizzabili contro i cittadini israeliani.
Inutile ripetere per l’ennesima volta la storia di quei territori, passati negli anni dagli antichi abitanti, ebrei e filistei, ai Romani, agli arabi, ai turchi, agli Inglesi e, finalmente, restituiti agli ebrei con la fondazione dello Stato di Israele nel 1948.
Uno stato, unico democratico, avamposto dell’Occidente, circondato da nemici e che ha conquistato sul campo, in quattro guerre, il diritto ad esistere ed insistere su quei territori.
E’ pienamente legittimato a difendere i suoi confini ancestrali e la sicurezza dei propri cittadini, con ogni mezzo.
I pacifinti che, organizzati da una “ong” turca, hanno cercato di forzare il blocco, come i no global che devastano una città cercando di forzare le “zone rosse”, non possono adesso frignare per le conseguenze della loro azione ideologica e non umanitaria.
Tanto più che quei pacifinti non li ho mai sentiti alzare la voce quando i terroristi palestinesi, imbottiti di esplosivo, mietevano decine di vittime ogni fine settimane nelle città israeliane che, inoltre, dovevano ripararsi dal lancio dei missili provenienti dal Libano controllato dagli Hetzbollah (ricordo che D’alema da ministro degli esteri passeggiò tra le rovine di Beirut a braccetto con uno dei leaders di quel movimento).
E’ una lezione per noi o, meglio, per quelli di noi che vorrebbero aprire indiscriminatamente le porte agli immigrati, rinunciando alla politica del respingimento che ci ha garantito il quasi azzeramento degli sbarchi, concedere cittadinanza e voto come caramelle alterando il tessuto sociale della Nazione Italia.
Gli Israeliani ci insegnano che o si agisce facendo rispettare il bene primario degli interessi della Patria e della sicurezza dei cittadini, oppure si fa parte di una Nazione destinata a scomparire.
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Mi permetto di evidenziare, tra tanti, quattro post che, smentendo la gran parte dei media che latrano sulla “condanna unanime” contro Israele, sostengono le buone ragioni dello stato ebraico:
Israele e diritto di navigazione dell'amico di tante battaglie Bisquì ,
L'altra faccia della medaglia del più recente amico Michele,
Pacifessi dell'inossidabile Jetset
e, naturalmente, il fraterno amico di tante battaglie Starsandbars con
Chi fiancheggia è un terrorista ed Israele lo sa
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6 commenti:
Grazie ^^
Thanks, inossidabile...hahahah!!!
L'unica cosa che ritengo sbagliata da parte di Israele è che sia cascato nel trappolone senza usare la furbizia. I pacifinti non aspettavano altro che un episodio del genere perché è loro abitudine lanciare il sasso per provocare una reazione, poi correre a piangere. E' la loro tattica.
Se fossi stato al comando della marina israeliano più furbescamente, invece, avrei comandato alle motovedette di sparare contro il timone o le eliche appena sotto la linea di galleggiamento. Sarebbe bastato un cannoncino da 20/70 mm. o da 25/90 mm. tipo quello imbarcato sulle nostre cacciamine di classe Lerici, un paio di colpi al timone od alle eliche et voilà, timone e pale spezzate e/o albero piegato: la nave si ferma subito, poi la si rimorchia dove si vuole e si procede con le ispezioni. Nessuno si fa male e si ottiene lo stesso risultato senza dare la possibilità ai pacifinti di latrare che hanno a che fare con assassini. Le unità di questo tipo raggiungono la rispettabile velocità di 14 nodi, più che sufficienti per raggiungere e tener dietro a barche pesanti e lente come quelle da trasporto.
http://www.marina.difesa.it/unita/cacciamine.asp
Massimo ho scaricato un video, vai a vedere sul mio blog CHI ha assalito CHI. Si vedono i pacifinti che prendono a sprangate i soldati picchiandoli a sangue.
http://libererisonanze.blogspot.com/2010/06/soldati-israeliani-aggrediti.html#links
Cavolo se hanno fatto bene a sparare, io avrei fatto lo stesso.
Oltretutto i palestinesi, invece che piangere miseria, dovrebbero chiedersi che fine hanno fatto i soldi ciuffati dal loro "eroe" Arrafat (volutamente con 2 "f"...)
...aggiungo a Stars "con i soldi ciuffati A NOI" che ogni anno versiamo nelle casse dei palestinesi fior di quattrini con la storia del sostegno alle popolazioni arabe. Ma andassero a fanculo (scusa Massimo) loro e la loro nazione, non sono nemmeno buoni di pascolare un gregge. Facessero serre, fabbriche e ospedali invece di comprare armi!!!
Massimo, ricordi quando ti dicevo che la Turchia NON DOVEVA ESSERE ASSOLUTAMENTE ACCETTATA IN EUROPA? Guarda se non avevamo ragione. Tali sono e tali restano, anche se si camuffano da "moderati".
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