E Berlusconi lo sa benissimo. Gli articoli, in sequenza, di Sgarbi, Veneziani e, oggi, Marcello Foa, registrano un diffuso stato d’animo tra gli elettori di Centro Destra: la guerra contro la Libia non la vogliamo. Ho anche il piacere di leggere nel nuovo Castello (che sta ottenendo una discreta affermazione nonostante la scarsa pubblicità fatta) che gli interventi dei bloggers di area, pur non concordati, sono sostanzialmente univoci su tale linea. Nonostante sia passata una settimana in cui a sinistra sembravano invasati tanto sventolavano, forse per la prima volta in vita loro, il Tricolore e stonavano l’Inno di Mameli, ancora una volta emerge la concretezza dell’Uomo di Destra, che non si lascia infinocchiare dalle parole circa non ben individuati “interventi umanitari” che vengono millantati dai guerrafondai e che rappresentano invece solo la foglia di fico per coprire una guerra scatenata per soddisfare gli appetiti affaristici di francesi e inglesi rimasti fuori dalla porta di Tripoli e la dabbenaggine di un certo provincialismo anche italiano, suddito e succube di manie esterofile e incapace di concepire una politica autonoma e sganciata dai “poteri forti” internazionali. Abbiamo già ampiamente scritto come l’interesse nazionale debba essere la stella polare delle scelte anche in politica estera e il nostro interesse avrebbe voluto che fosse garantito l’equilibrio rappresentato da Gheddafi e dai contratti con lui conclusi. Pecunia non olet. E neppure la protezione della nostra terra dall’invasione degli illegali. Berlusconi sa benissimo anche questo. Berlusconi si rende conto che il sentimento prevalente all’interno del Popolo di Centro Destra è rappresentato dalla posizione assunta dalla Lega che, così, assume la testa della parte migliore della Nazione. Sono personalmente convinto che Berlusconi sia anche lui della medesima idea espressa da Bossi, ma sia anche condizionato dalla sua intrinseca debolezza a seguito delle aggressioni mediatiche e giudiziarie cui è sottoposto da diciassette anni e dalle lobbies rappresentate da quei “poteri forti” economici e politici che trovarono negli anni novanta la massima espressione esterna nelle crociere del Britannia e in gruppi di pressione come il Bilderberg ed oggi si sono costituite, come carpito alcuni mesi fa in una intercettazione dell’ex segretario di Marcegaglia, in una “sovrastruttura” di controllo. La guerra contro la Libia, comunque vada, segnerà una perdita secca per l’Italia, ma qualcosa di buono può venir fuori. Intanto la manifesta irritazione che molti stati europei hanno verso l’arroganza francese e, pur con il passo felpato delle diplomazie, la richiesta, che vede l’Italia capofila, di portare tutte le operazioni nell’ambito del comando Nato è sintomatica, come lo sganciamento della Norvegia, che sospende la partecipazione alla missione e la minaccia italiana di riprendere il controllo delle basi situate nel territorio nazionale. Sarkozy, oltre a questioni di affari, ha anche motivazioni interne per rinfrescare la grandeur transalpina, ma l’ostilità, neanche tanto velata, praticamente unanime degli stati europei e il prudente (e molto intelligente: si vede che il passato imperiale ha lasciato il segno e i dovuti insegnamenti) atteggiamento della Gran Bretagna (che è favorevole al comando Nato) potrebbero rappresentare un autentico boomerang per le ambizioni dei galletti. Il che potrebbe aiutarci a conservare i contratti in Libia dopo la guerra. Sì, perchè alla fine a noi interessa che gas, petrolio e commesse per le infrastrutture con Gheddafi o con chiunque altro possano tornare a pompare energia e lavoro in Italia. E ci interessa che sia fermato, in un modo o in un altro, con le buone o con le cattive, il flusso immigratorio e che di quelli già arrivati se ne facciano carico anche gli altri stati europei, a cominciare dai francesi. E’ una questione di sopravvivenza per l’Italia. Ma anche per il Berlusconi politico. E Berlusconi lo sa benissimo ... Entra ne
2 commenti:
A costo di ripetermi dirò che il popolo di centrodestra è decisamente più avanti dei suoi rappresentanti. Berlusconi non ha avuto le palle della Merkel per chiamarsi fuori dal conflitto, e la Lega con Maroni ha fatto la peggiore delle cose: togliere gli immigrati clandestini a Lampedusa per distribuirli Regione per Regione per tutta la penisola, di concerto con Napolitano durante la sua visita di ieri a Varese.
Maroni non ha capito che è meglio scontentare un isolotto che scontentare tutta Italia. Ma questo sarà un altro post :-)
Sulle tue valutazioni sono d'accordo.
Nessie. A breve esce anche il mio nuovo post sull'accoglienza di Maroni :-)
Signor Gaetano. Una volta passa fare pubblicità al proprio blog, la seconda, no.
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