Sui
quotidiani di oggi è apparsa la notizia che il famigerato spread
sarebbe calato per forti acquisti di btp operati da Goldman Sachs, il
precedente datore di lavoro di Mario Monti.
Giulio
Andreotti, lunga vita al senatore, diceva che a pensare male si
faceva peccato, ma spesso ci si azzeccava.
Così
io penso male e ipotizzo un “aiutino” che il vecchio padrone ha
voluto fornire al suo diligente vecchio servitore nella sua nuova
veste di gauleiter italiano.
Ma
tutti gli aiuti hanno un prezzo e temo che quel prezzo saremo noi
Italiani a pagarlo se non ci sveglieremo e, assumendo decisioni
difficili e costose, non riconquisteremo la nostra Sovranità,
Indipendenza e Libertà.
Posso
capire quanto sia più comodo vivere in servitù, con i ceppi imposti
dalla Merkel, quando non è la Goldman Sachs a farlo e con le
decisioni che vengono prese sul Britannia, piuttosto che da
conventicole trilaterali o simili.
Molti,
tanti, di noi “tengono famiglia” e se oppongono tale ostacolo
invalicabile a perseguire azioni non dico eroiche ma, almeno, virili
(nel senso nobile che si dava una volta a questo termine) non
possiamo poi lamentarci se saremo sempre considerati i guitti
d’europa, carne da macello e la nostra terra uno spazio che possono
riempire anche con gli immigrati.
Ma
se a qualcuno sono rimasti dignità, orgoglio, senso dell’ onore,
non si può prescindere dal dire che qualunque prezzo non sarà mai
troppo alto per liberarsi dai ceppi della servitù.
Servitù
che, oggi, assume le fattezze di Monti e Napolitano in Italia,
Barroso, Van Rompuy, Juncher, ma, soprattutto, Angela Merkel a
livello generale.
I
Greci stanno cercando, nonostante le resistenze della loro stessa
nomenklatura, di liberarsi dal giogo della schiavitù e le minacce
sono quotidiane da parte dei padroni, a cominciare dal ministro delle
finanze tedesco Schauble che è arrivato a dare l’aut aut: o la
Grecia segue i protocolli che ne hanno sancito l’asservimento
all’europa, oppure esca dall’euro.
E
già appaiono minacciosamente sulla stampa gli scenari di quello che
potrebbe accadere in termini di costi in caso di uscita dall’euro
e, magari, anche dall’europa sovietizzata.
Certamente
il ritorno alla lira (o alla dracma per la Grecia, alla pesata per la
Spagna etc.) comporterebbe un costo per definire gli scambi e il
cambio dei debiti (che comunque vanno pagati) contratti in euro.
Ma
anche quegli scenari indicano che già dal secondo anno tali costi
verrebbero ridotti ad un quarto, quindi nulla di impossibile.
Soprattutto
nulla di impossibile se non lasceremo i Greci da soli e anche noi
Italiani, Spagnoli, Portoghesi, Irlandesi, Polacchi, Romeni, Bulgari,
Sloveni, Cechi, Slovacchi e tutti i Popoli e le Nazioni che francesi
e tedeschi cercano di asservire (ma con gli Inglesi neanche ci
provano …), ci ribelleremo e licenzieremo, con una voce unica, l’euro
e la dittatura del soviet europeo.
Rompere
i ceppi che ci hanno imposto i trattati europei e gli speculatori
finanziari internazionali, significa riconquistare quella Sovranità
e Indipendenza che contraddistinguono un Popolo Libero da sudditi
piegati e asserviti.
Le
elezioni più o meno recenti ci hanno raccontato proprio di un
risveglio delle Nazioni e dei Popoli e anche in Italia chi saprà
interpretare questo vento di ribellione potrà guidare gli Italiani
ad un nuovo Risorgimento.
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1 commento:
Rompere i ceppi va benone. Ma con chi? Li hai sentititi i ns. politici (di tutte le tendenze) in tv? L'argomento "uscita dall'eurozona" è TABU' e nessuno fiata.
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