Finalmente il Pdl batte un colpo e, come era ovvio, lo ha fatto con una conferenza stampa di Silvio Berlusconi cui ha fatto da onesta spalla Alfano.
La proposta è buona: elezione diretta del presidente della repubblica.
Il contenuto un po' meno: semipresidenzialismo e doppio turno alla francese.
Che l'idea mi piaccia è testimoniato dal post del 23 maggio (antecedente la conferenza stampa di Berlusconi) nel quale elencavo gli Ideali e Valori da cui ripartire inserendovi il presidenzialismo.
Che l'idea mi piaccia è testimoniato dal post del 23 maggio (antecedente la conferenza stampa di Berlusconi) nel quale elencavo gli Ideali e Valori da cui ripartire inserendovi il presidenzialismo.
Ovvio che personalmente preferirei il presidenzialismo pieno (uno viene eletto dal Popolo e per l'intera durata del suo mandato detiene tutti i poteri) e il turno unico angloamericano (con il doppio turno si rischiano immondi mercimoni di voti e di idee tra il primo turno ed il ballottaggio).
Però quella di Berlusconi è la miglior proposta di rinnovamento della politica che sia uscita in questi ultimi sei mesi di commissariamento Monti.
L'elezione diretta del presidente fu un cavallo di battaglia di Giorgio Almirante e dell'Msi.
La repubblica presidenziale fu anche nei programmi di Randolfo Pacciardi, storico avversario repubblicano dell'azionista Ugo La Malfa e poi fondatore, nella seconda metà degli anni sessanta, di "Nuova Repubblica": troppo avanti per i tempi, ma già aveva capito che l'Italia poteva proseguire in quello che allora era una crescita diffusa solo partendo da una politica rinnovata nelle forme e nelle modalità.
Berlusconi ha compiuto una mossa accorta e utile.
Richiamando il cavallo di battaglia dell'Msi ha ricompattato gli ex missini del Pdl e si è posto anche come riferimento per gli ex missini della diaspora attualmente astenuti o nella Destra Radicale, spiazzando nel contempo Fini e i suoi pretoriani che, ormai, non hanno, neppure a livello propositivo, alcuno spazio autonomo.
Ma Berlusconi ha anche lanciato un messaggio di unità agli ex di Forza Italia, dicendo in sostanza: presidenzialismo e il candidato naturale sono io.
Proprio questo chiaro sottinteso ha provocato una massiccia scarica di terrore nei comunisti e nei loro alleati che già pregustavano di sconfiggere il Centro Destra orbo del suo valore aggiunto.
Da qui le affrettate reazioni di Bersani, Casini e Di Pietro, tutti, per motivi di pura ambizione personale, terrorizzati dal dover affrontare Berlusconi in una "ordalia" elettorale con scelta personale.
Ma ve l'immaginate un Bersani che cerca di brillare di luce propria contro Berlusconi ?
E Casini ?
Forse l'unico potrebbe essere Di Pietro più per la involontaria comicità del suo eloquio che per il carisma che potrebbe mettere in campo.
Naturalmente una proposta è solo una proposta, ma tra tutte le alchimie in politichese, ancora una volta Berlusconi ha colto l'essenza di quello che potrebbe essere il rinnovamento.
Non dimentichiamoci che con la riforma costituzionale del 2005 (che i comunisti vollero bocciare con referendum confermativo unicamente per spirito di opposizione) Berlusconi aveva già prodotto un rinnovamento legislativo con la forte riduzione dei parlamentari ( che sarebbero stati centocinquanta in meno della riforma oggi in discussione in parlamento e quattrocento in meno che adesso) e con il conferimento di maggiori poteri al premier.
E se vediamo come abbia mantenuto la promessa elettorale del 2008 per l'abolizione dell'ici, possiamo pensare che la riforma istituzionale in senso presidenziale verrebbe presto approvata se il Centro Destra tornerà a vincere le elezioni del 2013.
Da qui può cominciare l'auspicabile rimonta del Centro Destra dopo aver toccato il fondo con le amministrative della settimana scorsa.
Dal presidenzialismo può anche rinascere un'Italia più forte e più solida, dove si deciderà e si lavorerà molto di più e si parlerà e si manifesterà molto meno.
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10 commenti:
Purtroppo non saranno le alchimie politiche sulla legge elettorale o sull'elezione del Presidente a salvarci, ma una qualche strategia sulla fuoriuscita dall'euro e sul ripristino della sovranità monetaria e nazionale. Ma di questo, zittificio globale da parte di tutti quanti. Incluso quel PdL che ti ostini a voler salvare.
Il Pdl è que che c'è e non posso che applaudire una scelta presidenzialista sufficiente a mettere in fibrillazione la sinistra. Tanto più che se usciremo dall'euro non sarà per scelta nazionale, ma grazie a fattori esterni.
Infatti, eleggere il presidente nel modo come s'è fatto finora,è stato come essere catapultati in una festa, ma senza parteciparvi da invitati. Il paradosso è che così se la cantano e se la suonano solo quei mille, e il popolo, destinatario di quella nomina, se lo dovrà sorbire anche se a lui non piace. Insomma, una grande boiata. Concordo quindi con l'idea di Berlusconi di farlo eleggere dal popolo.
"Tanto più che se usciremo dall'euro non sarà per scelta nazionale, ma grazie a fattori esterni".
E' quel che temo anch'io. Ma un partito codardo e vigliacco che non ne parla proprio NON AVRA' IL MIO VOTO. Poi tu,, liberissimo di pensarla come ti pare.
Noi, Nessie, abbiamo due coppie di alternative conseguenti alla alternativa nelle nostre mani.
Possiamo scegliere di astenerci e, quindi, avere come presidente del consiglio Bersani o Monti ce, chi andrà a votare nel Centro Destra, sarà sufficiente a mettere in stallo i comunisti.
Possiamo scegliere di andare comunque a votare per chi più è vicino a noi e allora l'alternativa sarà tra Berlusconi e il solito Monti se saranno i comunisti a riuscire metterci in stallo.
Io non ho dubbi sulla mia opzione.
Veramente Berlusconi sostiene Monti a cui ha votato ripetutamente la fiducia. Lo stesso Berlusconi nel '98 fece naufragare il presidenzialismo che oggi invece vuole rilanciare e lo stesso Berlusconi ha avuto 9 anni di tempo al governo per approvare un sistema presidenziale. Francamente, siccome mi stanno strozzando di tasse, tasse approvate col voto del dottor Berlusconi e del suo PD+L la questione "mettiamo un'altra croce da analfabeti per eleggere il mantenuto del Quirinale" mi importa poco o nulla. Francamente se devo scegliere tra Bersanov e il principale responsabile della disfatta della destra in questo paese, ovvero il dottor Berlusconi e il suo partito PD+L scelgo di non scegliere. Fossi stato chiamato al voto per le amministrative avrei fatto la stessa scelta del 49% degli italiani a casa che tanto l'uno vale l'altro. Il dottor Berlusconi forse dovrebbe mettersi in testa che le tre elezioni da lui vinte non sono merito suo ma demerito dei suoi invotabili avversari. Solo che ora, dopo anni di annunci e 0 fatti, scandali, puttane messe al governo per dubbi meriti, figuracce in campo internazionale, di tasse alzate dopo aver sbraitato "non metteremo le mani nelle tasche degli italiani" di turarci il naso e votare ancora questo imbarazzante e volgare parvenu ne abbiamo le tasche piene visto che dopo aver sbraitato "i comunisti, le tasse, evasione è legittima difesa etc. etc" ora s'è alleato con gli stessi "comunisti" per sostenere il governo dello sceriffo di Nottingham e votare ogni nequizia tassaiola e perseguitare chi produce ricchezza in questo paese tacciandolo di "evasione fiscale". Francamente prima il volgare parvenu prende un biglietto di sola andata per un bordello di Antigua, ambiente a lui decisamente consono, e meglio è per l'ala destra di questo paese che potrà tornare a respirare.
Berlusconi lo hanno disattivato 4ever e non saranno le tue formule magiche da "Lazzaro resuscita" a riportarlo a galla.
Johnny. Nel 1998 Berlusconi fece affondare la speranza della sinistra di creare un sistema a propria immagine e somiglianza. Non era presidenzialismo quello di D'alema, ma solo un parlamentarismo con doppio turno.
Berlusconi nel 2005 fece la riforma. Adesso chi votò contro quella riforma al referendum del 2006 non ha titolo per chiedere riduzione dei parlamentari (c'era) o maggiori poteri al premier (c'era).
Le tasse sono il frutto di un compromesso con la sinistra e con le consorterie finanziarie. E tutti sappiamo come ci siamo arrivati: con una campagna mediatica e giudiziaria che non ha avuto precedenti e che subito dopo si è orientata contro la Lega.
Berlusconi ha fatto degli errori, prima di tutto non aver dato retta a Bossi per andare al voto subito dopo il tradimento di Fini esattamente come fece l'errore di scegliere Fini invece di Storace nel 2008. Ma è inequivocabile che con Berlusconi si stava meglio. Con tutte le colpe che ha avuto (e non è una colpa amare le belle ragazze !) Berlusconi resta, in mancanza non dico di una alternativa migliore, ma semplicemente di una qualsiasi alternativa, l'unica sponda per l'elettore di Destra e di Centro. Astenersi alle politiche (alle amministrative che contano poco l'avrei fatto anche io per dare un segnale) significa consegnare la nazione a chi imporrà la patrimoniale, cittadinanza e voto agli immigrati, il "matrimonio" degli omosessuali, la manipolazione genetica, l'eutanasia, magari pure la liberalizzazione della droga, leggi repressive della libertà di opinione sulla scia della Mancino. A Bologna diciamo: è meglio piuttosto che niente ovvero, meglio Berlusconi di un pugno nell'occhio che sarebbe Bersani o qualcuno della sua razza politica.
Poi se arrivasse Mister X (che non sia Montezemolo !) ne possiamo riparlare.
Nessie. Anche disattivato Berlusconi ci consentiva di stare meglio di quanto non faccia Monti e di quanto non farebbe Bersani.
Per "disattivato" non intendo quello che intendi tu a proposito di processi e di inchieste giudiziarie. Intendo come lo hanno ridotto adesso. E cioè in condizioni di non ostacolare i piani dei "visitors", come li hai appena battezzati :-)
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