Un commento un po' più lungo ai fatti
del costume e della politica, sarebbe appropriato per almeno due
vicende.
La decisione della corte costituzionale
di dichiarare illegittimi i prelievi di "solidarietà" nei
confronti, tra gli altri, dei magistrati e la vicenda del bambino del
padovano che è stato consegnato al padre, dopo ripetute ordinanze
del magistrato, solo grazie all'intervento della forza pubblica.
A ben vedere in ambedue le questioni un
ruolo determinante e negativo è ritagliato dalla magistratura che,
da un lato, si mostra la casta più ... "castosa" di tutte,
giudicando se stessa e assolvendosi dall'obbligo di pagare che,
invece, viene imposto a tutti gli altri, dall'altro evidentemente non
fornisce sufficienti indicazioni per poter eseguire una sentenza
presto e bene.
Ma la questione del bambino padovano
merita e richiede qualche parola in più.
Ieri abbiamo, credo, tutti ascoltato,
più che visto dal momento che un filtro ne impediva la corretta
visualizzazione, i momenti in cui la Polizia ha eseguito l'ordinanza
del magistrato per l'affidamento al padre.
Credo sia innegabile che la tensione vi
sia stata e sia schizzata in alto (anche e soprattutto per il bambino
stesso) quando la madre (o la zia ?) del bambino ha messo in atto
tutta la sceneggiata con urla, insulti e grida contro le Forze
dell'Ordine.
Nel contempo il filmato è stato
ripreso dalla zia e, forse, la famiglia materna non aspettava che un
casus belli da portare all'attenzione del pubblico per cercare di
ribaltare la decisione di affidare al padre il bambino.
Il fatto stesso che il bambino fosse
stato affidato al padre, evento rarissimo in queste vicende, dovrebbe
far riflettere quanti troppo affrettatamente si sono schierati dalla
parte della madre.
Troppo spesso leggiamo infatti di padri
calpestati nella loro dignità (e nel loro portafogli) con una
giurisprudenza sin troppo favorevole alle madri, cui viene affidato
il bambino e poi ingenti somme di mantenimento per lei e per il
figlio e financo la casa, lasciando praticamente il padre nella
miseria più assoluta e spogliato di tutto.
Qui, eccezionalmente, abbiamo un
bambino affidato al padre ma che la madre, con i suoi parenti, si è
ostinatamente rifiutata di consegnare e anche nella vicenda ora agli
onori delle cronache, si è visto come la resistenza alla consegna
inscenata pubblicamente e con modalità da tragedia greca, abbia
acuito la tensione, senza alcun riguardo per il conclamato interesse
del bambino che, viceversa, avrebbe dovuto dalla madre essere, da
subito, consegnato al padre, senza storie se non con i ricorsi
previsti dalla legislazione ampiamente garantista se non sbilanciata
a favore delle madri.
Non posso inoltre non stigmatizzare il
comportamento di certi conduttori di trasmissioni televisive che
hanno dato ampio spazio alla madre, riducendo a nulla o quasi le
ragioni del padre che, se ha persino ottenuto l'affidamento da parte
di un magistrato, vorrà dire che ha argomenti solidi a suo favore.
Possiamo solo immaginare cosa sarebbe
accaduto e quanto inchiostro e di quale genere si sarebbe sparso se a
trattenere il figlio contro una ordinanza del giudice fosse stato il
padre nel rifiutarsi di consegnarlo alla madre.
Probabilmente il padre non avrebbe
avuto i riflettori delle interviste televisive, ma quelli di una
cella di sicurezza e il coro ad applaudire la Polizia.
Poi è indubbio che le modalità sono
state sbagliate, indotte, però, anche dal comportamento
ostruzionistico e gridato della madre.
Il magistrato non avrebbe dovuto
accettare tutti i rinvii nella consegna del figlio al padre e
avrebbe, da subito, dovuto imporla nonostante la resistenza della
madre e dei suoi parenti, anche con misure coattive nei loro
confronti.
Ma la causa prima di questa come di
analoghe vicende è una legge che consentendo il divorzio rende meno
importante, meno ponderato, meno stabile il passo del matrimonio,
minando alla base l'integrità della Famiglia e l'importanza morale
per la stessa società civile di una unione stabile tra un Uomo e una
Donna, come purtroppo possiamo vedere dai compiacenti servizi pieni
di pettegolezzi su soubrettine che cambiano il proprio fidanzato come
se fosse un vestito fuori moda.
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8 commenti:
Io invece salomonicamente parlando penso che siano entrambi due poveri deficienti. Parlo dei genitori, ovviamente. Il discorso del Padre tagliato fuori che fai è giusto e lo sottoscrivo nelle linee generali. Ma un padre avvocato che ricorre ad una psicologa che si inventa la sindrome di "alienazione parentale" ( e io degli psicologi ne penso tutto il male del mondo), non mi convince. Ma poi perché il bambino verrà messo preventivamente in un istituto?
In ogni caso, penso che anche la madre (che non è una zulù, ma una farmacista) abbia sbagliato ed esasperato i toni creando conflittualità col padre.
Aggiungo l'ipocrisia della carta di Treviso che si preoccupa di velare il bambino, ma non sa tenere a bada episodi di squadrismo poliziesco. La polizia e la magistratura ci hanno fatto una pessima figura e chi ne subirà uno choc è il bambino. In altre parole, mi fanno tutti schifo e sono totalmente dalla parte del piccolo.
A parte l'ovvia considerazione che noi non conosciamo le carte e quindi commentiamo per sentito dire e letto, è indubbio che se la madre avesse consegnato il bambino da subito, agendo per vie giudiziarie, senza creare il pollaio che abbiamo udito, non ci sarebbe stato nessun intervento della Polizia (che ha solo eseguito degli ordini confrontandosi con una opposizione materiale e non solo verbale dei parenti materni) e, soprattutto, il bambino ne sarebbe stato molto meno traumatizzato (immagino che le urla della madre siano state la cosa peggiore per lui).
Quanto agli psicologi la penso come te da quando hanno tolto l'omosessualità dall'elenco delle malattie. Però è indubbio che se un bambino di 9-10 anni vive in un ambiente in cui madre, zia e nonni parlano malissimo del padre, è ragionevole pensare che ne sia fortemente influenzato contro il padre.
E rimane in tutta la sua drammaticità la leggerezza con la quale ci si sposa confidando in una legge che consente il divorzio con troppa facilità, minando il nucleo fondamentale della nostra società civile: l'unione tra un Uomo e una Donna.
Purtroppo siamo arrivati ad un livello di cannibalismo e di degenerazione tale, che se ci fosse stato il classico Salomone con la spada per dividere in due il bambino, quei genitori litigherebbero per rivendicarne il pezzo più grande.
OT: Massimo, ti dispiace cancellare l'ultimo post (L'ultima parola) che è comparso sul tuo blogroll? Si tratta di un mio errore informatico, mi è partito per caso. L'ho eliminato, ma è rimasto da te lì in calce. Ciao
Mi trovo a metà strada tra voi due. Da un lato son d'accordo con Massimo, ovvero il solo fatto che, cosa assai rara, il bambino sia stato affidato al padre dovrebbe far riflettere. Inoltre il fatto che i parenti materni come prima cosa si siano prodigati di distribuire i filmati ai media è indice di che razza di personaggi siano. Un conto è filmare per denunciare abusi, un altro distribuire il tutto ai media e alla rete dando in pasto al pubblico immagini sconvolgenti di vita privata.
Dall'altro comunque concordo con Nessie, polizia e magistratura hanno fatto una figura pessima e io francamente il figlio non lo affiderei a nessuno dei due genitori i quali mi paiono evidentemente dannosi al bambino. Visto ciò che ne è scaturito e la totale incuria dei due per la privacy e la vita del loro figlio mi sa che è il caso di allontanarlo il prima possibile da entrambe.
Ovviamente come dice Massimo non conosciamo bene le carte e i giudizi sommari si basano sulle ricostruzioni dei giornali, ma da quel che ho letto mi sa che è meglio per il ragazzino l'essere il più lontano possibile da due sciagurati del genere.
Johnny. Con tutte le cautele del caso ho scritto che il metodo non mi è piaciuto. Ma lo imputo al magistrato che è stato troppo debole in passato costringendo a questa azione di forza. Secondo la stampa, infatti, altre tre volte è stato tentato, con maggiore delicatezza e non a scuola, ma a casa, di consegnare al padre il bambino. Quanto alla equiparazione tra padre e madre, non ci sto. Cosa dovrebbe fare il padre ? Prenderla persa e, quindi, lasciare che, in spregio alla legge, alle ordinanze, alle perizie psicologiche, il figlio continuasse a vivere con la madre e i i parenti materni che abbiamo ben visto di che pasta sono fatti ?
Massimo concordo con te, ma non del tutto. Concordo col fatto che, se il tribunale è andato in controtendenza affidando il figlio al padre, cosa assai rara, evidentemente ci sono fondati motivi a noi ignoti. D'altro canto però un padre che osserva impassibile mentre il figlio viene trascinato a quel modo non mi sembra un gran padre. A me sembra che il figlio sia semplicemente vittima di due genitori sciagurati che lo stiano usando come randello nella loro "Guerra dei Roses" per cui per quel che mi riguarda, più stanno alla larga da quel bambino entrambe e meglio è per lui. I poliziotti han fatto una pessima figura gettando discredito sull'intero corpo di polizia e lo dico da persona che normalmente sostiene le forze dell'ordine. Concordo quando parli delle provocazioni, probabilmente evidenti, ma è altrettanto evidente che parliamo di un bambino e che agendo come hanno agito ad esser traumatizzato è solo quella povera creatura che ha avuto la disgrazia d'aver due genitori del genere.
... e che senza divorzio avrebbero dovuto per forza superare i loro problemi reciproci senza mettere di mezzo il bambino ... ;-)
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