Ciò che è bene per la sinistra è male per l’Italia. Ciò che è male per la sinistra è bene per l’Italia.

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Si devono intraprendere le guerre per la sola ragione di vivere senza disturbi in pace (Cicerone)

No alla deriva

No alla deriva
Diciamo NO alla deriva

05 dicembre 2014

Continua l'ammuina di Renzi



"Facite ammuina" era l'ordine impartito nella Regia Marina Borbonica quando, a notabili e nobili in visita, si voleva dare l'impressione che sulla nave tutti si facessero in quattro nel lavoro.
Facite ammuina sembra la circolare impartita da Renzi che, poi, è il primo a metterla in pratica.
Trottolino (poco amoroso) salta in continuazione da una trasmissione ad un'altra, da una inaugurazione ad un convegno, da una riunione ad un summit di capi di stato e di governo.
Negli spostamenti cinguetta senza requie (peccato che ormai i cacciatori siano confinati nelle riserve ...).
E annuncia riforme su riforme, senza che vedano mai la luce.
Prendiamo il Giobat.
Rullo di tamburo et voilà eccolo approvato con la centesima o millesima fiducia in nove mesi (cosa che se l'avesse fatto il Cav le piazze si sarebbero riempite di costituzionalisti bercianti al grido di "attentato alla costituzione, abbattete il Tiranno !").
Ma perchè possa avere uno straccio di applicabilità occorrono i decreti del governo da emanare entro sei mesi ... campa cavallo !
Prendiamo le province.
Rullo di tamburi et voilà, tutte abolite.
Peccato che si continuino a pagare i dipendenti e che, anzi, ci costino più di prima.
Non importa, facite ammuina.
Adesso si dimezzano le regioni, da venti a undici.
Rullo di tamburi et voilà apparire la cartina della nuova suddivisione.
Ma, che succede, mettono assieme le mele con le pere (tipo Emilia Romagna e Toscana con una spruzzatina del pesarese ) ?.
Nessun problema.
Tanto è solo fumo.
Domani verrà lanciata sul tavolo un'altra riforma da approvare e quelle precedenti (e mai realizzate) finiranno nel dimenticatoio. 


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04 dicembre 2014

Salvini, guardati dalle lusinghe fraudolente



Per quanto scaduto e decaduto negli ultimi dieci anni, continuo a ritenere la scelta che fece Giorgio Almirante di investire Gianfranco Fini della successione, la più motivata.
Purtroppo Fini, passato dall'MSI ad AN e poi al PDL, si lasciò montare la testa da consiglieri interessati e fraudolenti, che si sperticavano nelle lodi della sua intelligenza politica e lo irretirono con la "garanzia" di prendere il posto di Berlusconi.
Il tutto accompagnato da un coro di lodi attraverso la stampa serva.
Il disgraziato cedette alle lusinghe.
Mi è tornata in mente la parabola discendente, con botto finale, di Fini leggendo l'intervista di Salvini che accompagnava un "servizio" fotografico in un settimanale.
Intendiamoci: la scelta di quella fotografia che ha fatto il giro del mondo politico è giusta ed azzeccatissima, perchè contro Matteo Salvini (e contro Giorgia Meloni) c'è una conventio ad excludendum dalle notizie di stampa e se non agissero in modo dirompente per "fare notizia" a tutti i costi, la maggioranza degli Italiani non conoscerebbe le idee che propongono.
No, la fotografia ha un suo senso ed ha ottenuto lo scopo, mi riferisco invece al contenuto dell'intervista.
Bene la rivisitazione dell'approccio con il sud Italia purchè non si abbandoni l'idea del federalismo, utile anche al meridione.
Bene tutto il resto tranne quella che potrebbe essere intesa come un'apertura agli omosessuali, quando Salvini parla di "diritti" da riconoscere loro e di favore per il sistema di unione alla tedesca proposto da Renzi.
No, caro Salvini, gli omosessuali hanno già tutti i diritti come tutti gli altri cittadini e assecondare i loro capricci significherebbe solo concedere loro dei privilegi aggiuntivi a spese di tutti gli altri.
Capisco che essere intervistati, trattati come un star del cinema o del calcio, possa essere molto allettante al punto da abbandonare le posizioni che hanno contribuito al successo elettorale senza il quale non ci sarebbero fotografie nè interviste.
Ma la triste vicenda di Fini dovrebbe insegnare che non si abbandonano gli Ideali attraverso i quali si era creata una comunità coesa e in crescita per inseguire gli articoli slinguazzanti di penne interessate.
Caro Salvini, stai ricreando quella comunità che Fini ha distrutto.
Stai sostenendo Principi e Valori di Destra.
Adesso che parli di Italia, sei anche diventato Identitario e Nazionalista con una prospettiva più ampia delle Patrie locali.
Non lasciarti irretire e distruggere dalle lusinghe fraudolente di chi ha solo interesse ha disperdere di nuovo quel che faticosamente si sta ricostruendo.

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03 dicembre 2014

Giustizialismo inopportuno



La procura del Coni ha chiesto il rinvio a giudizio di Carolina Kostner e la sua condanna a quattro  anni e tre mesi di squalifica per ... aver "coperto" Alex Swarzer (o come cavolo si scrive) nel suo doparsi.
A me sembra quella che Greggio nel suo Drive In avrebbe chiamato "una tavanata galattica".
La Kostner, che NON è stata trovata positiva e che quindi NON si è dopata ed i cui risultati eccellenti SONO TUTTI VERI, ha fatto, puramente e semplicemente, quello che ogni donna innamorata dovrebbe fare: proteggere il suo amato (ovviamente il dovere è reciproco).
Andrebbe anzi elogiata per tale sua dedizione che contrasta con una tendenza moderna all' "usa&getta" in base alle proprie convenienze.
La richiesta di condanna non è altro che l'ennesima stortura di un sistema giustizialista quando non occorre e non mi stupirei se chi chiede la condanna della Kostner per NON essersi dopata, qualora si parlasse di veri tossici sostenesse la liberalizzazione delle droghe che chiamerebbe "leggere".


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02 dicembre 2014

Analogie



Nel 1992-1994 il pci divenuto pds era retto da un giovane rampante che si era fatto le ossa, venendo anche fermato dalla polizia cecoslovacca.
Si chiamava Achille Ochetto e la sua "gioiosa macchina da guerra" sembrava potesse sbaragliare i resti della "diga" anticomunista e conquistare il potere.
A lui si opponeva una nascente e locale Lega, ma, soprattutto, un rinnovato MSI-DN guidato dal delfino di Giorgio Almirante, Gianfranco Fini che ottenne il massimo risultato possibile costringendo al ballottaggio per sindaco di Roma Rutelli, come fece a Napoli Alessandra Mussolini con Bassolino.
La dc era ormai defunta e gestita dal suo becchino designato, Mino Martinazzoli.
Sembrava che le elezioni del 1994 dovessero seguire un copione scritto e imparato a memoria: vittoria della "gioiosa macchina da guerra" e opposizione appannaggio di due minoranze che mai sarebbero divenute maggioranze: Lega e MSI.
Poi scese in campo Silvio Berlusconi.
Oggi abbiamo il pci/pds/ds/pd retto da un giovane e rampante gattopardo che sotto la sua "rottamazione", intende ripristinare la vecchia politica delle tasse e delle elargizioni clientelari.
L'opposizione sembra allo sbando con la vecchia "diga" Forza Italia ai minimi termini , mentre viene azzannata da un lato dagli urletti di un Grillo assatanato e dall'altra da una Lega che, sposando le idee della vecchia Destra missina, sta ricostruendo una base omogenea e identitaria, rinunciando al localismo.
Le prossime elezioni sono scritte perchè la "gioiosa macchina da guerra" di Renzi questa volta disporrà anche di un sistema elettorale che il presuntuoso del Granducato scrive e modifica in base alle sue convenienze ed agli esiti dei sondaggi.
Non sono tra quelli che ritengono che la Storia si ripeta sempre uguale, ma neppure che non possa accadere.
Allora cosa impedisce ad un nuovo Berlusconi di deludere la nomenklatura renziana come il vecchio Silvio fece con quella di Ochetto ?
E se non si dovesse cercare troppo lontano, perchè magari il nuovo Berlusconi è già al lavoro, portando lo stesso nome del putto fiorentino ?


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01 dicembre 2014

Grandi manovre, grandi imbrogli



Le elezioni regionali in Emilia Romagna (quelle in Calabria sono diverse per le modalità di scelta degli elettori locali) ci hanno confortato perché gli elettori di Centro Destra (pur pochi in quella regione) non hanno abboccato alla mistificante campagna tendente a presentare il parolaio del Granducato come l’erede di Berlusconi o, comunque, come l’alfiere di idee di Centro Destra.
I voti persi dai comunisti ci dicono che non solo Renzi si è alienato l’estrema sinistra del suo partito, ma non ha convinto chi del comunismo è sempre stato fiero nemico.
D’altra parte il successo di Salvini e della Lega Nord ci consente di affermare che l’emorragia del nostro elettorato verso lidi vanamente protestatari (Grillo) o verso l’astensione, si è fermata, ma ancora non è stata recuperata la fiducia nelle formazioni politiche che si presentano sotto l’ombrello del Centro Destra.
In sostanza possiamo dire che l’Emilia Romagna si è svegliata meno moderata e più radicale nelle scelte.
Questo non impedisce alla stampa per ora ancora impegnata nell’azione di puntello al presuntuoso fiorentino, di continuare a vendere il suo prodotto come una scelta moderata e innovatrice.
Il pericolo che qualcuno abbocchi nelle file del Centro Destra esiste, anche se è marginale per la maggior coscienza individualista (croce e delizia, forza e debolezza della Destra) che permea il nostro elettorato, rispetto alla concezione da gregge della sinistra.
Soprattutto questo potrebbe accadere in un quadro dove la cgil, cui l’Uomo di Destra è fortemente ostile, attacca e sciopera contro Renzi, obbligandoci a non aderire ad una manifestazione che, per l’obiettivo di abbattere il putto toscano, ci troverebbe diversamente ben disposti.
Ma il fatto che i Vendola, i D’alema, i Bersani, i Fassina, cioè l’anima più arretrata della sinistra (ancora e sempre tutta comunista) complottino ai danni di Renzi, ci istiga ad una maggiore comprensione verso il presidente del consiglio.
Sarebbe uno sbaglio, un errore che pagheremmo carissimo.
Renzi applica solo la teoria di Lenin di cercare il consenso anche con l’inganno, sostenuto in questo caso dai giornalisti pagati dagli industriali che hanno interesse ad ottenere dal governo rottamazioni, agevolazioni, legislazioni di favore, ma non attua una sola politica che possa essere considerata di Destra o anche solo di Centro Destra.
Facile dimostrarlo con la questione delle tasse, che Renzi ha aumentato sui risparmi, sui fondi pensioni, su quelli professionali e che non ha minimamente ridotto sulle case e sui redditi lasciando l’opera di macelleria sociali agli enti locali.
Facile ancora dimostrarlo sulla legislazione apparentemente “a costo zero”, come la politica immigratoria che vede Renzi sostenere lo ius soli, la cittadinanza e il voto per gli immigrati, l’operazione mare nostrum come farebbe un qualsiasi governo comunista.
Altrettanto si può dire della politica di assecondare i capricci omosessuali invece di agire per difendere le fondamenta morali di una Nazione civile come noi pensiamo ancora di essere.
L’adesione poi all’europa, al partito socialista europeo è la dimostrazione che Renzi non ha nulla in contrario ad un internazionalismo marxista che, dopo la caduta del comunismo sovietico, ha trovato nella dittatura di Bruxelles il suo idolo d’oro.
Ma, potrebbe dire qualcuno, il job act, ma la riforma elettorale e costituzionale …
La presunta riforma costituzionale si riduce, in sostanza, nell’espropriare i cittadini dalla possibilità di eleggere il senato e le province.
Un atteggiamento tipico dei regimi comunisti che meno chiamavano al voto il Popolo meglio si puntellavano.
La riforma elettorale, ugualmente, viene sistematicamente modificata in base ai sondaggi per cercare di farla uscire tale non da rappresentare la volontà popolare, ma per consentire a Renzi di vincere senza sorprese, come nella pubblicità "ti piace vincere facile"
Da qui i premi, gli sbarramenti (ben cinque !) che si alzano e si abbassano a seconda delle convenienze del momento, un comportamento tipicamente comunista.
Quanto al job act , tanto rumore per nulla.
L’art. 18 resta, lo statuto dei lavoratori (una legge vecchia e stravecchia che risale al 20 maggio 1970 ma che fu elaborata nei cinque anni precedenti, quindi vecchia come mentalità, come impostazione, come struttura, studiata per un mondo che, da tempo, non esiste più) resta, come restano tutte le clientele che sopravvivono alla fine del significato della loro esistenza.
E anche questo è tipico della mentalità comunista, quello di perpetuare il proprio potere (basti guardare alle coop o al cambiamento del nome del partito, sempre quello) cambiando solo l'immagine.
Il pericolo, quindi, è quando sento amici di una vita che dicono “ma Renzi ha esautorato i comunisti”.
Non è vero.
Renzi, come già fece Stalin con Trostky o Breznev con Kruscev, ha sostituito la sua alla vecchia nomenklatura del partito, riuscendo a dare l’immagine di un partito rinnovato ma, in realtà, tutti i suoi provvedimenti e le sue scelte, sono in linea con il comunismo di sempre, con le sole priorità cambiate perché i tempi sono mutati.
Bene, quindi, che Renzi non abbia sfondato la diffidenza ragionata e fondata dell’elettorato del Centro Destra, ma adesso tocca a Salvini, Meloni, Fitto, Tosi, Storace e, soprattutto, al Padre Nobile Silvio Berlusconi, recuperare il consenso di chi si è ritirato nell’astensionismo.
E lo si può fare solo imboccando con decisione e tutti assieme la strada che ha indicato Salvini: impegno sul territorio, nei salotti televisivi, nelle votazioni in parlamento, per quei Valori di sempre del Centro Destra:
  • no alle tasse
  • no all’immigrazione per garantire l’Italia agli Italiani e agli Italiani Benessere e Sicurezza
  • no ad assecondare i capricci omosessuali
  • no all’euro e all’unione sovietica europea.




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30 novembre 2014

Troppe tasse sono illegittime



Renzi sostiene di aver diminuito le tasse.
I miei conti e le scadenze che mi aspettano a dicembre dicono esattamente il contrario.
Bene fa Forza Italia a ricominciare a manifestare contro le tasse:non è mai troppo tardi.
Come non è mai troppo tardi per abbattere il presuntoso parolaio del Granducato.
Le tasse saranno la sua Waterloo, come lo sono state per Prodi, D'alema,  Amato, Monti e Letta.




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29 novembre 2014

Troppe chiacchiere



Leggo di una alluvione di incontri, convegni, mentre il parolaio fiorentino continua a fare turismo lasciando le sue torrenziali e vuote parole in ogni angolo d'Italia, come i cani marcano il loro territorio quando li portiamo a spasso.
Io vorrei invece che si agisse intervenendo sui veri problemi che sono l'invasione immigratoria,  la conseguente criminalità e i costi per mantenere uno stato inefficiente e tiranno.
Altro che fisco amico!
Il comune di Bologna ha già deciso di aumentare dell'1 per mille la tassazione sulla prima casa nel 2015 e altri seguiranno.
La domanda che mi pongo è sempre la stessa: fino a quando sopporteremo tutto questo senza reagire ?



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28 novembre 2014

State buoni, se potete



Fitto, dopo aver giustamente contestato l'inginocchiatoio a Renzi, adesso contesta anche l'investitura di Salvini a goleador del Centro Destra.
Gasparri e la Santanchè (in tante altre dichiarazioni condivisibili) attaccano Giorgia Meloni.
Leggo una dichiarazione di Bignami, neoeletto di Forza Italia in regione Emilia Romagna, con una valanga di preferenze, proveniente dall'Msi, che da un lato chiede a Roma (Berlusconi) di evitare di invitare a cena il signor Guadagno perchè si perdono solo voti e dall'altra non vuole Salvini leader.
A quanto pare l'unico che non si è montato la testa sembra proprio Salvini che conferma la necessità di coalizione, lo sbarco della Lega al sud, il veto ad Alfano ma non alle tante brave persone dell'Ncd e, soprattutto, non si esalta per la qualifica di "goleador" e dichiara che, comunque, manca ancora la squadra.
Dichiarazioni non solo da Leader, ma anche da persona di spessore.
Perchè lo stile e la qualità di una persona si evidenziano in due, opposte circostanze.
Quando si perde e quando si vince.
E Salvini riesce a gestire anche la vittoria, dopo aver risollevato la Lega da una situazione preagonica.
Adesso tocca ai Gasparri, alle Santanchè, ai Fitto, ai Bignami, metterci del loro per aiutare Salvini e tutto il Centro Destra.
Insieme.

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27 novembre 2014

Il Giorno del Ringraziamento



Oggi, quarto giovedì di novembre, negli Stati Uniti si celebra il Giorno del Ringraziamento.
La leggenda vuole che i Padri Pellegrini giunti in America sulla Mayflower, fossero stremati e, pur portando semi e animali, rischiassero di morire di stenti e freddo se i Pellerossa non li avessero aiutati, indicato quali semi coltivare e quali animali allevare e, quindi, realizzare un raccolto sufficiente a passare l'inverno 1621-1622.
Sappiamo poi il tipo di ringraziamento che i nuovi arrivati porsero ai Pellerossa per creare la Grande Nazione degli Stati Uniti (da sei anni alquanto in decadenza).
Non vorrei che fra un centinaio di anni, in Italia, altri figli di nuovi arrivati che nulla hanno a che spartire con questa Nazione, celebrassero il loro giorno del ringraziamento, ricordando quei visi pallidi (eufemismo) che nel secondo decennio del XXI secolo si svenarono per andarli a prendere, dare loro vitto, alloggio, priorità, immunità, giustificazioni per i comportamenti poco integrati, fino a che questi ultimi arrivati non sopraffecero gli Antichi Proprietari di quella terra chiamata Italia.
La Storia dovrebbe essere maestra e insegnarci ad evitare gli errori commessi in passato da chi ci ha preceduto.
La lezione americana non è stata imparata dai Sudafricani.
Noi Italiani sapremo recepirla e provvedere di conseguenza per salvare non tanto noi (che ci salviamo comunque per ragioni anagrafiche), quanto i nostri figli e nipoti ?

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26 novembre 2014

Salvini, adesso viene il difficile



Il voto di domenica ha portato Matteo Salvini ad emergere come possibile leader del Centro Destra.
E sono cominciate le aggressioni.
Non quelle fisiche (che tra l'altro portano solo altri voti) ma quelle mediatiche, solitamente prodromiche a quelle giudiziarie.
L'argomento è il finanziamento da Mosca.
Ma guarda, quando lo ottenevano i comunisti, tutto bene, adesso che finisce nelle tasche del Fronte Nazionale è uno scandalo ?
Ed ecco che qualcuno ipotizza che anche Salvini abbia incassato l'oro di Mosca.
Il Matteo giusto risponde ironico: come no, sono tornato in Italia con una valigia piena di rubli.
Ma intanto è una avvisaglia.
Possiamo aspettarci dossier, avvisi e teoremi per tarpare le ali al nuovo possibile leader del Centro Destra.
Ma il dopo voto non è difficile solo per gli attacchi che saranno sferrati contro il partito della Lega e la persona di Salvini, ma anche per la necessità di rimettere assieme (tutto) il Centro Destra.
Occorrerà diplomazia, pazienza, tolleranza, ma anche decisione.
Salvini, in queste prime ore, sembra aver mantenuto i nervi saldi, senza essersi montato la testa e se continuerà così, tenendo alte le bandiere ideali sventolate in campagna elettorale (no agli immigrati, no agli omosessuali, no all'europa, no alle tasse) allora, forse, il Centro Destra avrà trovato il suo leader naturale che potrà degnamente sostituirere sulla scheda e in parlamento il Padre Nobile, Silvio Berlusconi.

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