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04 maggio 2010

Scajola ha sbagliato ... a dimettersi

Dopo le centinaia di inchieste e teoremi contro Berlusconi, dopo i “massaggi di reatodi Bertolaso, ecco che tocca a Claudio Scajola, ministro e fedelissimo del Premier, ad essere inseguito dalle voci e dalle indiscrezioni giudiziarie.
Non avendo sotto mano il fascicolo (se c’è un fascicolo ...) contro il Ministro, non posso sapere cosa eventualmente gli viene imputato.
Non ho fiducia nella magistratura.
Non ho fiducia nei pentiti.
Non ho fiducia nelle sbisciate giornalistiche
.
Ma se anche tutto quello che è pubblicato sui giornali fosse vero, cioè ci fossero delle dichiarazioni contro di lui, il suo unico – a questo momento – errore è stato dimettersi.
Non doveva dimettersi perchè in Italia vige e deve essere rigorosamente applicato, il principio della presunzione di innocenza.
Cioè nessuno, fino a sentenza di condanna passata in giudicato, deve essere limitato nei suoi diritti e facoltà da un procedimento in corso.
Questo è fondamentale maggiormente oggi, quando chiunque, svegliandosi con la luna storta, potrebbe presentarsi in Questura e presentare una denuncia contro chicchessia, anche senza alcun fondamento.
E allora quello denunciato che fa ?
Dovrebbe prestarsi alla gogna e rinunciare alle sue ambizioni, alla sua vita, alla sua professione ?
E per quanto tempo ?
Inoltre sappiamo benissimo che di tutte queste manfrine giudiziarie, pochissime arrivano alla conclusione con una sentenza di condanna definitiva, emblematica la c.d. “tangentopoli” che ha avuto più assolti che condannati.
Ancor più lampante il caso di Giulio Andreotti che per una dozzina di anni è stato inchiodato, con grave danno per la sua carriera politica che non ha potuto coronarsi con il Quirinale proprio a causa delle accuse portate contro di lui, addirittura dalla imputazione (e processo) per essere nientepopodimenoche ... il mandante di un omicidio !!!
Ma soprattutto, Scajola non doveva dimettersi perchè, facendolo, ha riconosciuto ai magistrati una sorte di “giudizio di Dio” su qualunque ministro, parlamentare, personaggio pubblico.
E adesso sarà ancor più difficile contrastare l’invasione di campo di una magistratura schierata e che vorrebbe avere l’ultima parola, indifferentemente (e spesso contrariamente) alla volontà espressa dal Popolo Sovrano che ha democraticamente votato.
La percezione di colpevolezza, contraria ad ogni principio liberale, consentirà quindi di riprovarci contro tutti coloro che fossero in contrasto con una certa visione ideologica.
No !
Non possiamo accettare che la nostra politica torni ad essere subordinata alle inchieste dei magistrati, quindi Scajola doveva fare un sacrificio e prestarsi a continuare a fare il Ministro e, nello stesso tempo, ad essere crocefisso mediaticamente.
Adesso non ci resta che chiederci: chi sarà il prossimo ad essere “nominato” ?
Sì, perchè l'obiettivo è quello di sempre: impedire a Berlusconi di governare (bene, come saprebbe fare) , ora tentando di fargli terra bruciata intorno.


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2 commenti:

Le_Barricate ha detto...

Ti dirò.. Scajola ha una faccia che non mi piace.. La gaffe che fece su Biagi non mi è piaciuta.. Che sia un santarellino che abbia creduto di comprare una casa da 180 mq nel centro di Roma con vista Colosseo pagandola solo con un mutuo da 600.000 euro ci credo pochino. Per essere buono gli posso almeno imputare di essere stato un gran ingenuo a credere alla favola di aver fatto un grosso affarone.. ;)

Massimo ha detto...

La cosiddetta gaffe su Biagi non era da dimissioni. Tutto il resto non è motivo da dimissioni prima di una condanna passata in giudicato. Sennò si attribuisce ai magistrati il potere di veto su qualunque incarico pubblico.