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28 marzo 2025

Il kit di sopravvivenza


L'unione europea è composta da 27 stati ad ognuno dei quali viene attribuito un posto di commissario.

Purtroppo non in tutti gli stati c'è personale politico adeguato al compito e lo vediamo quotidianamente con le dichiarazioni di una bella signora estone; Kaja Kallas, che spara cavolate dal suo scranno di Alto Commissario per la politica estera, credendo che l'essere stata primo ministro dell'Estonia, le dia la statura politica per ricoprire quel ruolo.

Ma l'Estonia ha un milione e trecentomila abitanti, come l'Abruzzo, tanto per dare un'idea e non mi sembra abbia una Storia tale da rendere i suoi "statisti" luminari della politica.

Al contrario dell'Abruzzo, che diede i natali al Cardinale Giulio Raimondo Mazzarino che, dovendo cercarsi uno stato per sviluppare le sue capacità essendo l'Italia divisa in tanti piccolifeudi per non disturbare il papa di Roma, andò in Francia e costruì, proseguendo l'opera di Richelieu, la grande nazione francese che consentì a Luigi XIV di passare alla Storia come il Re Sole.

In ogni caso la signora Kallas ha oggi trovato una temibile concorrenza nella sua imbarazzante attività nel commissario alle crisi, la belga Hadja Lahbib che, con un esilarante video, invita tutti gli europei a dotarsi di un kit di sopravvivenza (per 72 ore, però ...) da tenere sempre a portata di uso.

Come la Kallas, la Lahbib appartiene ad un partito aderente all'alleanza dei liberali e riformatori, cioè il partito di Macron (e di Renzi se gli Italiani lo avessero votato e spedito a Strasburgo, ma noi Italiani probabilmente siamo più svegli di estoni e belgi).

Credo che il video, con le risatine inopportune, visto l'argomento e la banalità degli oggetti indicati (che sono poi quelli che leggiamo in ogni romanzo distopico e in tanti manuali di sopravvivenza di chi si prepara alla fine del mondo) forniscano già un adeguato motivo di ilarità, unito però all'agghiacciante consapevolezza che siamo nelle mani delle Kallas e delle Lahbib e, cosa ancora più grave, paghiamo loro migliaia di euro al mese per rendere ridicole loro, le idee che propugnano e l'intera Europa.

Mi piace peraltro annotare che, ad un certo punto, verso la fine, la Lahbib estrae un pacco di banconote per dirci che dobbiamo tenere dei contanti, perchè la monetica, in caso di crisi, è solo un pezzetto di plastica.

Ha ragione, ma è anche la dimostrazione che non si deve prestare alcuna attenzione a quello che arriva dall'unione europea, visto che è in prima fila per creare obblighi che portino ad abbandonare il contante, necessario in caso di crisi secondo la loro stessa commissaria, per pezzetti di plastica.

La Kallas e la Lahbib, dopo la Lagarde e la Von der Lyen, sono altri due ottimi motivi per abbandonare l'unione europea al suo destino e per approfittare dei quattro anni di presidenza Trump per sostituire il Regno Unito nel rapporto privilegiato con Washington.

1 commento:

Nessie ha detto...

Siamo alla dittatura delle Donnette! E lo dice una donna, perciò nessuno mi può dare della "misogina" e della "maschilista". Farò anch'io un post sulla paranoia del kit e degli zaini, ma intanto tra il materiale informativo prelevato, vengo a sapere che questa Hadja Lahbib è nata nel 1970 a Boussu, un comune del Borinage, un tempo uno dei più importanti giacimenti carboniferi d'Europa, da una famiglia di lavoratori algerini di lingua berbera della Cabilia. Perciò i media la devono smettere di farla passare per "belga", dato che costei non è né vallona né fiamminga. A questo serve l'immigrazionismo: a diluire e a far sparire il senso dell'appartenenza ad un luogo.