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No alla deriva

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12 settembre 2011

Tasse inutili anzi dannose

La Grecia ha deciso di imporre una patrimoniale di quattro euro al metro quadro per ogni possessore di immobili.
Questo significa che se una persona possiede un appartamento di soli cento metri quadri, dovrà pagare allo stato ben 400 euro.
Naturalmente tale decisione ha scatenato in Italia le brame del partito delle tasse, con dichiarazioni allucinanti del tipo: “poiché la patrimoniale la impongono anche in altri stati, la possiamo imporre anche noi” (letta da tal Centrella, il sostituto della Polverini a capo di quel sindacato, che oggi si chiama Ugl e che una volta era la gloriosa e nobile CISNAL) .
In Italia l’85% delle persone è proprietario della casa di abitazione: tutti ricchi da spremere ?
Bersani insiste con tetragona stolidità nel chiedere nuove tasse, a cominciare da una tassa sulle transazioni finanziarie che affosserebbe ancora di più le quotazioni delle nostre banche, sempre più a rischio scalate (ma per chi lavora Bersani ?).
Non parliamo di quanti cercano di farci credere che la soluzione dei problemi sia nella rimozione di Berlusconi e nel varo di un governo di grande coalizione (mai con i comunisti !) , ma in realtà sperano di intercettare la ripresa e temono che, invece, da qui al 2013 sia Berlusconi (che spero resista senza deflettere) a beneficiarne.
Ma a cosa potrà servire la tassa greca o una sua eventuale cugina italiana, se prima non si chiude il rubinetto della spesa pubblica ?
Il sacrificio chiesto con l’imposizione di quattro euro al metro quadro diventerebbe infatti inutile se quei soldi sottratti alla disponibilità dei privati dovessero servire per mantenere le stesse strutture, lo stesso impianto legislativo di spesa pubblica che ha portato la Grecia (e non solo) all’attuale situazione fallimentare.
Analogamente in Italia qualunque drenaggio di denaro per finanziare il pubblico sarebbe solo un inutile balzello se, prima, non si eliminano i tanti, troppi capitoli di spesa del bilancio pubblico per restituire agli italiani uno stato leggero, terzo, lontano dalle troppe interferenze nella nostra vita (non solo economica).
Il sacrificio che verrebbe imposto, obtorto collo, con una patrimoniale, con una tassa sulle transazioni finanziarie, sarebbe finalizzato unicamente a prolungare la permanenza di capitoli di spesa insostenibili e ci troveremmo tra un anno o due con il governo alla ricerca di nuovi fondi o, come prima o poi accadrà, a tagliare brutalmente quegli stessi capitoli di spesa che ieri (e forse anche oggi) si potrebbero chiudere con maggiore gradualità e minore impatto sociale.
Le tasse, soluzione unica che è nella testa della sinistra, sono non solo inutili, ma anche dannose per la ripresa.
Chi le propone ha qualche interesse, qualche lobby da accontentare scaricando sul prossimo e sulle future generazioni il costo di un debito che è giunta l’ora di non alimentare e, anzi, di ridurre anche vendendo i gioielli di famiglia.

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