Ha vinto di poco, come di poco aveva vinto il candidato europeista in Romania, ma ha vinto e ambedue i risultati assumono un significato di gran lunga più importante, non tanto perchè la Polonia e la Romania sono il quinto e sesto stato dell'unione, ma perchè ci può prefigurare uno scenario che potrebbe avverarsi anche in Italia.
Solo una dozzina di anni fa, i due candidati europeisti (Dan in Romania che ha vinto e Trzaskowski in Polonia che ha perso) sarebbero stati etichettati dalla sinistra come "fascisti", come lo era Berlusconi in Italia.
La loro colpa era di essere liberali o popolari e, come, sempre, una dozzina di anni fa, anche il Merz oggi incensato e persino il Macron, bulletto e burattino come si sta rivelando, sarebbero stati etichettati allo stesso modo.
Perchè allora i socialisti facevano i socialisti, avevano i loro candidati e, semmai, si presentavano come aggregazione di tutte le sinistra, richiamando alla unione antifascista, come fece Hollande, per prevalere.
Oggi i socialisti sono aggregati e più basso tengono il profilo meglio è per il candidato, liberale o popolare che sia.
I Popoli dell'Europa hanno così respinto il socialismo, che praticamente sopravvive a stento e sotto il ricatto degli autonomisti locali, solo in Spagna.
Altrove sono costretti a sostenere il candidato diciamo così "centrista", liberale o popolare che in altri tempi avrebbero schifato.
Lo stomaco dei socialisti è avvezzo a qualunque cosa e non a caso sono i primi sostenitori del cibo a base di insetti e altre porcherie del genere.
In Polonia come in Romania, si sono dovuti mettere assieme tutti, ma proprio tutti, i partiti differenti da quello Nazionalista.
Si sono radunati sotto un'unica bandiera, quella dell'unione europea, ma non hanno altro da offrire se non la totale sudditanza verso le decisioni di Bruxelles perchè per il resto ognuno va per la sua strada.
In Polonia e in Romania i due candidati europeisti, quello perdente in Polonia e quello vincente in Romania, sono stati sostenuti da una accozzaglia che, se riportata in Italia, comprenderebbe il pd, i verdi, la sinistra estrema di Fratoianni, + Europa del fantasmino Magi, il movimento cinque stelle, il finto terzo polo di Renzi e Calenda e, necessariamente, anche Forza Italia, magari dopo un ribaltone dirigenziale che porti alla guida il giovane virgulto che si è permesso di attaccare il Generale Vannacci.
E, come ha dimostrato la Polonia, senza avere la certezza di vincere, perchè ho molti dubbi che gran parte dell'elettorato di Forza Italia possa seguire i suoi leaders in una alleanza con i vecchi aguzzini della sinistra, come ha dimostrato la scomparsa della democrazia cristiana i cui elettori si sono ben guardati dal seguire i propri parlamentari, tutti accasati a sinistra e adesso formano l'elettorato del Centro Destra.
Infine un passaggio ulteriore.
Mettiamo pure che l'accozzaglia da Fratoianni a Forza Italia vinca le elezioni, la rappresentanza parlamentare sarebbe fortemente frazionata in una decina di gruppi parlamentari ognuno dei quali ha le sue clientele da soddisfare ma, a differenza della prima repubblica, non potendo stampare moneta ed essendosi legati ad una sudditanza senza speranza verso Bruxelles, non sarebbero in grado di farlo e così, alle elezioni successive, quel piccolo margine di vantaggio si capovolgerebbe a favore di una alleanza Nazionalista che vedrebbe solo due partiti, ma molto omogenei, come in Polonia o in Romania.
Tusk, il Berlusconi o, meglio, il Tajani di Varsavia, vinse le elezioni un anno fa in una competizione di tutti contro il PIS, il partito Nazionalista, ma le elezioni presidenziali, nonostante la stessa formazione in campo e l'alta affluenza, hanno dimostrato che quella maggioranza, inesistente nei contenuti, comincia già a sfarinarsi.
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