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17 novembre 2024

Perchè qualcuno ha paura dell'autonomia regionale ?

L'ennesima sentenza di una corte, questa volta quella costituzionale, procura carburante per l'asfittica propaganda dei cattocomunisti.

Un carburante che si esaurisce presto perchè, per quanto ci abbia studiato, neppure la corte costituzionale è riuscita a dichiarare incostituzionale il progetto di autonomia regionale, riuscendo solo a cavillare su alcuni temi e, al contrario, probabilmente senza accorgersene, ha messo in pericolo il referendum confermativo che i cattocomunisti volevano brandire come una clava contro il futuro dell'Italia.

Ma non è dell'ennesima interferenza togata, che ormai è scontata quando c'è un governo di Centro Destra, che intendo parlare, bensì di un aspetto "di colore" della questione.

Perchè i cattocomunisti (e qualcuno in Forza Italia) ha paura di una legge che avvicina le amministrazioni regionali ai cittadini e rende gli amministratori di gran lunga più responsabili per la realizzazione di servizi e la creazione del benessere degli amministrati ?

La risposta è molto semplice e la diede, già negli anni sessanta, Mariano Rumor, allora Segretario della DC, in una Tribuna Politica nelle quale gli rinfacciarono le capacità amministrative dei comunisti a Bologna dove anche gli autobus erano gratis.

Rumor rispose che Bologna era in vetrina grazie all'Italia democristiana.

Perchè allora, prima che i comuni e gli altri enti locali fossero obbligati a gestire un vero bilancio, tutto quello che si spendeva era coperto dall'amministrazione centrale, per cui gli autobus gratis per noi bolognesi erano pagati dai milanesi, dai romani, dai palermitani, dai napoletani.

Anche oggi amministratori in evidente difetto, cercano di scaricarsi di responsabilità addebitando la colpa al governo centrale che è troppo parsimonioso (interpreta: oculato)  con i soldi di tutti.

Si richiedono fondi all'amministrazione centrale, si presenta un conto e ... "bisogna fare presto", accettando a scatola chiusa la lista della spesa, diversamente si dà fiato alle trombe ed ai tromboni.

La scusa della mancanza di fondi, sempre opponibile, perchè se viene erogato tot, si fa presto a dire: occorre di più e questo diventa un alibi per non fare nulla ("il meglio è sempre nemico del bene"), è la foglia di fico dietro alla quale si nasconde la difficoltà di realizzare sulla base di un progetto coerente e pratico, andando oltre il taglio di nastri e gli sproloqui parolai.

Ben più facile una cantatina di bella ciao e distribuire finanziamenti ad enti e associazioni, spesso di nicchia e ancora più spesso ideologizzate, così da potersi limitare a parlare ... parlare ... parlare ... di aria fritta come l'antifascismo.

Con l'autonomia differenziata tutto questo si avvia ad essere non cancellato (purtroppo) ma reso più complicato, venendo chiamati gli eletti a maggiori responsabilità dirette.

L'autonomia differenziata, qualunque cosa ne pensino i giudici della corte costituzionale, rappresenta il futuro per avere un'Italia efficiente, produttiva e nella quale gli amministratori siano chiamati a rispondere dei loro atti (e del loro immobilismo) ai cittadini, senza potersi nascondere dietro ad alibi con i quali fare scaricabarile per le proprie responsabilità.


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