Ciò che è bene per la sinistra è male per l’Italia. Ciò che è male per la sinistra è bene per l’Italia.

Web blacknights1.blogspot.com
penadimorte.blogspot.com svulazen.blogspot.com
Si devono intraprendere le guerre per la sola ragione di vivere senza disturbi in pace (Cicerone)

No alla deriva

No alla deriva
Diciamo NO alla deriva

17 luglio 2006

I presidenti passano, l'Aquila della Fortitudo continua a volare


Nel pieno dell’attenzione rivolta al campionato del mondo di calcio, si è maturato un evento che ha coinvolto molte meno persone e con meno pathos, ma che ritengo di dover menzionare.
Giorgio Seragnoli, il Presidente della Fortitudo basket ha ceduto la società.
Il suo palmares parla di 14 anni da presidente, 11 finali, due scudetti.
Gli unici due della storia della squadra.
Sì, perché fino all’arrivo di Seragnoli la Fortitudo era la sorella minore della pallacanestro bolognese.
Sempre a cavallo tra prima e seconda serie, con un suo personalissimo scudetto: battere la Virtus nel derby.
Probabilmente sono uno dei più vecchi tifosi Fortitudo in circolazione, una squadra che ha tifosi con una età media giovane e che si è avvicinato a quella sponda del tifo tra il 1967 e il 1968.
Erano gli anni delal preistoria del basket italiano.
Le squadre di pallacanestro si chiamavano con il nome degli sponsor: Ignis, Simmenthal, Knorr (Candy), Forst, Snaidero e la Fortitudo era meglio conosciuta come Eldorado.
Erano gli anni del Barone (Gary Schull), recentemente scomparso, poi di Ron De Vries e dei fratelli Douglas.
Erano gli anni della sofferenza, del “gran cuore Fortitudo” che riusciva all’ultimo a strappare il derby alla più blasonata e ricca Virtus.
Poi arrivò Giorgio Seragnoli.
Rampollo di una nota famiglia “bene” bolognese, buttò sul piatto soldi e passione.
A sorpresa (per quelli della mia età) la Fortitudo entrò nel gotha della pallacanestro italiana, anche se gli scudetti non sono stati tanti quanti le finali giocate avrebbero potuto portare.
Nel frattempo i pochi tifosi Fortitudo erano cresciuti di numero, diventando equivalenti a quelli della Virus, ma anche più giovani e più rumorosi.
Probabilmente Seragnoli si è stancato, probabilmente l’impegno era diventato più gravoso del divertimento, probabilmente ci sono anche altri motivi che (giustamente) possiamo non sapere.
La società è stata venduta.
La nuova proprietà ha una eredità pesante: confrontarsi con una dirigenza vincente.
Dovrà appagare gli appetiti mai abbastanza saziati dei tifosi.
Sarà la storia del futuro, del prossimo campionato.
Un sentito ringraziamento a Giorgio Seragnoli per tutto quello che ha fatto, per aver portato la Fortitudo a traguardi che un tifoso a fine anni sessanta mai e poi mai avrebbe ragionevolmente pensato si potessero raggiungere.
Giorgio Seragnoli è stato un Presidente di cui ci ricorderemo sempre, il primo presidente sculettato (due volte).
I presidenti passano, resta l’Aquila, in volo verso nuovi traguardi, sulle ali della passione dei suoi tifosi.

Entra ne

1 commento:

Massimo ha detto...

Non ti facevo tifoso ... bianconero :-)))))