Il 7 giugno 1964, quel gruppo di ragazzini calciofili o calciomani che ho già avuto modo di ricordare , stavano attorno ad una radiolina accesa che trasmetteva lo spareggio scudetto tra il Bologna e l’Inter.
Grande fu l’esultanza al termine di quella partita, un ricordo che riaffiora ogni tanto, quando ci si vede in circostanze di vario genere: matrimoni e nascite (prevalentemente fino a pochi anni fa ), funerali, purtroppo sempre più frequentemente in seguito.
Ma se facciamo un passo indietro di pochi mesi, all’inizio del marzo 1964, lo scudetto rossoblu sembrava distante anni luce: il Bologna veniva penalizzato, nei giocatori e in punti, per un presunto “doping”, poi rivelatosi insistente.
A metà maggio, furono restituiti al Bologna, onore e punti (ma non quelli persi a seguito delle squalifiche e delle tensioni create dalla vicenda) che ci portarono a quell’indimenticabile 7 di giugno del 1964.
A un bolognese, tifoso del Bologna, della mia età, se si chiedeva, fino a una ventina di anni fa, quale fosse la squadra più antipatica, la risposta era automatica: l’Inter e questo anche se un giornalista bolognese, Oddone Nordo, insiste nel raccontare che, sul letto di morte, un ex dirigente milanista confessò che tutta la vicenda fu montata da lui, per conto del Milan che all’epoca era immediatamente dietro in classifica al Bologna e sperava di beneficiare della penalizzazione che sarebbe stata inflitta alla squadra felsinea.
Più o meno 20 anni fa, l’Inter smise di essere la squadra più odiata, rimpiazzata a pieno titolo da una Juventus che non solo vinceva tutto, ma si “impossessava” dei nostri migliori calciatori, mandando in prestito vecchio ciarpame o pedatori che dovevano essere ricostruiti dopo un infortunio (per riprenderseli senza complimenti quando erano di nuovo in forma).
Certo, la Juventus si è presa anche delle belle sòle, tanto che da sempre sostengo che il miglior allenatore dei bianconeri di tutti i tempi fu Gigi Maifredi, grazie al quale la Juve rimase anche fuori dalle coppe europee.
Purtroppo Maifredi rimase alla Juve solo un anno (o due non ricordo bene).
Una lunga premessa per dire che di simpatia verso le squadre implicate (direttamente o indirettamente per il vantaggio che ne potrebbero avere) nella vicenda che passa sotto il nome di “calciopoli”, ne provo pochissima, ma anche che tra la sentenza di primo grado e quella di appello, ci sta una distanza abissale, come tra una condanna ed una assoluzione piena.
Ho letto le 154 pagine della sentenza e, di primo acchito, mi ha colpito la quantità di casi citati contro la Fiorentina e i Della Valle, di gran lunga superiore persino alla Juventus.
Una Fiorentina che, se proporzionassimo il tutto con quello che è stato rifilato alle altre squadre, deve sentirsi beneficiata dalla relativa mitezza della sentenza, visto che, ictu oculi, ha visto interventi dei suoi massimi dirigenti in misura di gran lunga superiore rispetto ad altri.
Mi ha colpito l’estrema vacuità degli addebiti contro Galliani, chiamato in causa per aver “avallato”, in una telefonata di un minuto e 48 secondi !!!, il comportamento di Meani, che, a ben vedere, non è neppure logicamente sanzionabile, visto i proclami che sulla stampa i presidenti, allenatori e anche giocatori delle varie squadre che si sentono penalizzate, lanciano ad ogni dopo partita (che facciamo: tutti con 44 punti di penalizzazione e -15 nel prossimo campionato ?).
Mi ha colpito il fatto che alla Juventus si addebitino degli interventi che rientrano nella moral suasion, legittima, a mio modo di vedere, sfruttando la potenza di un club che non nasce per diritto divino, ma per i meriti acquisiti nella gestione societaria e nei risultati del campo.
Mi colpisce la mano leggera che è stata usata nei confronti di chi, invece, doveva essere il primo ad essere punito perché non ha saputo resistere alle pressioni (arbitri).
Mi colpisce la condanna per una Lazio che ha, tramite Lotito, puramente e semplicemente manifestato la sua insofferenza a presunti torti, tramite la scala gerarchica della Federazione (e a chi se, no ?) facendomi insorgere il sospetto che al presidente biancazzurro sia stato preparato un sia cascato in un “trappolone”, il che confermerebbe che, come spesso accade, chi urla di più è anche più ingenuo di tanti … “abatini”.
Mi colpisce, infine, la ripetitività con la quale la sentenza cita le affermazioni di Borrelli che hanno disegnato il solito, stantio, teorema giustizialista, basandosi su brani di intercettazioni.
In sostanza mi sembra che la ratio di questa condanna equivalga a quella della Fifa che, invece di revocare il premio a Zidane, ha convocato Marco Materazzi con l’intento evidente di punirlo per qualche frase che, sui campi di gioco, sono all’ordine del giorno.
Una interpretazione da verginelle che fa un bel torto alle conclamate intelligenze degli estensori delle sentenze, che hanno impiegato ben 7 giorni per articolare 154 pagine cercando di motivare una decisione che sembra tanto presa a tavolino ex ante (la penalizzazione di Juventus, Milan, Lazio e Fiorentina) cui doveva essere data una accettabile forma esteriore.
Per ora, in attesa della sentenza definitiva, mi fermo qui.
Grande fu l’esultanza al termine di quella partita, un ricordo che riaffiora ogni tanto, quando ci si vede in circostanze di vario genere: matrimoni e nascite (prevalentemente fino a pochi anni fa ), funerali, purtroppo sempre più frequentemente in seguito.
Ma se facciamo un passo indietro di pochi mesi, all’inizio del marzo 1964, lo scudetto rossoblu sembrava distante anni luce: il Bologna veniva penalizzato, nei giocatori e in punti, per un presunto “doping”, poi rivelatosi insistente.
A metà maggio, furono restituiti al Bologna, onore e punti (ma non quelli persi a seguito delle squalifiche e delle tensioni create dalla vicenda) che ci portarono a quell’indimenticabile 7 di giugno del 1964.
A un bolognese, tifoso del Bologna, della mia età, se si chiedeva, fino a una ventina di anni fa, quale fosse la squadra più antipatica, la risposta era automatica: l’Inter e questo anche se un giornalista bolognese, Oddone Nordo, insiste nel raccontare che, sul letto di morte, un ex dirigente milanista confessò che tutta la vicenda fu montata da lui, per conto del Milan che all’epoca era immediatamente dietro in classifica al Bologna e sperava di beneficiare della penalizzazione che sarebbe stata inflitta alla squadra felsinea.
Più o meno 20 anni fa, l’Inter smise di essere la squadra più odiata, rimpiazzata a pieno titolo da una Juventus che non solo vinceva tutto, ma si “impossessava” dei nostri migliori calciatori, mandando in prestito vecchio ciarpame o pedatori che dovevano essere ricostruiti dopo un infortunio (per riprenderseli senza complimenti quando erano di nuovo in forma).
Certo, la Juventus si è presa anche delle belle sòle, tanto che da sempre sostengo che il miglior allenatore dei bianconeri di tutti i tempi fu Gigi Maifredi, grazie al quale la Juve rimase anche fuori dalle coppe europee.
Purtroppo Maifredi rimase alla Juve solo un anno (o due non ricordo bene).
Una lunga premessa per dire che di simpatia verso le squadre implicate (direttamente o indirettamente per il vantaggio che ne potrebbero avere) nella vicenda che passa sotto il nome di “calciopoli”, ne provo pochissima, ma anche che tra la sentenza di primo grado e quella di appello, ci sta una distanza abissale, come tra una condanna ed una assoluzione piena.
Ho letto le 154 pagine della sentenza e, di primo acchito, mi ha colpito la quantità di casi citati contro la Fiorentina e i Della Valle, di gran lunga superiore persino alla Juventus.
Una Fiorentina che, se proporzionassimo il tutto con quello che è stato rifilato alle altre squadre, deve sentirsi beneficiata dalla relativa mitezza della sentenza, visto che, ictu oculi, ha visto interventi dei suoi massimi dirigenti in misura di gran lunga superiore rispetto ad altri.
Mi ha colpito l’estrema vacuità degli addebiti contro Galliani, chiamato in causa per aver “avallato”, in una telefonata di un minuto e 48 secondi !!!, il comportamento di Meani, che, a ben vedere, non è neppure logicamente sanzionabile, visto i proclami che sulla stampa i presidenti, allenatori e anche giocatori delle varie squadre che si sentono penalizzate, lanciano ad ogni dopo partita (che facciamo: tutti con 44 punti di penalizzazione e -15 nel prossimo campionato ?).
Mi ha colpito il fatto che alla Juventus si addebitino degli interventi che rientrano nella moral suasion, legittima, a mio modo di vedere, sfruttando la potenza di un club che non nasce per diritto divino, ma per i meriti acquisiti nella gestione societaria e nei risultati del campo.
Mi colpisce la mano leggera che è stata usata nei confronti di chi, invece, doveva essere il primo ad essere punito perché non ha saputo resistere alle pressioni (arbitri).
Mi colpisce la condanna per una Lazio che ha, tramite Lotito, puramente e semplicemente manifestato la sua insofferenza a presunti torti, tramite la scala gerarchica della Federazione (e a chi se, no ?) facendomi insorgere il sospetto che al presidente biancazzurro sia stato preparato un sia cascato in un “trappolone”, il che confermerebbe che, come spesso accade, chi urla di più è anche più ingenuo di tanti … “abatini”.
Mi colpisce, infine, la ripetitività con la quale la sentenza cita le affermazioni di Borrelli che hanno disegnato il solito, stantio, teorema giustizialista, basandosi su brani di intercettazioni.
In sostanza mi sembra che la ratio di questa condanna equivalga a quella della Fifa che, invece di revocare il premio a Zidane, ha convocato Marco Materazzi con l’intento evidente di punirlo per qualche frase che, sui campi di gioco, sono all’ordine del giorno.
Una interpretazione da verginelle che fa un bel torto alle conclamate intelligenze degli estensori delle sentenze, che hanno impiegato ben 7 giorni per articolare 154 pagine cercando di motivare una decisione che sembra tanto presa a tavolino ex ante (la penalizzazione di Juventus, Milan, Lazio e Fiorentina) cui doveva essere data una accettabile forma esteriore.
Per ora, in attesa della sentenza definitiva, mi fermo qui.
12 commenti:
Da tifoso Juvemtino.
Tutto giusto, considerato anche che la squadra che aveva il presidente di lega implicato resta in A.
Da juventino mi porgo un dilemma.
Visto che le intercettazioni riguardano il campionato 2004-2005
, la juventus si vede giustamente revocato il titolo 2004-2005. Ma si vede anche non assegnato il 2005-2006, con la scusa che non poteva essere in serie A per via del campionato precedente.
Primo questo è un problema della giustizia che ci ha messo 2 anni a venire a capo della questione.
Secondo, e adesso passo per antipatico, se la Juventus, come Milan Fiorentina e Lazio, quest'anno avessero fatto la serie B, le convocazioni di Lippi sarebbero state differenti e certamente non avremmo avuto al mondiale Buffon Cannavaro e Zambrotta, Toni, Pirlo e Gattuso.
Tutto questo a fronte di un campionato l'ultimo, regolare, ma inquinato da squadre che "non dovevano esserci". Sarebe dunque giusto riconsegnare la Coppa del Mondo alla Francia perchè abbiamo partecipato al mondiale con convocazioni falsate dall'erronea presenza in serie A di Juventus, Fiornetina, Milan e Lazio.
Se viceversa il campionato ultimo è regolare, allora si assegni lo scudetto alla Juventus, gli si lasci il legittimo posto in Champions e poi la si retroceda per frode sportiva quanto si vuole.
Cannavaro e Buffon sono andati al mondiale in seguito ai 91 punti conquistati sul campo, ed hanno legittimato il tutto vincendo un mondiale. Allora l'Italia decida da che parte sta. Se veramente l'ULTIMO campionato è falsato, restituisca anche la coppa del Mondo che è illegittima. Viceversa cambi la sentenza.
Adesso fucilatemi anche :P
PS
Tornando al discorso politico.
Borrelli prima muore meglio stiamo tutti.
Andrò al suo funerale vestito di bianco stappando spumante.
Poi l'esito del processo è scontato in quanto è stato un processo pubblico stile cinese.
Quando è l'opinione pubblica a decidere l'esito di un processo, lo stato di diritto va a farsi benedire.
Povera Italia
Come ben sai, di calcio non ne capisco niente, e mi piace pure poco... ma che quest'ennesimo polverone sia stato sollevato dopo le elezioni e' fuori discussione e significa cio' che significa: il solito pretesto per ridimensionare gli avversari politici. Che il pretesto sia legittimo oggi, non significa necessariamente che lo sara' anche domani, visti i fini e i mezzi utilizzati. Non si puo' far altro che aspettare che ogni bubbone maturi (e scoppi).
Temo che la vicenda scateni il tifo più che la ragione.
Anche a me sembra che nella sentenza le causali siano inesistenti. Ma io sono milanista. Sicuramente sono influenzato dal desiderio di vedere la mia squadra in Champions dove dovrebbe stare e non a recuperare 15 punti. E da milanista concordo con le prime due parole di commento di Sivori: tutto giusto, se riferite ad un post molto equilibrato. Anche se mi giunge nuovo che nel 1964 sia stato il Milan a provocare tutto lo scandalo doping del Bologna.
Formiamo un comitato restituzione coppa del mondo alla Francia???
Non sono esperto di calcio. Lo guardo perchè ammiro ed esulto anch'io di fronte a certi gesti atletici spettacolari. Tutto quello che sta dietro lo lascio ai commentatori sportivi che seguo di sfuggita e di tanto in tanto. Ma questo post, com'era prevedibile dal grande can can, dal gran polverone per - oserei dire, da inesperto - delle "sciocchezze", mi porta a pensare che forse la giustizia sportiva sia ancora peggio di quella ordinaria. Da quello che leggo, da quel che succede dietro le quinte, dall'esperienza "inutile" di episodi passati, constato che ciò che sta dietro, nei palazzi della giustizia sportiva, non sia per niente etico, pulito. Queste sentenze sembrano scritte a tavolino a caso appena scoppiato, e che siano poi state inserite in un bussolotto come fossero numeri del lotto e poi estratti a caso "a chi capita, capita". Non sò fino a che punto sia giusta e imparziale questa giustizia che a me sembra sia stata fatta a spanne.
Attendiamo il seguito.
Ho seguito la faccenda delle condanne date ieri sera in diretta oltre le 21. Curiosamente la Gazzetta dello Sport aveva qualche amico in Procura che le ha passato la password per entrare nei documenti d'ufficio, visto che già alle 8 del mattino riportava gli stessi risultati delle retrocessioni e delle sanzioni date alla sera dopo le 21, 00.
Siamo alle solite: chi dovrebbe ripulire, intorbidisce e la penso come Zeffirelli: "Così il calcio va allo sfacelo". Con tutto il suo patrimonio umano e sportivo.
Praticamente la giustizia aveva già dato a chi di dovere "la griglia preventiva" come faceva Moggi con gli arbitri.
Sempre perchè, trovandoci in un paese comunista, i processi sono pubblici ed è l'opinione pubblica, incitata da chi ne trae vantaggi ad emettere le sentenze.
Vista la sentenza che quasi risparmia il Milan, direi che non ci troviamo di fronte a delle toghe rosse bensì a delle toghe rossonere :-)
La sentenza contro il Milan è una offesa al buon senso ed è fondata solo sulla vendetta politica. Tanto è vero che Palazzi pensa di far ricorso solo contro la sentenza che lascia il Milan in serie A.
Il problema è l'incoerenza tra la condanna al Milan e la sospensione per un anno a Galliani.
Pur credendo che il Milan non sia implicato, più che altro perchè ancora non ho capito quali siano i reati, se Galliani (presidente di Lega e DG del Milan) merita un anno di squalifica allora il Milan ha una condanna troppo lieve. Viceversa se Galliani non sapeva nulla, allora perchè un anno lontano dai campi?
Poi non capisco le motivazioni.
Quello che ha letto la sentenza ha detto che:
"non esiste nessuna cupola, non c'era un sistema Moggi, ma tutte le squadre coinvolte cercavano di ottenere, ognuna per proprio conto arbitraggi favorevoli. Aggiungendo il fatto che non ci sono partite comprate nè arbitri comprati. Aggiungendo che l'unico arbitro condannato è De Sanctis... Non capisco dove siano tutti questi reati. Se Moggi non aveva il potere (cupola) se non corrompeva nessuno (no soldi), allora come faceva a condizionare gli arbitri? E se gli arbitri erano talmente suggestionabili che appena Moggi diceva "Ciao" gli fischiavano un rigore a favore, allora perchè sono stati assolti tutti?
E in ultimo (last but not least) Perchè il capo dell' ufficio indagini della FIGC (dimissionario 2 mesi fa) viene mandato a Milano a capo della GDF, che è appena stata epurata dagli ufficiali che hanno indagato su UNIPOL????
Della serie: le sentenze che ci piacciono sono l'affermazione della verità, le sentenze che non ci piacciono sono l'affermazione della politica.
Posta un commento