Con buona pace di Berlusconi e, soprattutto, dei suoi cattivi consiglieri che lo hanno indotto ad annunciare che si unirà al coro nella liturgia celebrante la sconfitta di 64 anni fa, il 25 aprile non sarà mai una ricorrenza che unisce.
Motivi di carattere etico, storico e politico suffragano tale affermazione e stupisce che i consiglieri di Berlusconi li abbiano bellamente ignorati, consentendo alla sinistra di ironizzare, soprattutto ricordando che per 14 anni Berlusconi ha passato il 25 aprile, come tanti di noi, in altre faccende affaccendato e non come celebrante del rito, ormai più vecchio che antico e poco accettato comunque.
Certo, oggi, Berlusconi può fare quello che vuole.
La sua popolarità è ai massimi livelli, gli elettori hanno fiducia in lui e la “politica del fare” sta dando i suoi frutti.
Il problema sarà grave per il “partito di centro, moderato e liberale” quando Berlusconi non ci sarà più ed è per tale momento che dobbiamo conservare ed unire la Destra, anche ricordando quei motivi etici, politici e storici che rendono il 25 aprile una data che divide oggi, come ieri, come domani.
1) Non è una festa. Sarebbe come a dire che noi bolognesi dovremmo festeggiare non il 7 giugno (anniversario della vittoria dell’ultimo scudetto), bensì il 16 maggio, anniversario della prima retrocessione in serie “b” o, per restare in tema bellico, anziché celebrare il 4 novembre, l’Italia Liberale avesse deciso di festeggiare il 27 luglio, la prima sconfitta di Custoza (1848).
2) Non unisce. Come non potrà mai unire la celebrazione di una sconfitta che ha visto alcuni italiani combattere contro altri italiani, ambedue al seguito di eserciti stranieri.
3) Non fu una vittoria. L’Italia fu sconfitta nel 1945. Lo dimostrano le condizioni imposte dai vincitori, i debiti di guerra, la perdita di terre italiane.
4) L’apporto degli italiani alla guerra fu insignificante. Senza le Forze AngloAmericane non vi sarebbe stata alcuna “resistenza” (che infatti cominciò solo all’indomani dell’8 settembre) e il “contributo” alla vittoria Alleata fu totalmente privo di consistenza.
5) E’ solo una propaganda di parte. Il 25 aprile cominciò ad essere celebrato con lo sfarzo che oggi conosciamo solo a metà degli anni sessanta quando il pci pensò di poter attuare una marcia di avvicinamento al potere e tentò di acquisire benemerenze inventandosi una “resistenza” che all’atto pratico, storicamente, non esistette.
6) Non rappresenta Valori. La retorica invalsa in questi anni è imbottita di frasi imponenti costruite attorno ai “valori della resistenza”, ma quali valori ? La Libertà, quella vera, è arrivata grazie alle baionette Anglo Americane. Gran parte dei resistenzialisti guardavano al totalitarismo comunista come regime da importare in Italia. Gli omicidi compiuti nel “triangolo della morte”, lo stesso assassinio del Duce e di Claretta Petacci stanno a testimoniare il “valore” e i “valori” dei resistenzialisti.
7) E’ una mistificazione storica. Si tenta di riscrivere la Storia, facendo credere alle giovani generazioni che contro l’Armata tedesca e le forze regolari della R.S.I., dei “partigiani” abbiano combattuto e “restituito la libertà” all’Italia, ignorando che senza gli AngloAmericani non sarebbe esistita e neppure iniziata alcuna “resistenza”.
8) Perpetua il clima da guerra civile. Contrariamente alle dichiarazioni pubbliche, celebrare con queste modalità – come se fosse una vittoria – la sconfitta del 1945 perpetua le divisioni tra italiani invece di aiutare a superarle.
9) Attribuisce dignità ai comunisti. Queste celebrazioni sono sempre state il fulcro di ogni campagna di propaganda del pci e dei partiti suoi eredi. Accettare l’impostazione del 25 aprile come “festa”, significa attribuire dignità a chi voleva trasformare l’Italia in un gigantesco gulag al servizio di Stalin.
Nove fondati motivi per riportare il 25 aprile alla sua reale dimensione di ricorrenza di una sconfitta in cui limitarsi a ricordare tutti i morti della seconda guerra mondiale.
I Valori per cui battersi sono altri e non stupisce vedere che proprio i più accaniti resistenzialisti sono anche in prima fila per abbattere quei Valori: dalla politica della Vita a quella della Famiglia fondata sull’unione di un Uomo con una Donna, dalla Libertà di pensiero a quella di diffondere liberamente le proprie idee, dalla Libertà di mercato alla Libertà di gestire il proprio denaro senza invadenze dello stato.
Berlusconi sbaglia, dopo 14 anni, a prestarsi a simili celebrazioni.
Sbaglia anche se la sua motivazione potrebbe avere un pregio, perché se è vero che non è opportuno lasciare spazio al “nemico”, è altrettanto vero che era così anche nei passati 14 anni.
Berlusconi sbaglia perché, ancora una volta, come è accaduto per le politiche del 2008, allontana chi sarebbe stato un suo leale sostenitore, perdendone sempre più il consenso, senza peraltro acquisire nulla sull’altro versante, dove trova e troverà solo persone ostili che resteranno tali anche dopo la sua partecipazione ai riti del 25 aprile.
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Motivi di carattere etico, storico e politico suffragano tale affermazione e stupisce che i consiglieri di Berlusconi li abbiano bellamente ignorati, consentendo alla sinistra di ironizzare, soprattutto ricordando che per 14 anni Berlusconi ha passato il 25 aprile, come tanti di noi, in altre faccende affaccendato e non come celebrante del rito, ormai più vecchio che antico e poco accettato comunque.
Certo, oggi, Berlusconi può fare quello che vuole.
La sua popolarità è ai massimi livelli, gli elettori hanno fiducia in lui e la “politica del fare” sta dando i suoi frutti.
Il problema sarà grave per il “partito di centro, moderato e liberale” quando Berlusconi non ci sarà più ed è per tale momento che dobbiamo conservare ed unire la Destra, anche ricordando quei motivi etici, politici e storici che rendono il 25 aprile una data che divide oggi, come ieri, come domani.
1) Non è una festa. Sarebbe come a dire che noi bolognesi dovremmo festeggiare non il 7 giugno (anniversario della vittoria dell’ultimo scudetto), bensì il 16 maggio, anniversario della prima retrocessione in serie “b” o, per restare in tema bellico, anziché celebrare il 4 novembre, l’Italia Liberale avesse deciso di festeggiare il 27 luglio, la prima sconfitta di Custoza (1848).
2) Non unisce. Come non potrà mai unire la celebrazione di una sconfitta che ha visto alcuni italiani combattere contro altri italiani, ambedue al seguito di eserciti stranieri.
3) Non fu una vittoria. L’Italia fu sconfitta nel 1945. Lo dimostrano le condizioni imposte dai vincitori, i debiti di guerra, la perdita di terre italiane.
4) L’apporto degli italiani alla guerra fu insignificante. Senza le Forze AngloAmericane non vi sarebbe stata alcuna “resistenza” (che infatti cominciò solo all’indomani dell’8 settembre) e il “contributo” alla vittoria Alleata fu totalmente privo di consistenza.
5) E’ solo una propaganda di parte. Il 25 aprile cominciò ad essere celebrato con lo sfarzo che oggi conosciamo solo a metà degli anni sessanta quando il pci pensò di poter attuare una marcia di avvicinamento al potere e tentò di acquisire benemerenze inventandosi una “resistenza” che all’atto pratico, storicamente, non esistette.
6) Non rappresenta Valori. La retorica invalsa in questi anni è imbottita di frasi imponenti costruite attorno ai “valori della resistenza”, ma quali valori ? La Libertà, quella vera, è arrivata grazie alle baionette Anglo Americane. Gran parte dei resistenzialisti guardavano al totalitarismo comunista come regime da importare in Italia. Gli omicidi compiuti nel “triangolo della morte”, lo stesso assassinio del Duce e di Claretta Petacci stanno a testimoniare il “valore” e i “valori” dei resistenzialisti.
7) E’ una mistificazione storica. Si tenta di riscrivere la Storia, facendo credere alle giovani generazioni che contro l’Armata tedesca e le forze regolari della R.S.I., dei “partigiani” abbiano combattuto e “restituito la libertà” all’Italia, ignorando che senza gli AngloAmericani non sarebbe esistita e neppure iniziata alcuna “resistenza”.
8) Perpetua il clima da guerra civile. Contrariamente alle dichiarazioni pubbliche, celebrare con queste modalità – come se fosse una vittoria – la sconfitta del 1945 perpetua le divisioni tra italiani invece di aiutare a superarle.
9) Attribuisce dignità ai comunisti. Queste celebrazioni sono sempre state il fulcro di ogni campagna di propaganda del pci e dei partiti suoi eredi. Accettare l’impostazione del 25 aprile come “festa”, significa attribuire dignità a chi voleva trasformare l’Italia in un gigantesco gulag al servizio di Stalin.
Nove fondati motivi per riportare il 25 aprile alla sua reale dimensione di ricorrenza di una sconfitta in cui limitarsi a ricordare tutti i morti della seconda guerra mondiale.
I Valori per cui battersi sono altri e non stupisce vedere che proprio i più accaniti resistenzialisti sono anche in prima fila per abbattere quei Valori: dalla politica della Vita a quella della Famiglia fondata sull’unione di un Uomo con una Donna, dalla Libertà di pensiero a quella di diffondere liberamente le proprie idee, dalla Libertà di mercato alla Libertà di gestire il proprio denaro senza invadenze dello stato.
Berlusconi sbaglia, dopo 14 anni, a prestarsi a simili celebrazioni.
Sbaglia anche se la sua motivazione potrebbe avere un pregio, perché se è vero che non è opportuno lasciare spazio al “nemico”, è altrettanto vero che era così anche nei passati 14 anni.
Berlusconi sbaglia perché, ancora una volta, come è accaduto per le politiche del 2008, allontana chi sarebbe stato un suo leale sostenitore, perdendone sempre più il consenso, senza peraltro acquisire nulla sull’altro versante, dove trova e troverà solo persone ostili che resteranno tali anche dopo la sua partecipazione ai riti del 25 aprile.
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9 commenti:
E già:adesso io cosa scrivo il 25 sul mio blog ???
Repetita iuvant, Stars, o, se preferisci, gutta cavat lapidem ... ;-)
Che si diano una regolata. Nessuno ha voglia di votare a destra per poi ritrovarsi a sinistra, con slogan di sinistra, con celebrazioni di sinistra, con retorica di sinistra.
Temo, Nessie, che abbiano già scelto la strada della vecchia dc: prendere i voti a destra e spenderli a sinistra.
Gli ideali sono una cosa e vanno rispettati Tutti. la realtà storica dei fatti è un'altra cosa Tu l'hai ben disegnata ed io ne riconosco i contorni Bravo
Il Cavaliere oggi 25 aprile ha fatto, a sorpresa, una contromossa molto ma molto astuta. E' andato a Onna nell'Abruzzo e ha detto che la vera "ricostruzione" la devono fare gli abruzzesi per il loro terromoto. Così ha fatto "marameo" ai vari Franceschini e alla loro arroganza, mostrando di non sottomettersi al loro gioco. Inoltre indossava il fazzoletto tricolore, quello dello stesso suo partito. Chi mai può obiettargli qualcosa?
Patetico invece, Maroni, che nel giorno in cui la teppaglia rossa minacciava a morte il suo deputato Borghezio, dove a Torino hanno appeso un fantoccio con la sua faccia a testa in giù vedere link:
http://eurosiberiacristiana.splinder.com/post/20394592/MINACCE+DI+MORTE+CONTRO+BORGHE
ebbene lui ministro dell'Interno, si accodava alla retorica resistenziale.
Voto: Berlusconi 8
Voto: Maroni: 1.
Grazie, Sinedie. Mi sembra che l'unico revisionismo, negativo, sia quello di chi vuole far passare il messaggio che la resistenza sia stata "determinante": una bufala cosmica. Gli unici determinanti furono gli Anglo Americani senza i quali l'Italia sarebbe rimasta governata dal PNF anche dopo la scomparsa del Duce.
Nessie. Il voto per Berlusconi è troppo alto :-) E' stato furbo, ma sta facendo l'errore di seguire i rossi sul loro terreno. Agli italiani non frega nulla del 25 aprile - tranne a quelli ideologizzati e con il fazzoletto rosso sempre davanti agli occhi e nel cervello - tranne che per il giorno di vacanza. La sua iniziativa rivaluta e nobilita una data che, dopo 64 anni, dovrebbe essere riposta in archivio visto che non si vuole una vera pacificazione e condivisione che presuppongono parità e verità. E non c'è parità o verità quando si insiste nel rifiutare la pari dignità per i Combattenti della R.S.I. o quando ci si inventa la resistenza come "determinante" per l'esito della guerra.
Sì, forse merita solo un 6 e mezzo. Ma a Maroni il voto non glielo cambio e non glielo alzo. Inoltre la Lega ci ha già abituato troppe volte alla politica della "Lega di lotta e di governo". Anche su quest'ultima questione dei clandestini in libera uscita.
La sufficienza la concedo sempre a Berlusconi, anche se, con la sua ultima dichiarazione sul ritiro del provvedimento che voleva equiparare i Combattenti della R.S.I. ai partigiani, si merita un "meno".
A Maroni darei anche uno zero tondo.
La Lega, come ho intitolato qualche tempo fa, sembra molto più "lega di chiacchiere e di governo" che di lotta ... ;-)
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