Dopo la sconfitta di Napoleone si aprì il Congresso di Vienna che avrebbe dovuto restaurare l’europa delle monarchie tradizionali dopo la sbornia rivoluzionaria.
In tale occasione il Principe di Metternich, austriaco, a chi sosteneva la necessità di concedere autonomia o un riconoscimento agli italiani, scrisse che “l’Italia è solo una espressione geografica”.
Metternich fu un grande statista che ottenne grandi risultati per la sua nazione, Fini è solo una alta carica istituzionale, tale per grazia e concessione di Berlusconi.
Ma la nuova esternazione di Fini sulla Padania come efficace invenzione propagandistica richiama il Metternich dell’Italia espressione geografica ... e sappiamo tutti come andò a finire.
Fini, ovviamente, non è paragonabile a Metternich, ma il concetto che ha espresso ha la medesima portata e manifesta lo stesso disprezzo verso le istanze della Lega e dei cittadini del Nord che il principe austriaco aveva per l’Italia e gli Italiani.
Se dopo 150 anni di unità, siamo ancora al punto di dover richiamare il “dovere” alla solidarietà che si traduce in esazioni fiscali nei confronti dei cittadini del Nord per far affluire denaro al Sud, probabilmente c’è qualcosa di profondamente sbagliato nel modo in cui si è formata l’unità d’Italia.
Lo stato centralista, che sostiene Fini, è sbagliato, è costoso, è inefficiente.
La Lega ha saputo interpretare questo stato d’animo e, coniugandolo con i cavalli di battaglia storici della Destra (lotta all’immigrazione illegale, identità, legge e ordine) ha ottenuto quei successi che Fini evidentemente invidia perchè non è stato in grado, con tutta la sua prosopopea, di raggiungere ed ha dovuto sempre appoggiarsi ad un mentore che lo imponesse nei vari incarichi ricevuti: da Almirante a Berlusconi, passando per Tatarella.
La Lega, grazie a Berlusconi, è stata coinvolta nel processo riformatore e con la prospettiva di conseguire un autentico federalismo che fermasse l’emorragia di risorse dal Nord, responsabilizzando i cittadini del Sud che devono imparare a gestire le loro grandi risorse senza aspettare l’aiuto pubblico, ma con le loro sole forze.
E’ evidente che se questo processo dovesse fermarsi o ridursi nella sua portata, per un qualche motivo, ma essenzialmente per l’interesse a continuare a ricevere assistenzialismo dal Nord, la secessione tornerebbe ad essere l’unica strada idonea a conseguire lo scopo, come è stato per la divisione della Repubblica Ceca da quella Slovacca e come potrebbe essere per il Belgio tra Valloni e Fiamminghi.
Sia chiaro: io vorrei l'Italia unita dalle Alpi a Lampedusa, ma a passare da pirla che si deve sempre grattare in tasca per gli altri, no !
E credo che come me la pensi la maggioranza dei cittadini del Nord.
E’quindi evidente che anche chi è cresciuto, come me, nel culto del Risorgimento e del Nazionalismo, non potrà accettare che continui l’inutile assistenzialismo verso una regione della nazione che, invece di mettere a frutto tali cospicui aiuti, alimenta le oligarchie di potere grazie anche ad una mentalità che, dopo 150 anni, resta sempre quella di privilegiare il proprio interesse particolare e momentaneo, pensando, con ciò, di essere “furbi” e di “fregare” lo stato.
Ma lo stato siamo noi che paghiamo ed è il momento di dire basta.
Fini, inconsapevolmente, replicando verso la Padania il disprezzo di Metternich verso l’Italia, rischia di accelerare lo stesso identico risultato, trasformando una “invenzione” in realtà.
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In tale occasione il Principe di Metternich, austriaco, a chi sosteneva la necessità di concedere autonomia o un riconoscimento agli italiani, scrisse che “l’Italia è solo una espressione geografica”.
Metternich fu un grande statista che ottenne grandi risultati per la sua nazione, Fini è solo una alta carica istituzionale, tale per grazia e concessione di Berlusconi.
Ma la nuova esternazione di Fini sulla Padania come efficace invenzione propagandistica richiama il Metternich dell’Italia espressione geografica ... e sappiamo tutti come andò a finire.
Fini, ovviamente, non è paragonabile a Metternich, ma il concetto che ha espresso ha la medesima portata e manifesta lo stesso disprezzo verso le istanze della Lega e dei cittadini del Nord che il principe austriaco aveva per l’Italia e gli Italiani.
Se dopo 150 anni di unità, siamo ancora al punto di dover richiamare il “dovere” alla solidarietà che si traduce in esazioni fiscali nei confronti dei cittadini del Nord per far affluire denaro al Sud, probabilmente c’è qualcosa di profondamente sbagliato nel modo in cui si è formata l’unità d’Italia.
Lo stato centralista, che sostiene Fini, è sbagliato, è costoso, è inefficiente.
La Lega ha saputo interpretare questo stato d’animo e, coniugandolo con i cavalli di battaglia storici della Destra (lotta all’immigrazione illegale, identità, legge e ordine) ha ottenuto quei successi che Fini evidentemente invidia perchè non è stato in grado, con tutta la sua prosopopea, di raggiungere ed ha dovuto sempre appoggiarsi ad un mentore che lo imponesse nei vari incarichi ricevuti: da Almirante a Berlusconi, passando per Tatarella.
La Lega, grazie a Berlusconi, è stata coinvolta nel processo riformatore e con la prospettiva di conseguire un autentico federalismo che fermasse l’emorragia di risorse dal Nord, responsabilizzando i cittadini del Sud che devono imparare a gestire le loro grandi risorse senza aspettare l’aiuto pubblico, ma con le loro sole forze.
E’ evidente che se questo processo dovesse fermarsi o ridursi nella sua portata, per un qualche motivo, ma essenzialmente per l’interesse a continuare a ricevere assistenzialismo dal Nord, la secessione tornerebbe ad essere l’unica strada idonea a conseguire lo scopo, come è stato per la divisione della Repubblica Ceca da quella Slovacca e come potrebbe essere per il Belgio tra Valloni e Fiamminghi.
Sia chiaro: io vorrei l'Italia unita dalle Alpi a Lampedusa, ma a passare da pirla che si deve sempre grattare in tasca per gli altri, no !
E credo che come me la pensi la maggioranza dei cittadini del Nord.
E’quindi evidente che anche chi è cresciuto, come me, nel culto del Risorgimento e del Nazionalismo, non potrà accettare che continui l’inutile assistenzialismo verso una regione della nazione che, invece di mettere a frutto tali cospicui aiuti, alimenta le oligarchie di potere grazie anche ad una mentalità che, dopo 150 anni, resta sempre quella di privilegiare il proprio interesse particolare e momentaneo, pensando, con ciò, di essere “furbi” e di “fregare” lo stato.
Ma lo stato siamo noi che paghiamo ed è il momento di dire basta.
Fini, inconsapevolmente, replicando verso la Padania il disprezzo di Metternich verso l’Italia, rischia di accelerare lo stesso identico risultato, trasformando una “invenzione” in realtà.
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4 commenti:
Separerei la Lega dalle istanze del Nord. La Lega non prende i voti per la Padania che si è inventata , ma per la carica antifiscale e liberatoria che ha avuto. Vedremo quanto sopravviverà, se continuerà nella sua mutazione verso il socialismo municipale.
Fini fa bene a mettere il dito sull'assurdità padana, ma fa male a non realizzare quanto profonda sia la disaffezione di chi è disposto a credere all'assurdo, pur di togliersi di torno una classe politica imbarazzante.
Il meglio dello show di gianfrego è stato il passaggio "Il sud paga le tasse", una barzelletta colossale che passerà alla storia del cabaret chiamato "politica italiana"
JCF,anche gli Stati Uniti sono una invenzione nata per una "carica antifiscale e liberatoria". E la Padania ha caratteristiche di Stato molto più degli Stati Uniti del 1776. C'è un territorio, c'è una storia comune tra i Popoli Padani più che con quelli del Sud, c'è, soprattutto, un interesse comune. Dopo 150 anni di unità e di solidarietà non è più possibile dissanguarsi per alimentare le oligarchie del Sud. E' ora di prendere il "bambino", buttarlo in acqua e dirgli: adesso nuota !
Fini, poi, da sette anni è un politico poco credibile e inaffidabile. E' ridicolo quando difende la Nazione Italiana e poi briga per disttruggerla con l'immissione massiccia degli immigrati. E il suo comportamento verso il governo lo rende ogni giorno più inaffidabile, qualunque argomento tratti.
GIOVA. Purtroppo Fini rappresenta oggi quella opposizione di cui Bersani è solo la caricatura. Per questo sarebbe molto più onesto se prendesse i suoi quattro sostenitori e se ne andasse nel pci/pds/ds/pd come fece Follini.
Per quello che ho sentito da i miei viaggi di lavoro, credo che tra massimo dieci anni il Veneto se ne andrà.
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