Ciò che è bene per la sinistra è male per l’Italia. Ciò che è male per la sinistra è bene per l’Italia.

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No alla deriva

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01 dicembre 2010

Il rosso e il nero

Il lunedì sera mi faccio sempre del male.
Di solito non guardo le trasmissioni televisive basate sul chiacchiericcio, ma al lunedì sera non perdo “Il pallone nel 7” pluriennale trasmissione che parla di calcio e del Bologna.
E chi legge le notizie, sportive e non, sulle vicende anche societarie del Bologna, sa perchè, da tifoso ("santo subito") del Bologna, mi faccio del male ogni lunedì sera.
Il punto di riferimento della trasmissione è Gianfranco Civolani (immagine), detto il “Civ”, giornalista e dirigente sportivo (ha una sua squadra di pallacanestro femminile) ormai ultrasettantenne, che ricopre il ruolo di editorialista e vecchio brontolone (non l’ho mai sentito dire che le cose vanno bene).
Spesso però ci indovina.
Lunedì scorso ha pronunciato una frase: non esistono più Destra e sinistra, perchè in Italia siamo tutti ferocemente divisi tra berlusconiani e antiberlusconiani.
Dirò in seguito perchè la prima parte della frase non la condivido.
Condivido invece l’affermazione che siamo “ferocemente” divisi tra berlusconiani e antiberlusconiani.
Sin dal primo momento in cui Silvio Berlusconi è sceso in campo, dopo aver dimostrato le sue capacità in campo imprenditoriale creando un’azienda produttiva e che, senza assorbire risorse pubbliche, ha creato posti di lavoro e ricchezza, la sinistra, orfana delle sue radici ideologiche, ha sostenuto una battaglia esclusivamente personale.
Per supportarla ha sposato tutte le idee più devianti che singole lobbies potessero esprimere.
Ma, soprattutto, nella sua azione tesa unicamente a demolire una persona, ha trascurato l’interesse nazionale e qualsivoglia progetto di società ancorato alla realtà, per propinare strampalate parole d’ordine fortemente lesive del buon senso e di ogni sana amministrazione .
Naturale che, dopo anni di attacchi e persecuzioni, anche Berlusconi e i suoi sostenitori abbiano radicalizzato la lotta politica, rispondendo colpo su colpo.
Lo sviluppo dei sistemi di comunicazione in internet, dando a tutti la possibilità di esprimere quasi in tempo reale la propria opinione e la maleducazione della maggior parte dei sinistri capace solo di ripetere a pappagallo la litania di insulti contro Berlusconi e i suoi elettori, hanno fatto il resto.
E’ vero, dunque, che siamo (io penso irrimediabilmente) divisi tra berlusconiani e antiberlusconiani, ma non è vero che sia venuta meno la differenza tra sinistra e Destra.
Lo rileviamo dal modo in cui la sinistra ha rinunciato ad un progetto di società, mentre la Destra sui temi caratterizzanti e qualificanti una collocazione politica non si astiene da confermare le proprie posizioni di sempre.
Tasse
I governi della Destra
le hanno ridotte o, comunque, non aumentate.
I governi della sinistra le hanno sistematicamente aumentate e inventate di nuove
Servizi
I governi della Destra
hanno iniziato ad indirizzare la fruizione dei servizi a fronte del pagamento da parte di chi li usa.
I governi della sinistra hanno alimentato le clientele tassando indiscriminatamente, indipendentemente dalla fruizione dei servizi.
Immigrazione
I governi della Destra
l’hanno limitata e ridotta anche con accordi internazionali e il prossimo passo sarà l’identificazione e l’espulsione degli illegali già presenti sul nostro territorio nazionale, salvaguardando l’Identità Nazionale.
I governi della sinistra hanno aperto le porte all’invasione degli immigrati e vorrebbero concedere loro cittadinanza e voto, violando ogni tutela per la nostra Identità Nazionale.
Pubblico e privato
I governi della Destra
stanno faticosamente – anche per le resistenze dei beneficiati – riducendo le spese e tagliando l’assistenzialismo fine a se stesso che ci ha portato all’enorme deficit pubblico.
I governi della sinistra hanno continuato a sostenere tutte le rivendicazioni tendenti a confermare ed aumentare le spese pubbliche a fronte delle quali vorrebbero imporre tasse sui risparmi e sulla casa per recuperare denaro sottraendolo alla sfera privata dei singoli cittadini.
Federalismo
I governi della Destra
stanno, anche qui faticosamente e ugualmente per le resistenze dei beneficiati, spostando l’utilizzo delle risorse locali dal centro (e relative clientele) ai luoghi dove vengono prodotte (e relativo utilizzo per i cittadini che le producono).
I governi della sinistra sono diventati i paladini degli sperperi centralisti in opposizione al controllo delle risorse locali da parte degli amministratori locali eletti dalle e per le popolazioni locali.
L’elenco potrebbe continuare all’infinito, ma evidenzia come la sinistra, chiusa nella sua battaglia personale contro un singolo Uomo, abbia perso di vista ogni collegamento con la realtà economica e le reali esigenze del Popolo.
La Destra e la sinistra,quindi, continuano ad esistere e ad essere divise profondamente nelle scelte e nella adesione alla realtà e corrispondono alla esistente e irreversibile feroce divisione tra berlusconiani e antiberlusconiani, che non è altro che l’eterno, irreversibile, inconciliabile antagonismo tra rosso e nero, tanto che tutti quelli di sinistra sono antiberlusconiani e tutti quelli di Destra sono berlusconiani.

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1 commento:

Anonimo ha detto...

Il terzo polo prende forma!

Occhi puntati sul 14 dicembre. E allora tutti contro Berlusconi! Si gioca tutto sulla (s)fiducia al governo. Al centro del vertice tenutosi tra Udc, Fli e Api la verifica dei margini di un accordo sulla mozione di sfiducia al governo annunciata dal partito di Pierferdinando Casini. All’incontro, che si è svolto nello studio del presidente della Camera, c'erano anche Lorenzo Cesa, segretario nazionale dell’Udc, Bruno Tabacci dell’Api e Italo Bocchino, capogruppo alla Camera di Fli. Conclusosi da poco il politburo, la triade (Gianfranco Fini, Francesco Rutelli e Pier Ferdinando Casini) avrebbe raggiunto un’intesa di massima per presentare un documento insieme. Il terzo polo marcia verso una mozione comune per sfiduciare il governo e andare al governo senza passare per le urne! Pallottoliere alla mano, ai 36 deputati di Fli (escluso Gianfranco Fini presidente della Camera) si aggiungono i 35 voti dell’Udc di Casini, i 6 dell’Api di Rutelli, i 5 dell’Mpa guidati da Lombardo e i 3 Libem di Tanoni (complessivamente sono 85). A questi, poi, bisogna sommare i due deputati del gruppo misto, che hanno dichiarato di votare la sfiducia: l’esponente del Pri Giorgio La Malfa e l’ex azzurro Paolo Guzzanti. In totale, dunque, si arriva a quota 87. Giochi fatti, dunque! Ma prima di ufficializzare la mossa si terranno una serie di incontri, così, tanto per salvare la faccia e apparire un pò più democratici del partito 'padronale' del Cavaliere. Questione di facciata, non certo di sostanza (chiedete a Storace cosa ne pensa di Fini e della democrazia interna del partito ai tempi di MSI e AN)! Fini, così, vedrà i gruppi di Fli per comunicare la decisione (già presa senza di loro) e valutarla (!?) con i suoi. Al termine del vertice tra Fli, Udc, Api, Ld e Mpa a Montecitorio, Rutelli ha lasciato intendere che l’intesa è vicina: “La riunione di questa mattina è andata molto bene, c’è un’ampia convergenza tra di noi, non mi fate dire altro”. E Casini ha confermato: “L’incontro è andato benissimo”. Sembra la triade degli sfigati, in cerca di rivalsa: Fini che prima annega nelle acque di Fiuggi un partito (MSI), ne crea uno nuovo di zecca (AN), poi lo distrugge per fonderlo con un altro partito (FI) nel secondo polo (PDL) e oggi lo separa di nuovo per Futuro e Libertà: Gianfry, che ha perso la trebisonda appresso alla Tulliani, da delfino di Giorgio Almirante rischia di fare il baccalà a mollo; Rutelli nato da una costola di Pannella e cresciuto(!?) all'ombra prima di D'Alema, poi di Veltroni, l'eterno ragazzino, la giovane(!?) promessa che non riesce a... mantenere, spera di farlo adesso: la speranza è l'ultima a morire, ma per l'ex sindaco di Roma è eutanasia politica allo stato puro quella di farsi portare per mano, dal gatto (Gianfry) e dalla volpe (Casini), per rimettersi sotto l'ombra dell'albero dei miracoli; infine lui, Pierferdy Casini, l'erede nudo di Andreotti, Fanfani, Forlani, Gava, Cirino Pomicino, che si ritrova in mano, in tempo di euro, uno scudo... 'crociato' che non serve più nenache a racimolare i voti delle vecchiette e di qualche parroco di campagna, lui che ha sposato in seconde nozze la figlia di Caltagirone - palazzinaro e editore romano, suoi tutti i cantieri della capitale, suo "Il Messaggero", insomma, un aspirante Berlusconi! - per fare carriera politica, anche se per vocazione è panettiere nato: "da Pierferdy il Mago dei 2forni"!