Ho letto i resoconti della piazzata di ieri del pci/pds/ds/pd e mi ha colpito la battuta, inconsapevolmente umoristica, di un Bersani che, da quando è diventato leader del suo partito, forse per le molteplici incombenze cui deve far fronte, ha perso quel briciolo di lucidità che sembrava possedere quando, senza esporsi, lasciava intendere di saperne a pacchi (ma anche il bluff Bersani è ora svelato).
Cosa ha affermato Bersani nell'ennesimo goffo tentativo di autoreferenzialità ?
“Siamo l'Italia del domani”.
Bersani è rimasto indietro e di parecchio.
Gli slogan sono quelli del sessantotto, rimasticati e aggiornati, le bandiere sono sempre quelle, solo che il rosso è stinto, ma soprattutto le facce sono le stesse del sessantotto, solo piene di rughe e con i capelli ormai bianchi (quelli che ancora li hanno).
Poi c'erano giovanotti rumorosi e nulla più, gli stessi che usano violenza nelle città occupando edifici e bloccando il traffico per protestare contro una riforma della scuola e dell'università che cerca di ripristinare il concetto di Cultura che presuppone quello di selezione.
Poi ?
Il solito nocciolo duro, le truppe, fornite da un sindacato ottocentesco, più retrogrado che conservatore, comunque passatista come la cgil i cui ultimi due segretari erano a fianco di Bersani, come gli ultimi giapponesi nell'agosto 1945.
Nani e ballerine come se piovesse, per ricordare che si aspettano, una volta riconquistato il potere, la ricompensa per la loro partecipazione.
Ormai i Saviano, i Santoro, i Floris, sono diventati i Suslov (nota per i più giovani: l'ideologo del pcus, custode dell'ortodossia marxista nell'unione sovietica) dell'odierno pci/pds/ds/pd, i cui dirigenti sono terrorizzati dalla possibilità che attecchisca il virus grillino.
Proposte ?
Abbattiamo Berlusconi, poi vedremo.
Sottintesi ?
Dateci carta bianca per fare i nostri giochini e un po' prelevando dai risparmi, un po' tassando le case, un po' con le belle una tantum di una volta, ribattezzate “tasse di scopo”, vedrete che diventeremo tutti assieme più … poveri.
Tranne i burocrati della partitocrazia e le loro clientele.
Ecco, il significato della manifestazione di ieri è proprio questo: l'estrema difesa dei funzionari di partito (e dei loro assistiti e beneficiati), chiusi nel bunker dei partiti, contro quella che, una volta, la sinistra avrebbe chiamato “la società civile”.
Peccato che l'unica espressione di “società civile” che si sia impegnata con successo in politica sia osteggiata dai funzionari di partito ... vedere alla voce “Silvio Berlusconi”.
Se avete guardato i telegiornali ieri sera, avete visto le facce di chi apriva la manifestazione e ha preso posto, stancamente, sul palco.
Oltre al già citato Bersani, ecco D'alema, Veltroni, Bindi, Franceschini, il "finto" Letta e, sullo sfondo, assenti ma presenti in spirito, i nuovi eroi della sinistra: Casini, Fini, Rutelli, Montezemolo, Lombardo.
Le loro facce raccontano di una Italia (minoritaria e assistita) che non si rassegna ad andare in archivio, raccontano il passato, ma sono anche emblematicamente simili a quelle che, fino al 1° maggio 1989, assistevano alla parata dell'Armata Rossa a Mosca.
Sono le facce di un politburo vecchio, stanco, superato che può solo sperare nel suicidio altrui per sopravvivere … ancora un po'.
Non è vero che ieri in piazza a Roma c'era l'Italia del domani, ma era quella dell'altro ieri.
Comunque vada martedì, l'Italia degli assistiti è destinata a soccombere, spetta ai parlamentari eletti nel Centro Destra e che non vorranno tradire la volontà popolare, fare sì che si acceleri un simile, naturale processo di selezione, oppure lo si ritardi, creando i presupposti per sacrifici molto maggiori, per tutti
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Cosa ha affermato Bersani nell'ennesimo goffo tentativo di autoreferenzialità ?
“Siamo l'Italia del domani”.
Bersani è rimasto indietro e di parecchio.
Gli slogan sono quelli del sessantotto, rimasticati e aggiornati, le bandiere sono sempre quelle, solo che il rosso è stinto, ma soprattutto le facce sono le stesse del sessantotto, solo piene di rughe e con i capelli ormai bianchi (quelli che ancora li hanno).
Poi c'erano giovanotti rumorosi e nulla più, gli stessi che usano violenza nelle città occupando edifici e bloccando il traffico per protestare contro una riforma della scuola e dell'università che cerca di ripristinare il concetto di Cultura che presuppone quello di selezione.
Poi ?
Il solito nocciolo duro, le truppe, fornite da un sindacato ottocentesco, più retrogrado che conservatore, comunque passatista come la cgil i cui ultimi due segretari erano a fianco di Bersani, come gli ultimi giapponesi nell'agosto 1945.
Nani e ballerine come se piovesse, per ricordare che si aspettano, una volta riconquistato il potere, la ricompensa per la loro partecipazione.
Ormai i Saviano, i Santoro, i Floris, sono diventati i Suslov (nota per i più giovani: l'ideologo del pcus, custode dell'ortodossia marxista nell'unione sovietica) dell'odierno pci/pds/ds/pd, i cui dirigenti sono terrorizzati dalla possibilità che attecchisca il virus grillino.
Proposte ?
Abbattiamo Berlusconi, poi vedremo.
Sottintesi ?
Dateci carta bianca per fare i nostri giochini e un po' prelevando dai risparmi, un po' tassando le case, un po' con le belle una tantum di una volta, ribattezzate “tasse di scopo”, vedrete che diventeremo tutti assieme più … poveri.
Tranne i burocrati della partitocrazia e le loro clientele.
Ecco, il significato della manifestazione di ieri è proprio questo: l'estrema difesa dei funzionari di partito (e dei loro assistiti e beneficiati), chiusi nel bunker dei partiti, contro quella che, una volta, la sinistra avrebbe chiamato “la società civile”.
Peccato che l'unica espressione di “società civile” che si sia impegnata con successo in politica sia osteggiata dai funzionari di partito ... vedere alla voce “Silvio Berlusconi”.
Se avete guardato i telegiornali ieri sera, avete visto le facce di chi apriva la manifestazione e ha preso posto, stancamente, sul palco.
Oltre al già citato Bersani, ecco D'alema, Veltroni, Bindi, Franceschini, il "finto" Letta e, sullo sfondo, assenti ma presenti in spirito, i nuovi eroi della sinistra: Casini, Fini, Rutelli, Montezemolo, Lombardo.
Le loro facce raccontano di una Italia (minoritaria e assistita) che non si rassegna ad andare in archivio, raccontano il passato, ma sono anche emblematicamente simili a quelle che, fino al 1° maggio 1989, assistevano alla parata dell'Armata Rossa a Mosca.
Sono le facce di un politburo vecchio, stanco, superato che può solo sperare nel suicidio altrui per sopravvivere … ancora un po'.
Non è vero che ieri in piazza a Roma c'era l'Italia del domani, ma era quella dell'altro ieri.
Comunque vada martedì, l'Italia degli assistiti è destinata a soccombere, spetta ai parlamentari eletti nel Centro Destra e che non vorranno tradire la volontà popolare, fare sì che si acceleri un simile, naturale processo di selezione, oppure lo si ritardi, creando i presupposti per sacrifici molto maggiori, per tutti
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3 commenti:
Eh! Eh! vedo che questa foto di vecchio Zombie in cerca di carne umana ha colpito la tua fantasia, oltre alla mia.
Ma hai sentito cosa ha detto? Che se anche Berlusconi dovesse ottenere la fiducia se ne deve andare lo stesso. Quando si dice lo spirito democratico dei "democratici" piddini!
Di quel che dicono i comunisti e i loro caudatari, vecchi e nuovi, non mi curo e non mi meraviglio di quel che può uscire dalle loro bocche. Quanto alla fotografia, non posso dire cosa mi ricorda, ma se la mia percezione è simile a quella di altri - e non lo metto in dubbio - allora è una fotagrafia da diffondere :-)
La faccia è niente,se poi vai a vedere dietro,nella famosa scatola,non c'è traffico di neuroni.Tutto osso compatto,di grigio nemmen l'ombra.
Zona a traffico interdetto.
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