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No alla deriva

No alla deriva
Diciamo NO alla deriva

05 dicembre 2010

Il Premier del fare contro gli oligarchi delle chiacchiere

Nei giorni scorsi in uno scambio di battute alla domanda se la riunione sarebbe stata interlocutoria, risposi dicendo che le posizioni di principio e le citazioni in punta di diritto le avevamo già esposte per cui non ci restava che scendere sul concreto, tanto, conclusi, non avevo mai visto due parti convincersi delle ragioni reciproche (e tanto meno ammetterle).
Come nel calcio e in politica”, concluse ridendo il mio interlocutore.
Appunto.
Noi stiamo qui a discettare sui massimi sistemi, mi dicono che nei cosiddetti social network c'è gente che perde tempo ad organizzare gruppi, raccolte di firme, a scrivere note infuocate come se potessero convincere qualcuno della sponda opposta ad aggregarsi alla loro.
Il tradimento dei finioti dovrebbe danneggiare il Centro Destra, togliendogli voti, eppure non ho ancora conosciuto uno che nel 2008, 2009 e 2010 abbia votato per il Pdl/Lega/La Destra che mi abbia detto: voterò Fini.
Tranne, naturalmente, quei due, che continuo a considerare personalmente amici, anche se politicamente inaffidabili, che hanno seguito Raisi nella sua transumanza.
Invece ho sentito alcuni amici che hanno votato Veltroni, Bertinotti o Casini esprimere apprezzamento per Fini e, addirittura, dire che lo avrebbero votato.
Non credo.
Torneranno all'ovile di sempre.
Insomma, restiamo tutti della nostra idea, anche perchè, ormai, i temi sono stati tutti sviscerati e le rispettive posizioni di principio consolidate.
Almeno qui al Nord.
Sulla stabilità del voto meridionale non ci scommetterei, credo che laggiù voteranno per chi, in quel particolare momento, sembri loro rappresentare l'utile immediato o il vincitore annunciato, senza alcuna idealità.
Ma, qui, al Nord, lo spartiacque è ben evidente:
- da un lato chi vuole ridurre il peso dello stato e, quindi, delle tasse per dare più libertà all'individuo, al mercato, al privato e più tutela alla proprietà privata, dall'altro chi ha il feticcio dell'interventismo statale e, in tempi non tanto lontani, declamò la “bellezza” delle tasse;
- da un lato chi vuole salvaguardare l'Identità Nazionale e il diritto ad essere padroni sulla nostra terra, dall'altro chi, spensieratamente, vorrebbe concedere a stranieri, privi di qualsivoglia radice in Italia, cittadinanza e voto;
- da un lato chi vuole avvicinare gli amministratori al Popolo amministrato, perchè sia più facile controllarne gli atti e limitarne le spese, dall'altro chi vorrebbe conservare il potere di imporre gabelle indiscriminatamente per poi destinare il ricavato a nicchie clientelari;
- da un lato chi vuole rinnovare la struttura ottocentesca delle nostre istituzioni e delle nostre norme, premiando produttività e merito, dall'altro chi, condizionato dalle proprie clientele, non vuole incidere su nulla del fatiscente apparato burocratico-clientelare dello stato e delle leggi;
- da un lato chi, nel nome della Tradizione, vuole salvaguardare i principi etici e morali che hanno reso superiore la nostra Civiltà rispetto a qualunque altra, dall'altro chi, nel nome di una malintesa libertà, vorrebbe elevare a dignità di legge le pulsioni più perverse e nichiliste
.
Sono argomentazioni fondate, ma servono a convincere chi, pregiudizialmente, con la bava alla bocca, vuole solo colpire Berlusconi ?
No.
Possono solo essere utili a chi già la pensa allo stesso modo per ordinare le proprie argomentazioni durante le inevitabili discussioni con gli amici e i colleghi.
Così mi permetto di aggiungerne un'altra che riguarda direttamente Berlusconi e i suoi oppositori.
Berlusconi ha 74 anni.
Ha creato, dal nulla, un impero economico.
Ha fondato una rete televisiva che produce utili, ricchezza, innovazione, posti di lavoro, senza mai affibbiare allo stato i suoi “esuberi”, senza mai portare le sue aziende al fallimento, senza mai dover piattire una rottamazione.
Questa sua capacità di leadership l'ha posta al servizio di tutti noi, visto che non ha certo bisogno di arricchirsi, essendo già, di suo, sufficientemente ricco per se stesso, i suoi figli, i suoi nipoti e pronipoti.
Chi gli si oppone ?
Avete mai sentito parlare di una qualche attività professionale di successo dei vari D'alema, Veltroni, Vendola, Casini, Fini, Bersani …
Forse il solo Grillo potrebbe vantare un successo professionale pari a quello di Berlusconi.
Neppure il tanto ossequiato Montezemolo che è stato solo l'immagine di un'azienda creata da altri.
Perchè sostituire chi sa costruire con chi sa solo parlare ?

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