Oggi
avrei potuto scrivere di Monti che frigna perché non ha più
l’appoggio dei “poteri forti”, dimostrando con ciò tutto
quello che in tanti abbiamo sostenuto: la sua nomina trascende il
Popolo, è stata studiata a tavolino e, di suo, Monti ha solo una
fama derivante dai suoi scritti sempre in linea con i “poteri
forti” ma, quando deve confrontarsi con la realtà e agire,
manifesta tutta la sua incapacità e debolezza.
Oppure
avrei potuto scrivere di Napolitano in visita in Emilia, tra i
terremotati, che, ormai, si commuove ogni volta che apre bocca e che
comincia a prendersi la sua (meritata) dose di fischi anche se i
media sminuiscono o addirittura nascondono la notizia sotto il
tappeto.
Credo
invece opportuno riprendere il tema dell’euro e dell’europa,
della speculazione e delle consorterie finanziarie internazionali che
aggrediscono le nazioni per metterle in ginocchio e asservirle alla
loro volontà.
Qui
ho sempre sostenuto che l’uscita dall’euro sarebbe un bene per
tutti, perché consentirebbe di recuperare Sovranità,
Indipendenza e Libertà Nazionale che ora mancano e sono "calpeste e derise".
Ma
per limitare, se non annullare, gli effetti negativi sarebbe
opportuno che tale scelta venisse assunta, in modo unitario e
coordinato, dalle nazioni che sono sotto il tiro della speculazione,
a cominciare da Grecia, Portogallo, Spagna, Irlanda e Italia.
Perché
se l’uscita dell’euro fosse spalmata nel tempo e individuale,
allora chi la realizzasse rischierebbe solo danni, esattamente come l’obiezione
fiscale (ad esempio contro l’imu) che ha senso ed impedisce la
reazione dei gabellieri dello Sceriffo di Beferingham solo se avesse una adesione
massiccia e non fosse frutto di una reazione coraggiosa e meritoria,
ma solo individuale e senza prospettive.
L’aggressione
che oggi si sposta contro la Spagna (riduzione del rating a livello
di spazzatura, vendita dei bonos e conseguente aumento dello spread)
è quindi solo il secondo passo, la seconda foglia di quel carciofo
che gli speculatori internazionali intendono spogliare una alla volta.
La
Grecia, fra meno di dieci giorni, sceglierà il suo destino, dopo
averla dissanguata con la politica dell’uomo inviato dai poteri
forti internazionali.
La
Spagna sembra essere la prossima preda, anche perché il nuovo
governo di Centro Destra ha, finora, resistito all’offerta di
finanziamenti per le sue banche in cambio della loro
contabilizzazione a bilancio dello stato che renderebbe la nazione
spagnola debitrice insolvente dei potentati europei.
Le
scelte antispagnole di questi giorni sono funzionali a destabilizzare
un governo che, ancora, cerca di difendere la sovranità nazionale, per realizzare anche a Madrid operazioni come quella di
Papademos in Grecia o Monti in Italia.
Dobbiamo
prendere atto che i governanti non agiranno mai per liberare Nazioni
e Popoli europei dal cappio dell’euro, quindi tocca al Popolo
reagire.
Se
Grecia e Spagna usciranno, ognuna per conto proprio, dall’euro,
pagheranno salata la scelta e il prezzo sarà tanto più alto, quanto
più cercheranno di imporre sacrifici per restare dentro l’euro.
L’Italia
seguirà inevitabilmente.
L’unica
salvezza è in una uscita contemporanea e coordinata di tutte le
nazioni bersaglio della speculazione e oggetto delle mire totalitarie
delle consorterie finanziarie internazionali.
Siamo
ancora in tempo.
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3 commenti:
Purtroppo è tempo di espatriare, Massimo:
http://bologna.virgilio.it/primopiano/bologna-pride-2012-parata-figli-omosessuali.html
Lui, che si lamenta dei poteri forti? Ma mi faccia il piacere viscido vampiro. Quanto all'uscita dall'Euro, concordo senza se, senza ma e senza forse. Basta, come recitava lo slogan di Dupont-Aignan alle presidenziali francesi, "L'Euro Tue!" "L'Euro uccide!". Togliersi di torno il cappio di Bruxelles è solo legittima difesa.
Sarebbe bello se i paesi da te citati sapessero avere un sussulto di dignità comune e uscire dall'eurozona. Ma so che sto sognando, purtroppo la loro classe politica non è all'altezza di queste aspettative.
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