Silvio
Berlusconi può piacere e meno, ma nessuno può negargli una sensibilità particolare agli umori del Popolo e di come organizzare la sua parte
politica, al di là di topiche, per troppa generosità, sulle singole persone (come quella su
Fini nel 2008).
Purtroppo
il suo passo indietro ha fatto emergere tanti mediocri che credono di
essere Berlusconi, senza averne le doti.
Anche
all’ultimo incontro dei dirigenti del Pdl Berlusconi, secondo le
indiscrezioni che sono circolate, avrebbe ipotizzato l’idea di
tante liste “identitarie”, ma sarebbe stato costretto a ribadire
il sostegno al Pdl monolitico per le resistenze dei “colonnelli”
che si credono generali.
Così
è stato partorito il topolino delle primarie, lasciando Alfano a
mettere (e sbattere) la faccia con gli accordi (in perdita) con i
comunisti a sostegno del governo Monti.
Ma
l’idea di Berlusconi sarebbe da approfondire e sviluppare.
E’
evidente che nel Centro Destra convivono varie identità, ognuna
delle quali antepone la propria “questione fondamentale”, ma che
possono e devono, nell’ambito di un progetto con Valori fondanti
comuni, essere tanti cavalli da tiro, qualificati e qualificanti.
Possiamo
quindi elencare, come già fatto tante altre volte, cattolici,
federalisti, nazionalisti, liberali, fascisti, tutti, però,
sicuramente ostili alla deriva morale e marxista che avremmo qualora
la sinistra ottenesse una maggioranza parlamentare utile solo ad
accentuare la perdita di sovranità e l’impoverimento crescente
della Nazione che, nel rispetto della loro ideologia
internazionalista, renderebbero serva di Bruxelles e delle
consorterie internazionali (riedizione in chiave terzo millennio
della internazionale socialista) e che compenserebbero a livello di
propaganda interna con una progressiva politica di disvalori come il
“matrimonio” degli omosessuali, la cittadinanza e il voto per gli
immigrati, l’eutanasia, la depenalizzazione di alcune droghe, la
manipolazione genetica.
Il
Pdl potrebbe così trasformarsi in una federazione di movimenti,
ognuno dei quali possa esercitare il suo diritto a battersi per le
rispettive priorità, ma che sui temi di carattere generale e sul
progetto di società possano “tirare” il carro comune dalla
stessa parte.
E
senza ripetere il grave errore del Centro Destra francese che regala
vittorie ad una sinistra minoritaria per l’esiziale ostracismo al
Fronte Nazionale di Le Pen.
Vediamo
infatti come la stampa cerchi di proiettare l’idea di una vittoria
della sinistra cui attribuisce il 46% dei voti, contro il 34% di
quello che chiama “la destra” e il 14% del Fronte Nazionale
definito “estrema destra”.
Ma
in quel 46% c’è anche l’estrema sinistra e, allora, per par
condicio bisognerebbe sommare i voti del Centro Destra con quelli
del Fronte Nazionale e avremmo il 48%: cioè una maggioranza di
Destra.
Solo
la cecità di Sarkozy e prima ancora degli altri gollisti regala la
Francia alla sinistra.
In
Italia ci sono tutte le premesse per evitare tale sconcio, rimuovendo
ogni barriera a destra e, quindi, avendo la possibilità anche di
fare a meno di Casini e Fini.
La
strada delle liste identitarie e federate potrebbe essere una ottima
soluzione in vista di una nuova stagione del berlusconismo anche
senza Berlusconi.
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