Nel dicembre 2007 pensavo che mi sarei nuovamente iscritto ad un partito dopo che avevo cessato la mia appartenenza all'Msi-An nel settembre
2003 a seguito delle dichiarazioni di Fini sulla cittadinanza e voto
agli immigrati.
Due mesi dopo Berlusconi, scegliendo
Fini invece di Storace, oltre a preparare i chiodi con i quali
sarebbe stato crocefisso nel novembre 2011,mi indusse a votare La Destra .
Nel 2009 votai Pdl alle europee avendo
la possibilità di esprimere una preferenza direttamente a
Berlusconi, nuovamente sotto aggressione mediatico e giudiziaria, mentre alle regionali del 2010 optai per la Lega e, nelle
elezioni minori (provinciali, comunali – due volte per la vicenda
Del Bono -e di quartiere) di volta in volta scelsi liste della Destra
Radicale (massimamente Forza Nuova) o Lega.
La premessa è indispensabile per
evitare che la mia insistenza nel parlare e nel guardare al Pdl sia
fraintesa: dal settembre 2003 non sono iscritto a nessun partito e mi
considero un elettore attivo di Centro Destra.
Di tutto il Centro Destra e non posso
che confermare quel che vado ripetendo da anni: il mio partito ideale
ha le radici dell'Msi, le idee di oggi della Lega e Berlusconi come
Leader.
E' però indiscutibile che, escludendo
gli infidi, inaffidabili e comunque affetti da nanismo elettorale
congenito Casini e Fini, il partito cui l'elettore di Centro Destra
può guardare per aggregare una coalizione che, ancora una volta,
impedisca la deriva marxista dell'Italia, è il Pdl.
La Lega può e deve essere un alleato
importante, decisivo, ma finchè l'Italia sarà unitaria non potrà
mai essere il riferimento aggregante del Centro Destra che voglia
governare e vincere a livello nazionale.
La Destra Radicale è troppo divisa per
rappresentare un momento aggregante che potrebbe esserci solo se gli
ex An nel Pdl decidessero di scindere le loro strade da quelle dei
liberali, socialisti e democristiani, per riaggregare, magari
affidando la segreteria ad un volto giovane ma già esperto come Giorgia Meloni , quello che fu il patrimonio di militanti ed elettorale dell'Msi.
Allora il Pdl.
Ed è con dispiacere che annoto uno smottamento all'interno del maggior partito di Centro Destra, con
l'emergere dei funzionari di partito modello pci/pds/ds/pd.
Alfano, una brava persona che ha tutta
l'aria (e la sostanza) dell'ingenuo che si fa menare per il naso a
volte dalla Buongiorno sulle intercettazioni, altre volte da Monti
sulla rai o le riforma della giustizia, da Bersani sulla legge elettorale (e comunque con i comunisti non si tratta, non ci si siede assieme ad un tavolo, perchè può capitare di votare lo stesso provvedimento, mai però in base ad un accordo preventivo che significa compromettersi con loro !),
financo da Casini, non può essere il Leader, non ne ha
l'autorevolezza e neppure la vocazione.
E' prigioniero, ancor più di
Berlusconi, dei parrucconi pontieri alla Gianni Letta e la scelta di
primarie guidate, magari a candidatura unica, conferma l'intrinseca
debolezza di Alfano, destinato a perdere contro qualunque candidato
la sinistra mettesse in campo.
Buona la proposta del presidenzialismo,
ma poi viene sminuita da quel "semi" e dal doppio turno che
sembra una concessione gratuita ai comunisti che hanno sempre
prediletto tale sistema di voto, tanto da consentire loro di dire
"no" al presidenzialismo (anche "semi") cioè
all'elezione diretta del presidente che è la proposta qualificante,
mettendo Alfano nell'angolo sul sistema elettorale a doppio turno al
quale adesso il Pdl avrebbe difficoltà a dire di no.
Ma quel che non posso accettare è lo
scimmiottamento dei comunisti con il lancio delle primarie in
autunno.
Se a sinistra hanno problemi nel garantire la piena certezza sulla correttezza del voto (veggasi Genova, Palermo, Napoli) nonostante la organizzazione
comunista che, pur meno efficiente del passato, resta comunque
superiore a qualsiasi analoga struttura dei partiti democratici, come
potremmo affidarci al medesimo sistema in un partito non strutturato
come il Pdl ?
E poi che senso ha fare le primarie se
l'unico candidato appoggiato, a quanto pare, da tutta la classe
dirigente (che si presume sia quella che porta i voti) è Alfano ?
Naturalmente andrà valutata poi la
realtà delle primarie, perchè se ad Alfano, ad esempio, si
contrapponesse un candidato che non fosse solo "di bandiera"
come potrebbe essere Daniela Santanchè, ma capace di aggregare rappresentando una reale alternativa, come
potrebbe essere Giorgia Meloni, allora il discorso cambierebbe,
soprattutto se le primarie fossero organizzate attraverso il recupero
dei vecchi regolamenti di partito, per cui ai congressi possono
votare solo gli iscritti con una anzianità di un tot di anni (io
proporrei nel caso del Pdl gli iscritti al 31/12/2010) con l'aggiunta
di quegli elettori non iscritti che sottoscrivendo un manifesto di
adesione ideale versassero una somma significativa (qualche centinaio
di euro) e non l'euro simbolico dei comunisti che incentiva i pullman
di votanti organizzati da qualche ras locale, allora il discorso
potrebbe cambiare.
La competizione con tali regole
potrebbe risultare efficacie e rappresentativa, riducendo al minimo
la possibilità di infiltrazioni esterne al partito e finalizzate ad
alterare la reale volontà dell'elettorato di Centro Destra.
Ma, in realtà, considero le primarie
autogestite dai comunisti o dal Pdl una solenne bufala, fumo negli
occhi per i babbei che credono, in tal modo, di partecipare mentre
diventano solo puntelli per le oligarchie di partito.
Solo una eventuale legislazione
nazionale che ne garantisse la regolarità e lo svolgimento non
estemporaneo ma costante nel tempo, potrebbe trasformare una manovra
propagandistica in una effettiva svolta nel costume politico
italiano.
Ma tale svolta è legata alla elezione
diretta del presidente della repubblica, come è già per sindaci e,
sostanzialmente, per i presidenti di provincia e regione.
Entra ne
Nessun commento:
Posta un commento