In
una rassegna stampa dei giorni scorsi, leggevo una considerazione azzeccata ma sottilmente manipolatrice.
Con
il fiscal compact l’Italia si è legata mani e piedi ad una
direzione dell’economia esterna alla volontà del proprio Popolo,
visto che non esiste alcun margine operativo per iniziative autonome
se, ogni anno, per i prossimi venti, dovremo privarci di 100-120 miliardi di euro per
pagare gli interessi sul debito pubblico e per ridurlo, come ci è
stato imposto.
L’editorialista,
però, si fermava al momento economicista per dire che qualunque
governo dovesse uscire dalle prossime elezioni non potrebbe fare
altro che adeguarsi alle direttive, autentici ukase, degli gnomi
europei cui Monti e, prima di lui, Ciampi e Prodi hanno svenduto la
nostra Indipendenza e Sovranità e la loro stessa dignità.
L’articolo
concludeva quindi che, viste le conseguenze di una politica economica
del genere, il prossimo governo non potrà basarsi altro che su una
forte maggioranza di almeno i 2/3 e auspicava quindi la prosecuzione
di Monti e della cosiddetta grande coalizione, insinuando pesantemente il dubbio che votare fosse superfluo, mero esercizio formale.
Il
giornalista, però, trascurava un particolare che ritengo
fondamentale.
E’
vero che, se l’Italia resterà nell’euro e non è scontato,
saremo aggiogati al carro del fiscal compact e dovremo solo pagare in
termini di maggiori tasse, minori servizi, riduzione delle garanzie
sul e di lavoro.
Ma non di sola economia vive una società ed una Nazione e i politici Italiani si sono sempre distinti per trovare il modo di creare divisioni e ulteriori demolizioni delle fondamenta civili e
sociali della Nazione.
Così
fu nel 1970 con l’introduzione del divorzio, che inaugurò la
deriva civile e sociale, e poi proseguì con il referendum sul
divorzio, l’aborto e relativo referendum e via via con tutti gli
interventi che hanno trasformato una società solida e produttiva,
fondata su Valori certi e universali, nell’anticamera del caos
morale e politico.
Da
lì, dalla perdita di quelle fondamenta civili e sociali
universalmente condivise, anche la perdita della capacità di
resistere alla svendita della Sovranità e dell’Indipendenza
Nazionale.
E
le premesse sono già state messe sul piatto da Bersani, Casini e
Vendola, la triade malefica sulle cui gambe gli antitaliani pensano
di veicolare ed estendere la metastasi all’interno del nostro corpo
sociale e civile.
-
Patrimoniale per rendere tutti più poveri e più schiavi del regime
e senza possibilità di autonome scelte operative.
-
Cittadinanza e voto per gli immigrati in modo da poter mettere in
concorrenza milioni di nuovi poveri illudendoli con il miraggio di
stare meglio, con altri milioni di ex benestanti con il timore di una
nuova povertà, oltre ad avere a disposizione la manovalanza per ogni
ribaltone e per ogni manifestazione di piazza.
-
Matrimonio degli omosessuali, per proseguire nell’azione di
scardinamento delle fondamenta morali di una Nazione, indebolendone
la volontà di resistenza e la capacità di reazione alla invasione
economica e politica delle consorterie finanziarie internazionali e
fisica degli immigrati alla ricerca di nuovi territori (e che altre
nazioni non vogliono a casa loro).
Bersani,
Casini e Vendola si sono già schierati in una fittizia
contrapposizione per accalappiare gli elettori più gonzi che pensano
che le loro posizioni possano essere alternative e, invece, portano
tutte ad una unica destinazione: la rovina dell’Italia e della
nostra struttura sociale e civile.
Possiamo
salvarci dal disastro ?
Possiamo.
Certo
non sarà facile uscire dall’euro o sottrarci al fiscal compact,
anche perché i debiti vanno pagati e i debiti contratti dal
centrosinistra degli anni settanta e ottanta pesano sulle nostre
spalle come macigni.
Ma
possiamo evitare di peggiorare una situazione già difficile evitando di consegnare l’Italia alla sinistra, a quel cattocomunismo, che già
ha avuto modo di distinguersi all’epoca della dc, del pci e del psi
con la spartizione delle prebende e i privilegi concessi alle
reciproche clientele e che oggi vorrebbe tornare al governo e
perpetuare l’occupazione del Quirinale magari con il peggior
premier che l’Italia abbia mai avuto, quel Prodi responsabile
dell’ingresso nell’euro, della tassa sull’europa, dell’aumento
delle rendite catastali sulla casa, della revisione in rialzo delle
aliquote fiscali abbassate da Berlusconi nel 2005.
Ancora
non si conosce la legge elettorale, ma a seconda di quella che sarà,
il cittadino responsabile dovrà usare il proprio voto per difendere
uno status quo per nulla esaltante, ma sicuramente migliore di quello
che Bersani-Casini-Vendola realizzerebbero in base alle loro stesse
dichiarazioni.
Ecco perchè votare non sarà superfluo e non sarà inutile.
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