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No alla deriva

No alla deriva
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05 settembre 2012

Votare non è superfluo


In una rassegna stampa dei giorni scorsi, leggevo una considerazione azzeccata ma sottilmente manipolatrice.
Con il fiscal compact l’Italia si è legata mani e piedi ad una direzione dell’economia esterna alla volontà del proprio Popolo, visto che non esiste alcun margine operativo per iniziative autonome se, ogni anno, per i prossimi venti, dovremo privarci di 100-120 miliardi di euro per pagare gli interessi sul debito pubblico e per ridurlo, come ci è stato imposto.
L’editorialista, però, si fermava al momento economicista per dire che qualunque governo dovesse uscire dalle prossime elezioni non potrebbe fare altro che adeguarsi alle direttive, autentici ukase, degli gnomi europei cui Monti e, prima di lui, Ciampi e Prodi hanno svenduto la nostra Indipendenza e Sovranità e la loro stessa dignità.
L’articolo concludeva quindi che, viste le conseguenze di una politica economica del genere, il prossimo governo non potrà basarsi altro che su una forte maggioranza di almeno i 2/3 e auspicava quindi la prosecuzione di Monti e della cosiddetta grande coalizione, insinuando pesantemente il dubbio che votare fosse superfluo, mero esercizio formale.
Il giornalista, però, trascurava un particolare che ritengo fondamentale.
E’ vero che, se l’Italia resterà nell’euro e non è scontato, saremo aggiogati al carro del fiscal compact e dovremo solo pagare in termini di maggiori tasse, minori servizi, riduzione delle garanzie sul e di lavoro.
Ma non di sola economia vive una società ed una Nazione e i politici Italiani si sono sempre distinti per trovare il modo di creare divisioni e ulteriori demolizioni delle fondamenta civili e sociali della Nazione.
Così fu nel 1970 con l’introduzione del divorzio, che inaugurò la deriva civile e sociale, e poi proseguì con il referendum sul divorzio, l’aborto e relativo referendum e via via con tutti gli interventi che hanno trasformato una società solida e produttiva, fondata su Valori certi e universali, nell’anticamera del caos morale e politico.
Da lì, dalla perdita di quelle fondamenta civili e sociali universalmente condivise, anche la perdita della capacità di resistere alla svendita della Sovranità e dell’Indipendenza Nazionale.
E le premesse sono già state messe sul piatto da Bersani, Casini e Vendola, la triade malefica sulle cui gambe gli antitaliani pensano di veicolare ed estendere la metastasi all’interno del nostro corpo sociale e civile.
- Patrimoniale per rendere tutti più poveri e più schiavi del regime e senza possibilità di autonome scelte operative.
- Cittadinanza e voto per gli immigrati in modo da poter mettere in concorrenza milioni di nuovi poveri illudendoli con il miraggio di stare meglio, con altri milioni di ex benestanti con il timore di una nuova povertà, oltre ad avere a disposizione la manovalanza per ogni ribaltone e per ogni manifestazione di piazza.
- Matrimonio degli omosessuali, per proseguire nell’azione di scardinamento delle fondamenta morali di una Nazione, indebolendone la volontà di resistenza e la capacità di reazione alla invasione economica e politica delle consorterie finanziarie internazionali e fisica degli immigrati alla ricerca di nuovi territori (e che altre nazioni non vogliono a casa loro).
Bersani, Casini e Vendola si sono già schierati in una fittizia contrapposizione per accalappiare gli elettori più gonzi che pensano che le loro posizioni possano essere alternative e, invece, portano tutte ad una unica destinazione: la rovina dell’Italia e della nostra struttura sociale e civile.
Possiamo salvarci dal disastro ?
Possiamo.
Certo non sarà facile uscire dall’euro o sottrarci al fiscal compact, anche perché i debiti vanno pagati e i debiti contratti dal centrosinistra degli anni settanta e ottanta pesano sulle nostre spalle come macigni.
Ma possiamo evitare di peggiorare una situazione già difficile evitando di consegnare l’Italia alla sinistra, a quel cattocomunismo, che già ha avuto modo di distinguersi all’epoca della dc, del pci e del psi con la spartizione delle prebende e i privilegi concessi alle reciproche clientele e che oggi vorrebbe tornare al governo e perpetuare l’occupazione del Quirinale magari con il peggior premier che l’Italia abbia mai avuto, quel Prodi responsabile dell’ingresso nell’euro, della tassa sull’europa, dell’aumento delle rendite catastali sulla casa, della revisione in rialzo delle aliquote fiscali abbassate da Berlusconi nel 2005.
Ancora non si conosce la legge elettorale, ma a seconda di quella che sarà, il cittadino responsabile dovrà usare il proprio voto per difendere uno status quo per nulla esaltante, ma sicuramente migliore di quello che Bersani-Casini-Vendola realizzerebbero in base alle loro stesse dichiarazioni.
Ecco perchè votare non sarà superfluo e non sarà inutile.


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