22 maggio 2016
Stalinismo renziano
Quando mi dicono che Renzi non è comunista, capisco che il mio interlocutore non sa cosa sia il comunismo ma, soprattutto, non capisce l'urgenza di rimandare a Firenze (con piena solidarietà ai fiorentini) votando NO al referendum di ottobre e chiunque sia alternativo ai suoi candidati alle amministrative di giugno.
Non bastassero i provvedimenti assunti (consigli provinciali e senato di nominati, revoca di quel poco di autonomia locale esistente, burocrazia, tasse, leggi cavillose, leggi degradanti come quella sul matrimonio omosessuale, fiducia posta come prezzemolo, immigrazione, ius soli, internazionalismo, estensione della Mancino con nuovi reati di opinione, stampa e televisione con unica voce, acquisizione di parlamentari singolarmente o in blocco) ecco la proposta di legge sui partiti.
In tal modo una associazione privata diventa obbligata a clonare le modalità di gestione del partito di Renzi, con le sue regole imposte per legge.
Come i partiti di contorno che esistevano a fiancheggiare i partiti comunisti nell'est europeo prima della caduta del muro di Berlino.
E se non è comunismo questo ...
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1 commento:
Sì, lo è. Renzi poi non è un vero diccì, come dicono per scagionarsi certi piddioti, definendolo solo un "incidente di percorso". E' un cattosinistro legato a molte logge: L'Opus Day (la sua amicizia con Marco Carrai del suo Giglio Magico), e attraverso suo padre e Verdini al "Grande Oriente".
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