Ciò che è bene per la sinistra è male per l’Italia. Ciò che è male per la sinistra è bene per l’Italia.

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Si devono intraprendere le guerre per la sola ragione di vivere senza disturbi in pace (Cicerone)

No alla deriva

No alla deriva
Diciamo NO alla deriva

13 ottobre 2005

Quote rosa, quote panda: contrario !

Sono contento che siano stati bocciati gli emendamenti che imponevano le c.d. “quote rosa” nella formazione delle liste elettorali (emendamenti cui hanno peraltro votato contro anche parlamentari di sinistra, da rendere assolutamente stucchevole la polemica innescata dai soliti agit prop del banale: se hanno votato contro in 450 e i parlamentari del Centro Destra sono 330 ...)

Creare una riserva “panda” per le donne in politica mi sembra una solenne corbelleria, oltre ad essere offensivo per le stesse donne, alle quali, in pratica, si certifica per legge una (presunta) inferiorità.

Sì, perché si dice: tu non sei capace di farti largo da sola e quindi noi, regalmente, ti concediamo uno spazio tutto per te, una specie di kindergarten.

Thatcher e Merkel non mi risulta siano arrivate ai vertici delle loro nazioni in base ad una riserva wwf, ma grazie alle loro capacità e meriti che hanno messo in riga aspiranti leaders di sesso maschile.

Altrettanto una donna capace potrà fare in Italia, senza “quote” riservate.

La storia delle quote mi ricorda poi quello che accadde negli Stati Uniti dopo il 1965 e che solo adesso comincia ad essere rivisto.

Posti di lavoro e di studio attribuiti a determinate persone non perché fossero adatti, “capaci e meritevoli”, ma solo per il colore della loro pelle.

Con un netto impoverimento di quella istituzione.

E se passasse il principio delle quote rosa, non tarderebbero a pretendere spazio gli omosessuali con quote loro assegnate e altri ancora.

E, poi, perché non quote di interisti, juventini, romanisti … in modo da configurare una piena par condicio in Parlamento ?

Ma, scherzi a parte, la domanda fondamentale è: per una qualsiasi posizione, è preferibile scegliere in base al sesso o in base alle capacità?


Poiché dubito che persino a sinistra si opti per la prima alternativa, allora le “quote rosa” sono solo fumo negli occhi e, come tale, giustamente bocciate.



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12 ottobre 2005

Lezione spagnola

Il Cardinale Ruini, per noi amichevolmente Don Camillo, è stato contestato a Siena per le sue posizioni contro i PaCS, mentre Fassino cerca di improvvisarsi fedele.

Assistiamo invero ad una rinnovata presenza della chiesa cattolica nel dibattito sociale in corso in Italia che preoccupa la "gioiosa macchina da guerra" della sinistra,al punto da costringere all'outing di fede il povero Fassino (e tutti gli credono ... ci vuole Fede, infatti !;-).

Chissà perché la contestazione al diritto degli esponenti ecclesiastici di esprimere il loro parere proviene solo da una parte.

Proviamo a fornire una interpretazione.

Nel silenzio (e anche grazie a scelte sbagliate) della chiesa iberica, a Madrid è andata al potere una coalizione estremista che sta facendo strame dei Valori che più stanno a cuore alla chiesa.

La chiesa spagnola era scesa in piazza contro la decisione del Premier Aznar di coadiuvare la liberazione dell’Iraq sia con l’appoggio fornito in sede diplomatica e logistica, sia con l’invio di proprie truppe per garantire la pacificazione e la ricostruzione di quel paese.

Una strana alleanza era sorta in quei giorni e vedeva tonache nere affiancate a bandiere rosse.

Poi venne l’attentato dell’11 marzo e la sconfitta del delfino di Aznar.

Al potere sale un partito socialista permeato dalle istanze più radicali.

E tra i provvedimenti assunti dal nuovo governo spagnolo c’è la violazione della sacralità del matrimonio con la farsa del “matrimonio” tra omosessuali.

Troppo tardi la chiesa spagnola sì è accorta dell’abbraccio mortale con cui aveva aiutato la crescita dei socialisti e messo in difficoltà il Partito Popolare.

Chi è causa del suo mal pianga se stesso e, tutto sommato, credo salutare il brusco risveglio dei prelati spagnoli.

E’ evidente che, anche con la nuova guida di Benedetto XVI, in Italia non intendono ripetere lo stesso errore e formulano precise indicazioni per i cattolici (non certo per quelli che si autodefiniscono “adulti” che, ormai, si fanno i precetti per conto loro) sulla morale, ma anche sulla vita sociale e civile.

La (salutare) lezione spagnola è stata recepita e i risultati si vedono.

L’impegno della chiesa in occasione del referendum di giugno ha aiutato l’affermazione di una valanga di astensioni sotto le quali sono stati sepolti i quesiti radicali.

La chiarezza dell’esposizione, prettamente laica, di Don Camillo aiuta anche chi non crede a comprendere di cosa si dibatte quando si parla di PaCS, di matrimonio, di unioni di fatto.

E’ legittimata la chiesa a prendere posizione sulle vicende politiche e sociali del nostro paese ?

Sicuramente sì, anche perché non si vede come si possano usare due pesi e due misure: legittimata a parlare quando si schiera contro la liberazione dell’Iraq o per la concessione di una amnistia, non legittimata se si parla di PaCS o di Valori.

La sinistra non è ancora in grado di scegliersi la chiesa che più le fa comodo.


E anche gli industriali mostrano un qualche barlume di rinsavimento


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11 ottobre 2005

Sciopero generale? Allora la finanziaria è ottima

La triplice sindacale ha proclamato uno sciopero generale per il 25 novembre, con corollario di manifestazioni e comizi (speriamo meno sguaiati di quello di domenica scorsa a Roma).

Abbiamo perso il conto degli scioperi generali proclamati contro Berlusconi (sarà il 5°, il 6° ?) con una perdita del PIL, per le ore perse per scioperi politici, vicino all’1%, mentre sappiamo benissimo quanti ne furono proclamati contro i governi di sinistra: zero !

Eppure furono i governi dell’eurotassa, dell’irap, di Telekom Serbia, delle rottamazioni a vantaggio Fiat, della legge D’Alema del 2000 che ridusse ancor più la libertà di sciopero.

Poiché “accà nisciuno è fesso”, ogni Italiano sa che questo sciopero, come tutti gli altri, ha solo motivazioni politiche, perché la triplice rappresenta i pretoriani della sinistra.

E pensiamo anche che la proclamazione dello sciopero non possa che rivalutare la finanziaria di Tremonti, perché se la sinistra e la triplice vi si oppone, vuol dire che il taglio agli sprechi colpisce le nicchie di privilegio e di clientela che hanno nei burocrati, nei funzionari di partito e di sindacato i principali beneficiari.

Poiché il consociativismo, mascherato nella ciampiana concertazione, non significa altro che attribuire ai sindacati un potere di veto, l’errore del Governo Berlusconi è stato quello di non affondare subito il taglio nei privilegi sindacali.

Ma non è mai troppo tardi.

La liberalizzazione dei Caf e dei patronati, l’attuazione dell’art. 39 della costituzione (nata dalla resistenza antifascista etc. etc.), la revisione del regime dei distacchi sindacali nel pubblico impiego nel nome della produttività, sarebbero passi sufficienti per riportare il sindacato al suo ruolo naturale: la contrattazione di categoria e aziendale.

Per l’indirizzo politico nazionale ci sono i partiti e le elezioni, cui sono chiamati tutti i cittadini.


Grosse Koalition

Che delusione !

Ma come si fa a governare gomito a gomito con la sinistra, anche se è una sinistra migliore di quella italiana perché ha rifiutato di inquinarsi con l’estrema pacifinta, comunista e no global ?

La mia personalissima opinione è che la CDU/CSU ha tutto da perdere in questo connubio contro natura, perché non potrà sviluppare la sua politica liberista e le colpe dei tagli ricadranno su di lei, mentre il merito di eventuali iniziative sociali sulla SPD.

E poi che senso ha lasciare all’opposizione la FDP e i Verdi (oltre agli estremisti) che così avranno gioco facile a cavalcare la protesta ?

Ma si è mai vista una coalizione tra Conservatori e Laburisti in Gran Bretagna ?

Mi sa che la Germania si sia italianizzata nel peggio …


Per la sinistra il tradimento è un valore

Rutelli (sulla legge elettorale): “ci bastano 30 franchi tiratori”.


Ecco la vera sinistra: è quella che vive sulla bassezza morale dei quaquaraqua.


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10 ottobre 2005

Il piromane


Tutti noi abbiamo avuto la sventura di ascoltare e vedere l’intervento di Prodi ieri a Roma, in una piazza che manifesta il flop della mobilitazione sinistra.

Come giustamente scrive Freedomland “mi sa tanto che vinceremo”.

E non è solo l’assenza di contenuti e il deficit di qualche milione di partecipante a dirlo, è proprio il tono, la gestualità e l’espressione di Prodi a gridarlo urbi et orbi.

Parole come quelle ascoltate ieri in Piazza del Popolo le avevamo sentite in Albania tra Sali Berisha e Fatos Nano e in qualche repubblica del sudamerica, sempre seguite da scontri sanguinosi al limite (e anche oltre) della guerra civile.

Mai avremmo pensato che nella sesta potenza industriale, nella terza potenza impegnata nelle missioni militari all’estero, potesse esserci un leader dell’opposizione così incendiario da mentire spudoratamente sul ruolo internazionale dell’Italia e sulla sua situazione economica, fomentando l’odio solo per inseguire il voto di no global ed estremisti di color arcobaleno.

Ma le parole e soprattutto l’espressione di violenta e mal trattenuta rabbia, dimostrano che quello è il sentimento che alberga in colui che la sinistra vorrebbe insediare a palazzo Chigi.

Ma il problema non è Prodi, il problema sono quelli che, invece di invitarlo ad accomodarsi a Villa Baruzziana (ndr: per i bolognesi sinonimo di manicomio ;-), lo seguono.

Allora si ripropone una domanda: abbiamo ancora qualcosa a che spartire tra Italiani di Centro Destra e italiani di sinistra ?

Siamo ancora “concittadini” ?

A me sembra che il solco sia incolmabile.

La sinistra sta seminando vento. Raccoglierà tempesta.

09 ottobre 2005

In marcia per avere più tasse, più caos e più sprechi


La vignetta di Krancic pubblicata su Il Giornale di oggi 9 ottobre 2005: la nomenklatura sinistra che liscia persino i no global pur di fare numero.
E la prima pagina di Libero che non ha bisogno di alcun commento, basta il link (al titolo) al commento di Marcello Veneziani e al fondo di Vittorio Feltri..







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08 ottobre 2005

Ma è possibile che a sinistra vogliano questo ?

Talvolta capita di trovarsi davanti ad argomenti “del giorno” ognuno dei quali meriterebbe di essere evidenziato.

Si premia chi fallisce

Evidentemente in assenza di un qualche candidato di spessore, invece di scegliere la strada più logica – anche per rivalutare il premio – e cioè non conferire alcun riconoscimento, i geni di Stoccolma hanno deciso di insignire tale El Baradei, egiziano presidente della commissione per l’energia nucleare, del nobel per la pace.

Così un nobel, già squalificato dal suo passato conferimento a Le Duc Toh, nordvietnamita, ad un terrorista come Arafat e, in ultimo, in spregio alla Presidenza Bush, al peggior presidente che gli Stati Uniti abbiano avuto negli ultimi due secoli (Jimmy Carter) ecco un ulteriore passo verso il baratro.

Eh già, perché El Baradei non è riuscito a:
- bloccare lo sviluppo nucleare della Corea del Nord;
- bloccare la ripresa delle esperienze nucleari in Iran
- far emanare provvedimenti contro Corea del Nord e Iran.

In sostanza: un completo fallimento, in attesa che i soliti Occidentali, guidati dagli Stati Uniti, facciano quel che le organizzazioni internazionali e i loro dirigenti non sono capaci di fare.

Logico quindi, che il prenio che fu concesso al terrorista Arafat, vada anche al fallimentare El Baradei ed alla sua organizzazione.

La quinta (o sesta) età del Quirinale

Pare che l’anziano signore che dimora (provvisoriamente) al Quirinale (Palazzo che fu di Re e Papi) non gradisca la riforma proporzionale della legge elettorale.

Così corre in soccorso della sinistra in affanno, venendo, ancora una volta, meno al suo ruolo super partes.

Ormai ci siamo abituati: è lo scotto che paghiamo alla sbornia consociativa iniziata nel 1976 e che ha chiamato dei burocrati di stato, mai sottoposti al giudizio dei cittadini, ad incarichi politici.

E c’è persino chi dà loro ascolto …

Il “lager” di Lampedusa

Un giornalista dell’Espresso si è finto extracomunitario e, dopo aver vissuto alcuni giorni nel campo di accoglienza di Lampedusa, ha scritto parole di fuoco, costringendo Pisanu (anima pia e deboluccia) ad inviare una ispezione.

Nessuno che dica che quei campi di accoglienza sono un costo a fondo perduto per le nostre finanze.
Che nessuno ha chiesto agli extracomunitari di venire in Italia al di fuori delle regole fissate dalla Legge Bossi/Fini.
Che è ora di agire, facendo un passo avanti rispetto alla Bossi/Fini, come l’Australia che blocca i clandestini al limitare delle acque territoriali, li respinge e li sbarca in isolotti fuori dal territorio nazionale.

La lingua biforcuta della sinistra

Avete presente la campagna e i voti espressi dalla sinistra per il ritiro delle truppe dall’Iraq ?

Tutta propaganda, tutta presa in giro.

Nelle ovattate stanze di Via Veneto, a colloquio con l’Ambasciatore degli Stati Uniti, la nomenklatura sinistra ha assicurato l’alleato che, anche in caso di sua vittoria alle elezioni, nulla cambierebbe in Iraq.

La versione dell’Ambasciatore non è stata smentita.

C’è ancora qualcuno che possa fidarsi delle dichiarazioni di Prodi, Fassino & Co. ?

Telegiornalisti in sciopero

Finalmente un telegiornale con le sole notizie e senza inutili chiacchiere !

Nostra sinistra degli sprechi

Su Il Giornale di oggi c’è un interessantissimo articolo (linkato al titolo) concernente il programma della sinistra (è quello di Bertinotti, ma poiché i voti di Bertinotti sono determinanti ….).

Ecco un campionario:
1) Nessun limite agli scioperi, anzi sono un sintomo di quel che non va e bisogna ascoltarli e subirli per intervenire ad accontentare gli scioperanti;
2) I reati dei no global siano giudicati dai no global (un po’ come in magistratura, dove le accuse ai magistrati sono giudicate da altri magistrati). Pensate se il principio potesse applicarsi a tutti i cittadini: i reati dei brigatisti rossi, giudicati da altri brigatisti rossi; le manchevolezze di Fazio giudicate da altri governatori centrali; i “concertisti” giudicati da altri “concertisti”, i pedofili da altri pedofili ….
3) “Aggressione alle rendite per pagare i costi sociali”. Tradotto dal politichese: tassare i risparmi degli Italiani.
4) Abolizione della “Legge Biagi”. Così migliaia di ragazzi che hanno trovato un lavoro, torneranno ad incrementare le liste di disoccupazione.
5) La politica economica scritta dai sindacati e dai Cobas. Questa si commenta da sola.


La domanda è: quelli che si dichiarano disponibili a votare per la sinistra, sanno tutto ciò ?
Oppure i giornali di sinistra nascondono la verità ai potenziali elettori dei loro beniamini, in perfetto stile orwelliano ?

E domani la sinistra farà pic nic in piazza contro le riforme e contro il taglio agli sprechi pubblici, per difendere consorterie e clientele.

06 ottobre 2005

TFR:perchè le assicurazioni hanno ragione *

Il Trattamento di Fine Rapporto (TFR, altresì detta “liquidazione”) è una retribuzione differita che viene erogata al lavoratore al momento di andare in pensione ed è composta da una trattenuta sulla retribuzione, rivalutata da coefficienti basati sul tasso di inflazione (1,50% + 75% dell’inflazione).

E’ una somma, anche consistente, utilizzata per pagare debiti, acquistare la casa ai figli, togliersi sfizi fino ad allora economicamente fuori portata.

Il presupposto per l’utilizzo del TFR è però avere un reddito da pensione certo e adeguato.

L’aumento della vita media, le crisi che hanno portato a pensionamenti anticipati, leggi in vigore sino a poco tempo fa che alimentavano il fenomeno dei “pensionati baby (essenzialmente nel pubblico impiego), altre leggi mirate a favorire clientele specifiche e l’adozione di un sistema di riparto slegato dagli effettivi contributi versati, hanno però gravato sul fondo pensionistico degli enti previdenziali (soprattutto INPS) al punto da rendere inevitabile una stretta sulle pensioni, articolata su due fronti.

Il passaggio (graduale) dal sistema retributivo (una percentuale moltiplicata per gli anni di contribuzione e calcolata sulla media delle retribuzione degli ultimi 10 anni, quindi quelle più alte) al sistema contributivo (un calcolo basato sui contributi effettivamente versati nel corso dell’intera vita lavorativa).

Il secondo sistema è stato l’innalzamento (graduale e per tutti) dell’età in cui poter accedere al trattamento pensionistico.

Resta comunque il fatto che le pensioni di domani, calcolate con i nuovi criteri, saranno meno corpose e lo saranno soprattutto per chi è entrato nel mondo del lavoro dal 1° gennaio 1996 la cui pensione sarà integralmente calcolata con il sistema contributivo.

In soccorso della “vita da pensionato” intervengono così i Fondi pensione, accantonamenti volontari per crearsi una pensione integrativa.

Sono di due tipi:

- chiusi (relativi ad una specifica categoria o azienda nazionale)
- aperti (indirizzati alla generalità dei cittadini, in genere sotto forma di polizze assicurative o di bancassicurazione).

La questione odierna sul TFR verte proprio sulla parità di trattamento delle due forme di pensione integrativa.

Perché il montante della pensione integrativa è formato da:
- il contributo volontario del lavoratore trattenuto o versato mensilmente
- il “dirottamento” del TFR dalle aziende al fondo integrativo
- il contributo aggiuntivo delle aziende (una percentuale variabile dal 2% a percentuali anche sensibilmente superiori).

La prima versione del decreto di attuazione della riforma pensionistica, prevedeva l’assoluta equiparazione tra le due tipologie di fondi, quindi il contributo aziendale poteva (doveva) essere versato anche se il lavoratore optava per un fondo aperto.

La nuova versione, invece, prevede che l’azienda sia obbligata a versare il suo contributo solo se il lavoratore opta per un fondo chiuso.

E’ evidente che, in questo modo, si penalizzano i fondi aperti, perché il lavoratore che li scegliesse, avrebbe un montante inferiore a quello dei fondi chiuso, venendogli meno il contributo aziendale.

Ma c’è, in tutto questo, una ragione politica.

I fondi aperti vengono liberati dal controllo e sottratti al clientelismo delle organizzazioni sindacali, perché gestiti da società assicurative e bancarie.

I fondi chiusi, invece, obbligano a comitati di sorveglianza, consigli di amministrazione, assemblee di soci, in cui vi è una partecipazione dei delegati sindacali, quindi con una gestione molto più simile (sotto ogni aspetto) a quella di un organismo burocratizzato.

Si capisce, quindi, la battaglia attuata dai sindacati (e anche dalle aziende che magari sperano ancora di mantenere un controllo sulla destinazione e gli investimenti di quelle ingenti somme) per favorire, smaccatamente, i fondi chiusi, ignorando il reale interesse dei lavoratori a poter scegliere il fondo che dia il rendimento migliore, a parità di versamenti e condizioni.

Il cancro della concertazione porta anche a queste distorsioni del mercato e spiace rilevare come, anche questo Governo, non abbia saputo resistere alle pressioni di sindacati e aziende per equiparare fondi aperti e chiusi nell’interesse esclusivo dei lavoratori.

Il rinvio del decreto attuativo però ci dice che c’è ancora una speranza per sconfiggere la vecchia Italia del consociativismo.



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*Il link del titolo è riferito ad un precedente intervento ne Il Castello sulla medesima materia

05 ottobre 2005

Uniti per vincere

Otimaster e Robinik sono i promotori di una iniziativa, interna a Tocqueville , alla quale abbiamo aderito perché rappresenta anche il nostro pensiero.

A Destra siamo sempre stati (e spesso lo abbiamo anche usato come alibi) individualisti.

Abbiamo ora imparato, grazie anche alla Rete, il gioco di squadra.

Certo, ognuno di noi ha una sua propria personalità che talvolta si scontra con quella di altri.

Ognuno di noi ha una sua propria specifica visione.

Ognuno di noi si sente parte di una specifica Destra che ritiene l’interprete autentica dell’essere di Destra.

E tutto questo è, comunque, un vantaggio rispetto al collettivismo massificatore dei sinistri.

Ma se vogliamo, come vogliamo e possiamo, contribuire ad incidere nella società e nel cambiamento di questa società che deve confrontarsi con una sfida globale, dobbiamo unire le nostre peculiarità, che sono una ricchezza, coniugandole per arrivare ad una comune risultante.

Non possiamo quindi che salutare con grande soddisfazione http://b4cdl.blogspot.com/ BLOGS FOR CDL: i blogs per la Casa delle Libertà.

Una iniziativa che associa blog che fanno riferimento alle varie aree della CdL ed i cui promotori hanno l’intima (e fondata) convinzione che alle elezioni del 2006 si possa conseguire un risultato che sarà importantissimo per l’Italia e per il suo sviluppo: altri cinque anni di governo della Casa delle Libertà.

Negli Stati Uniti i blog per Bush hanno avuto una grande importanza nello smontare le accuse, ridicole e spesso artefatte, di un presunto artista, più celebrato in europa che negli Stati Uniti e di cui non vale la pena ricordare il nome.

I blogs per Bush hanno contribuito a motivare al voto elettori altre volte attratti dall’astensione.

b4cdl si propone di svolgere una funzione analoga, inserita nello specifico italiano.

Nel giro di pochi giorni oltre 30 blogs hanno aderito all’iniziativa ed è ragionevole pensare che le adesioni aumentino nei prossimi giorni.

Ma quel che è importante non è questa specifica iniziativa, è lo spirito che la anima e che, contrariamente ai tentativi di demolizione del morale operati da una stampa allineata a sinistra, dimostra quanto la vittoria nel 2006 possa essere realizzabile.

Salutiamo quindi I blogs per la Casa delle Libertà, importante neonato nella blogosfera del Centro Destra: uniti per vincere.


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03 ottobre 2005

I classici del pensiero liberale


Dopo la serie (allungata forse eccessivamente) della Biblioteca di Libero e i sei introvabili volumi sull’Italia del Fascismo, Feltri e Libero ci riprovano con la Biblioteca del pensiero liberale.

Otto volumi (per ora il “piano dell’opera” sembrerebbe fermarsi qui) a 5 euro, ogni sabato dal 1° ottobre (Thomas Jefferson “Federalismo e democrazia”) al 19 novembre (Salvador de Madariaga “Ritratto d’europa”).

E’ una occasione per integrare (o cominciare) la propria biblioteca politica.

Devo confessare che io stesso di quegli otto volumi ne posseggo due e ne ho letti solo altri due.

E questo perchè la diffusione di testi culturali in Italia ha visto scelte a senso unico, rendendo difficile il reperimento di testi che non sposassero il "pensiero" sinistro.

Basta farsi un giro in libreria (una qualsiasi) per vedere come il settore politico sia monopolizzato da saggi e pamphlet a senso unico.

Su una offerta (in esposizione) di una cinquantina di volumi, saranno tre o quattro quelli che non abbiano come bersaglio - diretto o indiretto - Berlusconi, Bush o, più in generale, l’area di Centro Destra.

Quello della diffusione della nostra Cultura è un tema dibattuto a lungo e solo di recente possiamo salutare con soddisfazione una certa attenzione verso l’esposizione ordinata e la raccolta dei Valori che, più che essere di Centro Destra, sono della Civiltà tout court, essendo la sinistra quella che, inseguendo ogni istanza pur di fare numero, si chiama fuori dal solco della Tradizione Occidentale.

E in questa opera di diffusione della nostra Cultura i quotidiani di area potrebbero e possono fare una bella e incisiva azione, mettendo a disposizione testi difficilmente reperibili o scegliendo di affrontare l’esame di periodi storici fondamentali per la nostra Storia, come ha fatto e fa Il Giornale .

Auguriamoci che non sia solo per caso.

01 ottobre 2005

Il Bologna del … Cazzola

Un raggio di sole illumina Bologna: si è risolta l’ultimo giorno di settembre la telenovela della proprietà.

Bologna ai bolognesi, sì, ma non a quelli sponsorizzati dal sindaco sindacalista cremonese.

Il proprietario uscente ha accettato la proposta di un triumvirato.

I novelli Cesare, Pompeo e Crasso sono:

Alfredo Cazzola, che sarà il Presidente con il 50% del pacchetto azionario, più noto come il presidente della Virtus pigliatutto della fine del secolo scorso ;-) ma, soprattutto, soprannominato Mister Motor Show, la fortunata kermesse motoristica che va in onda alla Fiera di Bologna all’inizio di dicembre.

Con il 25% ciascuno gli altri triumviri sono Mario Bandiera (moda) e Carlo Menarini (autobus).

Soldi, i triumviri, li hanno sicuramente.

Considerato i successi che hanno avuto nei rispettivi settori possiamo anche supporre che siano tutt’altro che “scemi” ma, si sa, la passione a volte rende ciechi …

E allora lasciamo che il nuovo assetto societario si ... assesti, prenda conoscenza del mondo del calcio, si circondi di buoni consiglieri, esperti e dall’occhio lungo per comprare, da subito, quei tre/quattro giocatori che, innestati in una squadra che sta facendo più di quel che ragionevolmente potevamo sperare facesse, potrebbero regalarci la promozione già nel 2006.

Qualche parola per Gazzoni.

Ha preso il Bologna dal fallimento e, dopo averlo portato in serie “A” dalla “C1”, l’ha riconsegnata ai nuovi padroni in serie “B”.

Per il Bologna e per Bologna, non è un risultato esaltante.

Quelli della mia generazione erano abituati a ben altre atmosfere.

Gazzoni ha saputo organizzare la società e per alcuni anni dare anche l’impulso necessario (leggi: soldi) per crescere.

Poi si è messo a centellinare gli spiccioli e far quadrare i conti con giocatori svincolati e a parametro zero, vecchi campioni alla ricerca degli ultimi contratti senza troppe pressioni confidando in allenatori di qualità e nel suo “stellone” personale.

Gli è andata bene per alcuni anni.

L’anno scorso una congiunzione astrale sfavorevole (l’appannamento del suo stellone e del suo allenatore) hanno fatto la frittata.

In ogni caso se una colpa dobbiamo attribuire a Gazzoni è quella di non aver mollato l’osso qualche anno fa, quando aveva cominciato la politica del risparmio.

Un’altra colpa è quella di non aver saputo trovare alleati per la sua battaglia sul “doping amministrativo”, così che il Bologna si è trovato inviso e senza amici in una battaglia (quella per il ripescaggio) che poteva essere fatta, ma in modo diverso, più rispettoso per i tifosi delle società che si volevano coinvolgere.

Ringraziamo comunque Gazzoni per quel che ha fatto e dato al Bologna e guardiamo con fiducia al nuovo triumvirato.


Da tifoso Fortitudo, auspico che Cazzola possa regalare al Bologna le stesse soddisfazioni che diede ai tifosi virtussini.