Ciò che è bene per la sinistra è male per l’Italia. Ciò che è male per la sinistra è bene per l’Italia.

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Si devono intraprendere le guerre per la sola ragione di vivere senza disturbi in pace (Cicerone)

No alla deriva

No alla deriva
Diciamo NO alla deriva

05 gennaio 2017

Ezio Pascutti


Dopo Bulgarelli, Tumburus, Furlanis, Haller e Nielsen, un altro dei grandi giocatori del Bologna dello scudetto (sarebbe il settimo ufficiale, ma per noi è sempre "lo" scudetto) del 1964 ci ha lasciato.
Immagino che sulla stampa venga pubblicata la famosa fotografia del tuffo plastico con il quale anticipa Burgnich colpendo di testa il pallone (e mi ricordo di aver letto una volta una sua dichiarazione che diceva di non ricordarsi se poi avesse segnato o meno), ma io preferisco ricordarlo con la "figurina" degli album.
E mi rimane impresso il ricordo ricordo con un doppio aneddoto.
Uno pubblico (e scommetto che anche questo sarà ricordato) relativo al famoso pugno che avrebbe mollato ad un giocatore dell'allora Urss, facendo felici tutti gli anticomunisti (io tra loro) ma che, anche questo, sembra leggenda, trattandosi solo di un contatto fisico ravvicinato.
E un ricordo privato.
A quei tempi i calciatori dovevano comunque trovarsi un altro lavoro, soprattutto per il "dopo", che arrivava abbastanza presto, soprattutto per gli attaccanti, massacrati da rocciosi difensori, che subivano spesso infortuni.
La professione di Pascutti lo portò a collaborare con mia madre e ... io guadagnai gli ambiti autografi di tutta la squadra per la quale facevo e faccio il tifo.
"Tutti" fu una idea di mia madre, alla quale dicevo di chiedere a Pascutti gli autografi di Bulgarelli e Fogli, Nielsen e Haller, finchè Pascutti non le disse: ma tuo figlio tifa per tutti tranne che per me ?
Alla fine Pascutti mi consegnò una fotografia "ufficiale" della squadra (però con la maglia da trasferta quelle bianca con la striscia rossoblu) e le firme di tutti.
Purtroppo non la trovo più, immagino sia in uno dei tanti scatoloni che mia madre fece (a mia insaputa) mentre ero militare dove sistemò molte degli oggetti che avevo in camera mia, con la scusa dei lavori da svolgere in casa.
Pascutti, un altro pezzo del passato, della infanzia mia e di tanti altri che adesso darà lezione di calcio in Paradiso.


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Sulla casta dei giornalisti sto con Grillo


Una frase celebre attribuita ad un giornalista come Luigi Barzini definisce lo spessore produttivo dei giornalisti: fare il giornalista è sempre meglio che lavorare.
Parole che condivido come condivido la provocazione di Grillo che, a fronte del coro, cui partecipa tutta la casta giornalistica italiana, che vorrebbe una censura per le idee e le opinioni espresse sulla Rete, ha lanciato il tribunale popolare per censurare le boiate che vengono scritte sui giornali ed espresse in televisione.
La casta, ovviamente, ha fatto fronte comune ed è insorta a difesa dei suoi privilegi.
Nulla di nuovo sotto il sole, ma la reazione scomposta, cui hanno partecipato alcuni partiti e, ancora una volta sconciamente a braccetto comunisti e forzisti, dimostra come, nelle loro intenzioni ben poco recondite, il concetto di Libertà e di Democrazia debba essere piegato ai voleri dei poteri oscuri che controllano i media.
Non basta constatare come, ad esempio per il referendum del 4 dicembre, il 98% della stampa italiana e il 100% dei media televisivi abbiano preso una topica colossale, sostenendo il Renzuccio da Rignano per poi scoprire che il Popolo ne ha massacrato le proposte, devono ancora imperversare per imporre le loro opinioni, le loro visioni, le loro spiegazioni (sempre a posteriori ...) e, visto che non sono ascoltati, per chiedere che l'unico spazio di autentica libertà di opinione e di parola venga assoggettato a regole e censure.
Salvo poi, quando uno come Grillo propone, per mera par condicio, un analogo controllo su di loro, reagire inviperiti e richiamandosi alla libertà di stampa.
Ma chi sono loro per pretendere quella libertà che vorrebbero negare a noi, umili scrittori della Rete ?



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04 gennaio 2017

La sindrome di Montanelli


Ci deve essere un virus che colpisce i giornalisti che hanno passato una vita a farsi insultare e minacciare per aver scelto la parte destra della barricata e che, ad una certa età, li porta a sbarellare perdendo di vista il sentimento profondo dei loro lettori che, poi, sono gli elettori del Centro Destra.
La chiamerò "sindrome di Montanelli" dal grande Indro che prese cilindro e si spostò a sinistra fondando La Voce (un fallimento !) perdendo stima, simpatie e lettori e morendo dimenticato da transfuga, come un Fini o un Alfano qualunque, osannato solo dai nemici di sempre.
Se Vittorio Feltri si è prestato a rilevare Maurizio Belpietro dalla direzione di Libero per portare quel quotidiano su posizioni più filorenziane (fuori tempo massimo, visto l'esito del referendum) Alessandro Sallusti, direttore de Il Giornale, ha iniziato malissimo l'anno con un editoriale adulatorio verso Mattarella e venendo affondato dai commenti dei lettori che invito a leggere.
E' un vero peccato che la brama personale di strappare un applauso a sinistra, faccia dimenticare la retta via e porti a tradire gli ideali di sempre.
Ma noi lettori ed elettori non dimentichiamo e come Montanelli fallì miseramente la sua prova da giornalista di sinistra, così accadrà a chiunque provi a convincerci che Mattarella è un saggio politico e che Renzi sarebbe un affidabile alleato con cui trattare.
Una sconcezza del genere la possiamo perdonare solo a Berlusconi che, con tutto quel che ci ha rimesso nei passati venti anni, ha tutto il diritto di provare a rifarsi.
Ma noi abbiamo tutto il diritto a non seguirlo nel baratro.
Non ci resta che La Verità di Maurizio Belpietro ... finchè non si farà accecare dai lustrini della sinistra.


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03 gennaio 2017

La serva e bigotta ottusità degli imbavagliatori di idee


Sono state sufficienti tre elezioni perse per scatenare la repressione delle idee e delle opinioni.
O, almeno, per iniziare il tentativo di reprimerle.
I padroni occulti hanno evidentemente ritenuto che aver lasciato libero al Popolo il giochino della Rete, abbia portato come risultato la Brexit, la vittoria di Trump e la sconfitta di Renzi nel referendum italiano.
Corrono così ai ripari e hanno ordinato ai loro sottoposti di iniziare una campagna che, nel nome di una fantomatica guerra alle "bufale", impedisca nei fatti la trasmissione di idee e opinioni non conformi tramite la Rete.
Si prevedono così e si propongono leggi repressive per restituire alla casta dei "giornalisti" il monopolio dell'informazione.
Che in Rete circoli di tutto è noto e se qualcuno usa Wikipedia, ad esempio, per recuperare poco più di una data, sbaglia, coscientemente.
Così tutto quello che viene diffuso in Rete, anche questo mio commento, deve essere filtrato dalla coscienza e dalla conoscenza di ciascuno.
Ma il soviet europeo e gli oscuri poteri che gli stanno dietro va ben oltre.
Vuole punire per impedire che sia diffusa una opinione, una idea che non sia funzionale ai propri scopi.
In questa disinformazione la sinistra è sempre stata maestra (basti pensare come è riuscita a trasformare una vicenda marginale e ininfluente come la cosiddetta "resistenza" in un dogma che sembra quasi vero) e infatti in primo piano a sostenere un provvedimento contro la libertà in Rete e blaterando di "odio" diffuso, sono proprio quelli di sinistra.
Sarà perchè un Popolo libero, come abbiamo visto con la Brexit, con Trump, con il nostro referendum, vota contro la sinistra e le sue proposte ?



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02 gennaio 2017

Palla al centro


Dopo ogni elezione, come in una partita di calcio dopo ogni goal, la palla torna al centro e si ricomincia a giocare.
Chi ha subito, riorganizza le sue trame e cerca di rifilare pan per focaccia, chi è in vantaggio cerca di mantenerlo e, se possibile, incrementarlo.
La variabile imponderabile è l'arbitro.
Tanto più è imparziale, quanto più le due squadre potranno giocare alla pari.
In politica non esiste un arbitro imparziale,
Non lo è la magistratura che non dovrebbe esserlo per non interferire ma solo applicare la legge che decide il parlamento, ma invece interviene (eccome !) e si schiera come abbiamo ben visto negli ultimi 25 anni.
Ma non lo sono neppure le cariche "istituzionali", sempre emanazione di parte e, oggi più che mai, condizionate da pressioni e poteri esterni ed estranei all'Italia.
Abbiamo così visto l'ultimo dell'anno come i soldatini del soviet europeo si siano riposizionati dopo la batosta elettorale del loro ultimo alfiere, Renzi.
Da un lato negano al Popolo il diritto di decidere con il voto, continuando con la pessima scelta di governi di nominati, accampando pretesti futili e inconsistenti come la legge elettorale, tanto più che, se siamo con due leggi differenti per camera e senato, è dovuto ad una precisa scelta del loro ultimo paladino, Renzi, che con una sicumera pari alla superbia che ha mostrato nei suoi tre anni di palazzo Chigi, non ha preso in considerazione l'ipotesi di perdere il referendum e, quindi, ha proposto una legge solo per la camera.
Dall'altro lato cercano di ingannare il Popolo, cercando di sottrarre consenso ai movimenti e partiti "populisti, razzisti, xenofobi, omofobi etc." millantando un "giro di vite" contro l'immigrazione clandestina.
Ma chi può credere che coloro che hanno prodotto il danno, insistendo stolidamente nel raccattare clandestini in mare per portarli a casa nostra con tanto di vitto e alloggio, possano improvvisamente cambiare registro ?
E chi ci dice che, passata la festa, cioè la tornata elettorale del 2017, non sia ingannato il santo, cioè non tornino alla vecchia politica immigrazionista ?
E, ancora, chi ci dice che oggi, dopo i danni fatti, sia sufficiente il giro di vite che prevede solo l'aumento di espulsioni nel risibile e ridicolo numero di cinquemila quando i clandestini arrivano a  botte di duecentomila all'anno ?
Non solo nessuno ce lo garantisce, ma la logica stessa smentisce ogni ipotesi in tale senso, denunciando le posizioni governative come ingannevoli e mistificatorie.
Non ci resta che il voto, da ottenere in tutti i modi quanto prima, per affiancarci ad Olanda, Francia e Germania che nel 2017 andranno alle urne e dove, presumibilmente, i partiti "populisti, razzisti, xenofobi, omofobi etc." otterranno un lusinghiero consenso che potrà sempre più condizionare le politiche del soviet.
Perchè se anche, come in Austria, non si riuscisse a conquistare il potere, una forte affermazione obbligherebbe tutti gli altri a mettersi assieme in una ammucchiata senza arte nè parte, dove l'Identità di ciascuno verrebbe diluita nell'obbligo di compiacere quella dell'altro e, quindi, dando luogo a politiche di compromesso che è l'anticamera del fallimento.
E il loro fallimento sarà il nostro trionfo.




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01 gennaio 2017

La saga dell'ipocrisia


Avrei voluto inaugurare il 2017 del blog con un commento in positivo, invece, finita la lettura dei quotidiani online, ho provato verso i governanti italiani lo stesso disgusto del 2016.
Dopo la notizia principale del terrorismo ad Istanbul, i primi titoli di politica sono sul pistolotto mattarelliano e la circolare presunta anticlandestini del capo della Polizia.
Ho letto (da anni mi rifiuto di ascolterlo) il predicozzo presidenziale e mi sono rimasti impressi due passaggi.
Non si vota senza una legge omogenea che consenta di avere una magioranza.
E perché mai ?
Camera e senato sono due camere e costituiscono un bilanciamento di poteri e rappresentanza, quindi se le abbiamo volute tenere entrambe, nulla vieta, anzi è meglio, che abbiano leggi elettorali differenti.
Mattarella dica, piuttosto, che lui rappresenta chi ha paura del voto popolare.
Così come non accetto l'invito a cessare con l' "odio" in politica.
Ma come, per venti anni a sinistra hanno istigato all' "odio" contro Berlusconi e tutti noi del Centro Destra e adesso che occupano tutti i posti del potere pretenderebbero di non essere ripagati con la stessa moneta ?
Se lo tolgano dalla testa !
Nessuna tregua, nessun accordo, nessun tavolo perché non abbiamo Valori in comune.
L'altra notizia rappresenta ancora di più la cascata di ipocrisia di questo inizio anno.
Un governo di sinistra, fotocopia del precedente che ci ha imbottito di clandestini invasori, vorrebbe farci credere che adesso espellerà i clandestini ?
E quanti ne vorrebbero espellere ?
Diecimila su duecentomila arrivi all'anno.
E gli altri 190mila ?
Tutti profughi?
Anche adesso che, nonostante il loro Obama, Aleppo è stata liberata, quindi possono tornarvi gli abitanti fuggiti ?
Ma vadano a raccontarla ai loro elettori e, forse (forse ...), troveranno qualcuno disposto a bersela.
Soprattutto se vediamo che il messaggio è stato affidato al capo della Polizia che, da prefetto di Roma, era pronto ad imporre con la forza l'insediamento dei clandestini, contro la volontà del Popolo.
L'anno inizia con l'ennesimo tentativo di prenderci in giro, a reti unificate.
La nostra lunga marcia, continua.
  






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31 dicembre 2016

Io vorrei, non vorrei ...


Sin da bambini il passaggio da un anno all'altro era un momento di buoni propositi, speranze e impegni, il più delle volte disattesi dalla realtà.
Oggi, personalmente, mi sento di non dover promettere o impegnarmi più di quanto già non faccia, consapevole di stare bene, di aver ottenuto forse più di quanto mi sia guadagnato e comunque di continuare, come sempre, con impegno nel mio quotidiano.
Ma la natura umana impone di non accontentarsi, guai se ci sedessimo sul passato, consumando senza produrre.
E se a livello personale troverei difficile chiedere più di quel che ho avuto e di quel che sono stato negli ultimi anni, continuo a sognare un mondo migliore, più affine a quuell'Ideale che ho in testa e che è diametralmente opposto a quello di tanti chiacchieroni del web e non solo del web.
Il 2016 mi ha portato tre soddisfazioni e una delusione in questo campo.
La Brexit, l'elezione di Trump (vanamente avvelenata dagli ultimi giorni di un patetico e fallimentare Obama l'Africano che ci dice come sia un male eleggere in uno stato occidentale un presidente estraneo alla sua Storia, Identità, Cultura) e infine il referendum in Italia sono state le soddisfazioni, mentre la mancata elezione di Hofer in Austria la delusione.
Dovremo ancora combattere, quindi, senza arrenderci mai.
Nel 2017 spero nel voto in Francia, in Germania e in Italia.
Vorrei che si costituisse una federazione delle Destre tra Lega, Fratelli d'Italia e la parte migliore di Forza Italia.
Una federazione che vorrei prendesse il nome di Partito Nazionalista Federale, per rimarcare la natura Nazionale e l'Identità anche delle piccole comunità locali che si uniscono tra simili, "una d'arme, di lingua, d'altare, di memorie, di sangue e di cor".
Vorrei che si smettesse di obbedire ad una entità oscura come il soviet europeo, riprendendo possesso della piena Sovranità che trova il suo compimento nel battere una moneta nazionale.
Vorrei che la Marina Militare fosse impiegata per difendere i confini della Patria, respingendo i clandestini invasori, invece di dare loro trasporto, vitto e alloggio a spese nostre e a danno degli Italiani bisognosi.
Vorrei che le nostre città siano messe in Sicurezza, ripulendole da elementi equivoci ed estranei arrivati per colpa dei predicozzi dei Bergoglio e delle Boldrine e confidando nello squallido opportunismo piacione dei Renzi e degli Alfano.
Vorrei che lo stato abbandonasse gradualmente ma con decisione, ogni interferenza nella nostra vita e ritirasse le sue dita adunche dalle nostre tasche.
Vorrei che si riuscisse a ritrovare il senso dei Valori Morali oggi esiliati da esempi inqualificabili elevati a miti per una generazione perduta, ricordando che la morte obbliga al rispetto della persona ma non ne cancella gli spregevoli comportamenti tenuti in vita, soprattuto quando questi hanno avuto una malvagia influenza sui più deboli.
Io vorrei e non vorrei ... tanto altro ancora, ma penso che l'agenda per un domani migliore sia già abbastanza consistente.
Buon Anno!
   





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30 dicembre 2016

La fiera delle banalità



Ho ascoltato ieri la conferenza stampa di Gentiloni.
Chi soffre di insonnia avrebbe dovuto registrala per ascoltarla e addormentarsi.
Un cumulo di banalità condite dall'arroganza di chi non vuole riconoscere gli errori di cui è stato correo con Renzi nella distruzione della cosa pubblica.
Gentiloni ha persino avuto la sfrontatezza di non riconoscee l'errore di aver votato l'Italicum prima di conoscere il voto popolare sulla schiforma costituzionale.
Non una parola sulla ministressa dell'istruzione senza laurea e senza maturità.
La conferenza di Gentiloni rappresenta al meglio un'Italia senza guida, senza progetti, senza Sovranità, senza Identità, che vive alla giornata con un governo senza legittimità popolare.
Ogni giorno in più per questo governo è un giorno di troppo.






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29 dicembre 2016

Una stella in cielo


Da appassionato di fantascienza sin da tempi insospettabili, quando il genere era considerato un sottoprodotto per l'infanzia (salvo poi scrivere tomi ponderosi quando Lucas e Spielberg vi si arricchirono) non posso e non voglio esimermi dal ricordare la Principessa Leila, Carrie Fisher deceduta martedì.
Aveva la mia età e a venti anni fu protagonista della più memorabile saga cinematografica che riscattava un genere e tutti i suoi appassionati.
Era un periodo triste e oscuro, la seconda metà degli anni settanta, con un'America ripiegata in se stessa dalla disastrosa presidenza Carter (peggio di lui ha fatto solo Obama) e con il terrorismo comunista diffuso a livello planetario (e anche noi avevamo le nostre brigate rosse).
Guerre Stellari rappresentò una ventata di ottimismo, con la sua semplice morale della Libertà che travolge le forze del Male.
Tutti abbiamo sognato di incontrare, un giorno, la nostra principessa Leila, anche se sapevamo benissimo che non sarebbe mai stata la stessa cosa.
Ora la Fantascienza ha una nuova stella che brilla in cielo.




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28 dicembre 2016

"Povero" Gentiloni !


Se non fosse correo con il suo predecessore, Gentiloni mi indurrebbe alla compassione.
Tocca a lui, infatti, raccogliere i cocci di tre anni disastrosi, centrati su un arrogante ronzino che credeva di essere un purosangue e, colpito dalla più classica delle ubris , ha promesso e sottoscritto accordi, senza poterli mantenere, che oggi vengono reclamati.
Non mi ricordo se in una trasmissione radiofonica o in Sky tg 24 hanno fatto l'elenco di tutto ciò che è rimasto in sospeso con le dimissioni di Renzi.
Praticamente tutto ciò che aveva iniziato e poi lasciato andare per dedicarsi ad un nuovo titolo da annunciare a reti unificate.
L'elenco è lunghissimo e non me lo ricordo (anche perchè "recitato" a mitraglia) ma mi sono rimaste impresse le problematiche relative alle pensioni, con l'Ape che sarà un fallimento perchè solo un disperato accetterebbe di anticipare di tre la anni la pensione, indebitandosi con banche e assicurazioni.
Il contratto del pubblico impiego, affannosamente siglato come pre intesa o intesa quadro a ridosso del voto referendario, senza alcun riguardo per le casse delle stato e per l'efficienza della pubblica amministrazione.
La riduzione dell'irpef che, promessa per il 2018, dovrebbe entrare nella legge di bilancio del 2017, quindi entro un anno.
E lasciando perdere quei provvedimenti ideologici che, unici, è un bene che restino fermi (come la cittadinanza per gli immigrati) ecco le banche da salvare.
Una eredità che già ha costretto Gentiloni ad aumentare di 20 miliardi il già cospicuo ed accresciuto debito pubbblico, ma che proprio in questi giorni assume dimensioni inquietanti se si pensa che nel giro di una settimana l'aumento di capitale richiesto al Monte dei Paschi di Siena e che lo stato si è praticamente impegnato ad assorbire, è lievitato da cinque a quasi nove miliardi.
Per parlare in termini di vecchie lire, con un tratto di penna Gentiloni ha aumentato, per salvare la banca amica di Siena, il debito pubblico (cioè di tutti noi) di 40mila miliardi delle vecchie lire, l'equivalente di una di quelle manovre lacrime e sangue che, però avvenivano ogni dieci anni.
E solo per il Monte dei Paschi lo stato (sempre noi: non crederete mica che Gentiloni, Padoan, Mattarella e soci si grattino in tasca !) pagherà 12-18 mila miliardi di vecchie lire, l'equivalente della "manovra di aggiustamento" annuale della prima repubblica.
Tutto in una sola banca.
Allora se Gentiloni non fosse già di suo compromesso con il precedente governo, sarebbe da compatire.
Poichè però è corresponsabile di quel che è stato fatto da Renzi, allora non possiamo pensare che sappia e voglia risolvere i problemi a vantaggio nostro, quindi l'unica alternativa sono le sue dimissioni e nuove elezioni, perchè solo un governo eletto ha il diritto di gestire le rovine chiedendo altri sacrifici a noi Italiani.
Non certo un governo di nominati.



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