L’avvenimento dell’11 settembre 1973 fu, da subito, sfruttato dai comunisti e dalla sinistra e manipolato ai loro fini propagandistici, censurando ed ignorando ogni voce difforme (come quella del già citato Zanfrognini) e ogni versione che non corrispondesse a quella “epica” dell’Allende morto suicida (e non assassinato dal suo “consigliere” cubano perchè non parlasse dei rapporti con Castro) per non cadere nelle mani dei militari.
Una operazione di mistificazione uguale a quella operata con la guerra civile in Spagna nel 1936-1939 e in Italia del 1943-1945, quando, ancora oggi, si esalta una presunta “resistenza”, ignorando o sminuendo il ruolo degli Alleati.
In quei giorni io ero studente liceale impegnato, come tanti miei coetanei, nella battaglia politica seguita alle contestazioni del 1968 (in realtà 1969-1970, ma per comodità e sintesi, parliamo pure “del ’68”).
Facciamo allora un brevissimo excursus sul clima di quegli anni.
Il comunismo sovietico sembrava avanzare inesorabilmente.
Le vecchie colonie, frettolosamente abbandonate dagli Occidentali, non erano in grado di governarsi e si affidavano a demagoghi che abbracciavano la fede marxista, distruggendo quel che era stato costruito e affamando i loro popoli, tenuti “in riga” solo da politiche del terrore.
In Africa la Gran Bretagna in profonda crisi, aveva abbandonato il governo Rhodesiano e non si era opposta alle sanzioni contro la Repubblica del SudAfrica, mentre il Portogallo stava per vivere la sua rivoluzione dei garofani che avrebbe portato sì alla democrazia, ma anche i comunisti al potere in Angola e Mozambico.
Israele aveva combattuto e vinto già quattro guerre contro gli arabi (1948, 1956, 1967 e 1973) occupando ampi territori (Sinai, Cisgiordania, Golan).
In sud est asiatico gli Americani avevano sostituito gli imbelli francesi nel contrastare l’avanzata comunista in Vietnam (dopo essere riusciti a salvare la libertà della Corea del Sud) e nel 1973 era stata siglata una pace che sanciva la divisione del Vietnam come era stato per la Corea.
Purtroppo incombeva lo scandalo Watergate che avrebbe indebolito la presidenza Americana, debolezza che sarebbe durata fino all’elezione (1980) di Ronald Reagan.
In europa si era chiusi in se stessi.
La crisi petrolifera del 1973 (le domeniche a piedi !) aveva indebolito le economie.
I tentativi di creare un “comunismo dal volto umano” (che oggi persino i comunisti riconoscono essere un ossimoro, ma allora lo dicevamo solo noi !) erano stati soffocati nel sangue a Budapest (1956) e a Praga (1968).
In Grecia nel 1967 un gruppo di Colonnelli aveva assunto il potere nel timore di un nuovo tentativo comunista di prendere il potere con la violenza, provocando una guerra civile (come già dopo la seconda guerra mondiale).
Un regime di breve durata (1974), che sarebbe caduto per la pessima gestione dell’affare Cipro e l’invasione di un terzo dell’isola da parte delle truppe turche.
In Italia dopo un decennio di centro sinistra si era riaperta la stagione del centrismo: di breve durata.
Il referendum sul divorzio (1974) consentì ai comunisti ed alla sinistra di portare il primo vero attacco dopo il 1948 alle stanze del potere e una DC debole e divisa non seppe far di meglio che inaugurare (1976) l’era del consociativismo.
Ma, soprattutto, in europa stava esplodendo il fenomeno del terrorismo interno, dopo che già avevamo subito quello dei palestinesi con la strage di Monaco (Olimpiadi del settembre 1972).
In Italia le Brigate Rosse, in Germania la RAF (Rote Armee Fraction) e altri movimenti terrroristi insanguinavano le nostre strade nel nome del comunismo.
Un comunismo che era all’offensiva ovunque, con la potenza militare sovietica e con gli obbedienti soldatini cubani, inviati nel mondo per garantire la “fedeltà” dei paesi (e soprattutto, come abbiamo visto con Allende, dei governanti).
Oggi, con la conoscenza che abbiamo degli eventi storici, possiamo guardare con distacco a quegli anni, soddisfatti per il crollo del comunismo e dell’Unione Sovietica, rivolgendo la nostra attenzione al nuovo pericolo che viene dai rigurgiti islamici.
Ma in quegli anni sembrava che nulla potesse fermare il comunismo e l’11 settembre 1973 noi giovani impegnati in politica eravamo divisi tra la speranza di alcuni e il timore di altri, a seconda della propria appartenenza.
Quello era il clima in cui prese avvio la manipolazione dei 17 anni di Presidenza Pinochet in Cile.
(2-continua)
Una operazione di mistificazione uguale a quella operata con la guerra civile in Spagna nel 1936-1939 e in Italia del 1943-1945, quando, ancora oggi, si esalta una presunta “resistenza”, ignorando o sminuendo il ruolo degli Alleati.
In quei giorni io ero studente liceale impegnato, come tanti miei coetanei, nella battaglia politica seguita alle contestazioni del 1968 (in realtà 1969-1970, ma per comodità e sintesi, parliamo pure “del ’68”).
Facciamo allora un brevissimo excursus sul clima di quegli anni.
Il comunismo sovietico sembrava avanzare inesorabilmente.
Le vecchie colonie, frettolosamente abbandonate dagli Occidentali, non erano in grado di governarsi e si affidavano a demagoghi che abbracciavano la fede marxista, distruggendo quel che era stato costruito e affamando i loro popoli, tenuti “in riga” solo da politiche del terrore.
In Africa la Gran Bretagna in profonda crisi, aveva abbandonato il governo Rhodesiano e non si era opposta alle sanzioni contro la Repubblica del SudAfrica, mentre il Portogallo stava per vivere la sua rivoluzione dei garofani che avrebbe portato sì alla democrazia, ma anche i comunisti al potere in Angola e Mozambico.
Israele aveva combattuto e vinto già quattro guerre contro gli arabi (1948, 1956, 1967 e 1973) occupando ampi territori (Sinai, Cisgiordania, Golan).
In sud est asiatico gli Americani avevano sostituito gli imbelli francesi nel contrastare l’avanzata comunista in Vietnam (dopo essere riusciti a salvare la libertà della Corea del Sud) e nel 1973 era stata siglata una pace che sanciva la divisione del Vietnam come era stato per la Corea.
Purtroppo incombeva lo scandalo Watergate che avrebbe indebolito la presidenza Americana, debolezza che sarebbe durata fino all’elezione (1980) di Ronald Reagan.
In europa si era chiusi in se stessi.
La crisi petrolifera del 1973 (le domeniche a piedi !) aveva indebolito le economie.
I tentativi di creare un “comunismo dal volto umano” (che oggi persino i comunisti riconoscono essere un ossimoro, ma allora lo dicevamo solo noi !) erano stati soffocati nel sangue a Budapest (1956) e a Praga (1968).
In Grecia nel 1967 un gruppo di Colonnelli aveva assunto il potere nel timore di un nuovo tentativo comunista di prendere il potere con la violenza, provocando una guerra civile (come già dopo la seconda guerra mondiale).
Un regime di breve durata (1974), che sarebbe caduto per la pessima gestione dell’affare Cipro e l’invasione di un terzo dell’isola da parte delle truppe turche.
In Italia dopo un decennio di centro sinistra si era riaperta la stagione del centrismo: di breve durata.
Il referendum sul divorzio (1974) consentì ai comunisti ed alla sinistra di portare il primo vero attacco dopo il 1948 alle stanze del potere e una DC debole e divisa non seppe far di meglio che inaugurare (1976) l’era del consociativismo.
Ma, soprattutto, in europa stava esplodendo il fenomeno del terrorismo interno, dopo che già avevamo subito quello dei palestinesi con la strage di Monaco (Olimpiadi del settembre 1972).
In Italia le Brigate Rosse, in Germania la RAF (Rote Armee Fraction) e altri movimenti terrroristi insanguinavano le nostre strade nel nome del comunismo.
Un comunismo che era all’offensiva ovunque, con la potenza militare sovietica e con gli obbedienti soldatini cubani, inviati nel mondo per garantire la “fedeltà” dei paesi (e soprattutto, come abbiamo visto con Allende, dei governanti).
Oggi, con la conoscenza che abbiamo degli eventi storici, possiamo guardare con distacco a quegli anni, soddisfatti per il crollo del comunismo e dell’Unione Sovietica, rivolgendo la nostra attenzione al nuovo pericolo che viene dai rigurgiti islamici.
Ma in quegli anni sembrava che nulla potesse fermare il comunismo e l’11 settembre 1973 noi giovani impegnati in politica eravamo divisi tra la speranza di alcuni e il timore di altri, a seconda della propria appartenenza.
Quello era il clima in cui prese avvio la manipolazione dei 17 anni di Presidenza Pinochet in Cile.
(2-continua)
8 commenti:
Splendido lo attendevo con ansia e non mi a deluso come sono certo non mi deluderà la terza parte. Vorrei farti un sacco di domande personali, perchè quelli di cui parli e come lo fai mi fa nascere molte curiosità, ma vista la mia riservatezza non voglio turbare la tua.
Ciao.
Eccellente
Grazie, spero che anche la conclusione possa piacervi.
Otimaster, Robinik ha la mia mail personale ...
Ciao, passavo di qui e mi sono letto i tuoi post.
Questo mi piace particolarmente.
In futuro, posso linkarlo?
Sicuramente sì.
In fondo si "pubblica" ;-)
Mons ti mando ArmaTexOn che queste cose le conosce "personalmente". E' la fonte del documento che ti ho inviato.
Ottimo riassunto della situazione...quando pubblichi la terza parte?
ciao
Gabriele
http://pinocchio.blogspirit.com
Grazie, Gabriele.
La terza (e per ora ultima) parte lunedì 24 intorno alle 17 (minuto più, minuto meno).
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