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01 novembre 2009

No a D’alema, vecchio burocrate comunista

Tanto sono in sintonia con Berlusconi quando parla dei comunisti, quando aspira a ridurre le tasse, quando denuncia la casta togata e la credibilità nulla cui sono giunte le sue sentenze, quanto vorrei bastonarlo sulla testa quando indossa l’abito buonista ed ecumenico delle scelte bipartisan, della disponibilità verso chi vorrebbe distruggerlo e della generosità suicida.
Palazzo Chigi, in una nota, ha manifestato il suo gradimento (o la non ostilità il che nella sostanza è lo stesso) alla nomina di Massimo D’alema a “ministro degli esteri e della sicurezza” dell’europa unita.
A me sembra una solenne corbelleria.
Di più, appoggiare la scelta di “baffino”, triste e sopravvalutato epigono italiano del “baffone” di sovietica memoria, è il contrario di tutto ciò che rappresenta Berlusconi nell’immaginario e nella politica nazionale.
D’alema “si iscrisse dalla nascita alla segreteria del pci”, poi le circostanze vollero che dovette subire il crollo del muro, la fine ingloriosa del comunismo, la più sanguinaria e oppressiva tirannide che il mondo abbia mai conosciuto ed eccolo riciclato nel pds, poi nei ds e ora nel pd che lo stesso Rutelli – a suo tempo candidato premier di quella parte politica – non esita a definire “un ceppo del pds”, rendendo quindi giustizia a chi, come me, continua a chiamare quel partito “pci/pds/ds/pd”.
D’alema è cresciuto a corridoi di partito – di cui è sicuramente uno dei funzionari (burocrati) più efficienti – e manifestazioni di piazza (una volta si vantava di aver anche “tirato” delle molotov contro i Carabinieri).
La scuola di partito delle Frattocchie era tutto uno con Botteghe Oscure (nomen omen …) e lì si “formavano” i futuri funzionari di partito, quelli che avrebbero dovuto mantenere nel tempo “l’ideale comunista”.
Era lì che si elaboravano le scelte.
L’opposizione alla Nato (che ci salvò dalla triste sorte dei paesi dell’est) e alla legge elettorale maggioritaria del 1953 che ci avrebbe salvato dal centro sinistra con il psi e dalle devastanti nazionalizzazioni.
L’appoggio o la giustificazione all’invasione comunista in Ungheria nel 1956 e in Cecoslovacchia nel 1968.
Le campagne di stampa contro i Presidenti Segni, Leone e Cossiga e il tentativo di ridicolizzare, sempre a mezzo stampa, il Presidente Saragat (“telegramma e barbera”).
Fu lì che si decise di cavalcare l’onda “del ‘68” e dell’autunno caldo del 1969 e fu sempre lì che le brigate rosse furono prima dipinte di nero e, davanti all’evidenza inconfutabile che erano rosse, “compagni che sbagliano”.
E, ancora, l’opposizione all’installazione dei missili Pershing e Cruise fino al crollo e alla necessità di rifarsi una verginità politica, cambiando nevroticamente il nome al partito che, comunque, comunista era e comunista rimane.
Il lupo perde il pelo, ma non il vizio, così vediamo D’alema, nella sua fortunatamente breve esperienza di premier, partecipare allegramente al bombardamento degli ex compagni della Serbia e, in quella ancora più fortunatamente breve di ministro degli esteri, passeggiare tra le rovine di Beirut a braccetto con un dirigente del gruppo di hetzbollah cui sono attribuite innumerevoli azioni terroriste.
E a questo personaggio di cui non si conoscono opere mirabili, imprese rilevanti, ma solo i trascorsi da burocrate comunista, Berlusconi vorrebbe concedere il “via libera” per farlo diventare ministro degli esteri e della sicurezza dell’unione europea ?
Capisco che a sinistra non abbiano niente di meglio, ma, in questo caso, niente è meglio.
A meno che … Berlusconi non voglia, maliziosamente, denunciare al mondo quanto questa europa del trattato di Lisbona assomigli alla vecchia Unione Sovietica, dove semplici “direttive” del Politburo vietavano anche ciò che era formalmente permesso.
Ecco che, allora, un D’alema ministro degli esteri e della sicurezza europea, rappresenterebbe al meglio la cappa liberticida che l’unione europea, con i suoi burocrati “politicamente corretti”, si appresta a calare sui cittadini di quella che fu, un tempo, la culla del progresso e del benessere, dalla quale partirono i Coloni che hanno reso migliore il mondo intero.
Fino ad oggi, almeno.

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3 commenti:

Starsandbars/Vandeaitaliana ha detto...

Stavo per scrivere più o meno lo stesso post.
Poi ero troppo felice x la Blefari...e mi son rilassato con le partite...

Nessie ha detto...

Non ho scritto sullo stesso argomento, ma sono sempre nei paraggi...come vedi. Quoto quanto scrivi su Berlusconi quando fa il Tafazzi.

Avresti però a mio modesto avviso, chiamare i serbi "i cristiani bombardati per 80 giorni" e non "ex compagni". Perché in fondo stavano difendendo il loro diritto territoriale a non essere invasi dai mujiaheddin islamici infiltratisi nei Balcani e dai wahhabbiti di Bin Laden.
L'Ulema Baffino invece ancora una volta, stava dalla parte sbagliata, con l'Ulivo mondiale di Clinton.

Jetset - Libere Risonanze ha detto...

Concordo con te. Per fortuna che in Europa il commissario ha più o meno tanta autorità quanto quella di un fantoccio...