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No alla deriva

No alla deriva
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02 aprile 2024

Un assist a Salvini (troppo anticipato)

In questa settimana sono calendarizzate due, ennesime, mozioni di sfiducia dei cattocomunisti contro due ministri del Governo Meloni: Matteo Salvini e Daniela Santanchè.

La particolarità è nel fatto che solo la richiesta contro la Santanchè deriva dal bavoso e bilioso giustizialismo cattocomunista, al seguito dell'ennesima inchiesta della magistratura cui, evidentemente, bisogna dare il giusto peso.

Sufficiente però per vedere come a sinistra usino due pesi e due misure (e quali pesi e quali misure !).

I cattocomunisti strillano per una signorina che è in prigione in Ungheria per aver partecipato, come minimo, ad un tentativo di disturbare una libera e legittima manifestazione di idee e, come accusa massima, di tentato omicidio.

Almeno del reato più lieve, contro le opinioni e la libertà di manifestarla, la signorina è colpevole, visto che per metterlo in atto si è presa il disturbo di andare in trasferta a Budapest.

La Santanchè, invece, è solo all'inizio, guarda caso concomitante con la sua azione (ottima) da Ministro del Turismo nel Governo Meloni, di un percorso che dovrebbe vedere sancito il principio di innocenza e che, pertanto, non dovrebbe penalizzarla in alcun modo, pagando solo dazio in caso di condanna definitiva, al termine di tutti i gradi di giudizio.

Ma è nella natura dei cattocomunisti essere incoerenti e, purtroppo, sono seguiti e votati da chi crederebbe ai coccodrilli che volano se lo trovassero scritto su Repubblica e quotidiani affini.

Più sconcertante, per la sua natura ruspante e improvvisata, la seconda mozione di sfiducia, contro Matteo Salvini reo di avere una opinione difforme da quella dell'unione sovietica europea sulla Russia.

Una mozione di sfiducia basata quindi su una delle principali aspirazioni dei cattocomunisti: introdurre il reato di opinione di pensarla diversamente da loro.

Il dna stalinista, ormai confuso, in un meticciato politico ideologico, con quello che discende dall'inquisizione medievale, non si smentisce mai.

Un autentico assist per Salvini che, purtroppo per lui, è arrivato troppo in anticipo rispetto alla data del voto europeo del 9 giugno.

La mozione di sfiducia contro di lui, infatti, lo rende, ancora una volta, vittima dell'intolleranza becera e sanfedista che caratterizza i cattocomunisti e che già gli rendono un grandissimo favore con il processo di Palermo per aver difeso i confini della Patria dall'invasione dei clandestini.

Ma, soprattutto, lo rende il testimonial unico di una corrente di pensiero e di opinione che è più estesa di quanto gli organi dell'informazione ufficiale vorrebbero far credere.

La simpatia non per la guerra, ma per la Russia, è ampia, soprattutto  negli ambienti di quella Destra diffusa che aveva consentito alla Lega di arrivare al 34% proprio alle elezioni europee del 2019 e che, poi, a seguito dei due gravissimi errori commessi (partecipare con i cattocomunisti al governo Draghi e votare per la rielezione di Mattarella) si sono spostati su Fratelli d'Italia consentendo alla Meloni di diventare Presidente del Consiglio.

Un voto, il nostro (perchè mi ci metto anch'io nella Destra diffusa) che è di opinione, che guarda a come quelle opinioni vengono veicolate, difese e concretizzate, ma che però resta sempre nell'Area di quel Centro Destra ben sapendo che l'unica alternativa è lo sprofondare nel woke, nel politicamente corretto, nella deriva accogliona ed europeista dei cattocomunisti, anche quando si sceglie di non votare o di votare le liste monotematiche, apparentemente più ortodosse e pure, ma utili solo a sottrarre voti a chi, nei fatti, si oppone realmente alla deriva cattocomunista.

Ci sono ancora due mesi di tempo al 9 giugno e Salvini dovrà, purtroppo per lui, inventarsi altro per potersi candidare ad essere votato dalla Destra diffusa.

Può però sempre confidare nella stoltezza dei cattocomunisti che, una mozione di sfiducia oggi, un processo domani, qualche regalo lo fanno sempre.

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