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28 marzo 2024

L'ordalia dei sondaggi

Fino al 9 giugno assisteremo ad un nuovo tipo di ordalia, quella dei sondaggi.

Evidentemente il settore è lucrativo, visto che ci sono almeno una decina di istituti che si contendono le prime pagine dei giornali, comunicando quello che leggono nella loro palla di vetro.

Una volta c'era la celeberrima Gallup negli Stati Uniti e la Doxa in Italia, nulla di più.

E avevano una loro aura di sacralità e serietà.

Poi è arrivata l'invasione, con sondaggi su tutto e tutti, ogni mese, ogni settimana, quotidiani, visto che sono talmente tanti che vengono diffusi, sgranati dalle varie agenzie, ogni giorno.

Ed i sondaggi sono di due tipi.

C'è quello che intende accalappiare gli elettori mentalmente più deboli, quelli pronti ad accorrere in soccorso del presunto vincitore o di chi promette più reddito di cittadinanza, più superbunus, il tutto, manco a dire, "graduidamende".

E c'è il sondaggio che mette le mani avanti, preparando i sostenitori della propria linea politica ad una sconfitta che, però, grazie ai sondaggi, non sarà riconosciuta come tale.

A questo secondo filone appartengono i sondaggi che danno Fratelli d'Italia in crescita, al 28, 29, addirittura 30 per cento.

Poi, nelle urne, accadrà che il partito della Meloni prenda il 27% e allora tutti a gridare che ha preso una batosta e che deve dimettersi, dimenticando che sarebbe sempre più del 26% del 2022.

Ma serve solo a rincuorare i propri tifosi, lasciando loro la percezione che, dopo aver per mesi annunciato che la Meloni avrebbe preso il 30%, con il 27% le sia stata inferto un colpo.

E quei tifosi sono pronti a crederci.

Il bello è che i titoli dei quotidiani lanciano i sondaggi con paroloni come "clamoroso", "batosta", "tracollo", per un pugno decimi di punto in più o in meno, ampiamente all'interno di un margine di errore.

Io non so quale tendenza vi sia in Italia, perchè ognuno di noi è influenzato dagli ambienti che frequenta e, certamente uno che vive la realtà del lavoro pubblico, avrà una percezione orientata verso i cattocomunisti, diversamente da uno che vive la realtà del lavoro professionale libero, autonomo, artigiano, agricolo.

E' una sciocchezza poi proibire la diffusione dei sondaggi negli ultimi quindici giorni di campagna elettorale, perchè stimolano ancora di più e in peggio, la vanità dei "ben informati", delle corse clandestine e di tutte quelle amenità che vorrebbero comunicare qualcosa di proibito, ma che avrebbe, ancor più dei sondaggi ufficiali, una totale inaffidabilità non essendoci alcun responsabile ufficiale dei dati proposti.

Di questi tempi si fa tanto parlare di informazione professionale, quella dei quotidiani e delle radio e televisioni, da contrapporre alle presunte bufale della Rete.

Ma a me sembra che propinare, con titoli da evento storico, i sondaggi, non sia giornalisticamente professionale, ma solo la versione contemporanea degli aruspici romani.  


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