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16 luglio 2025

La Foresta Felsinea

Sapevate che Bologna ha, da qualche giorno, una foresta in alcune delle principali piazze medievali del centro storico ?

Molti quotidiani hanno ripreso la notizia che il sindaco di Bologna Lepore, per combattere il cambiamento climatico (😕) dando refrigerio (😟) ai cittadini di Bologna ha speso (non di tasca sua, ma di tasca nostra) 128mila euro circa per collocare 160 vasetti con arbusti e rametti (chiamarli alberi sarebbe troppo).

Tornato a Bologna, abituato a frequentare il centro storico, ho subito visto quell'opera e, una tantum, ho scattato due fotografie che qui ripropongo, delle due piazze Re Enzo e Nettuno.

Le fotografie proiettano una immagine migliore di quella che vede l'occhio direttamente sul posto.

L'ombra che si vede è, prticamente in via esclusiva, l'ombra dei palazzi medievali che, da secoli, forniscono l'ombra in estate, a maggior ragione in una città come Bologna i cui portici, costruiti per dare riparo agli studenti fuori sede agli albori dell'Alma Mater, sono patrimonio Unesco.

Direte: non viene negata a nessuno la patacca di una istituzione internazionale, è vero, ma i nostri portici meritano, sicuramente, una sottolineatura, sono ampi, vasche per i pedoni  (a volte, troppo spesso, purtroppo anche per biciclette e monopattini) e forniscono il luogo da sempre preposto dai nostri umarelles per le loro discussioni quando piove o quando la canicola batte su Bologna, città in cui, per il clima particolarmente ostile in estate e in inverno, per viverci bisogna avere "un fisico bestiale" come cantava Luca Carboni, bolognese non per caso.

Ma torniamo alla nostra Foresta, anzi alla Foresta di Lepore che la sta difendendo contro esposti e lettere che quotidianamente, vengono pubblicate sul giornale della città, il Carlino Bologna. 


Errare humanum est, perseverare autem diabolicum.

Ecco, dopo aver visto la Foresta Felsinea, un sindaco avrebbe dovuto ammettere l'errore e passare ad altro.

Tutti noi abbiamo sogni, ci immaginiamo un qualcosa e, una volta realizzato, ci accorgiamo talvolta (quasi sempre) che il risultato reale non corrisponde a come lo avevamo sognato.

Limitiamo le perdite, si rimuova il tutto e si provi con un'altra iniziativa.

Il sindaco di Bologna, invece, no, lui, che ragiona ai 30 all'ora, continua a ritenere quella roba là una iniziativa che allevia la canicola.

In due giorni non ho visto nessuno sostare all'interno della Foresta Felsinea di Lepore, tranne quando erano i palazzi intorno a fornire l'ombra, come fanno da secoli.

Le piazze di Bologna non sono state progettate per inserirvi dei giardini, delle fontane sì (e ce ne sono in quella stessa area anche oltre quella famosissima del Nettuno), ma dei giardini, no.

Quelli si trovano in apposite aree (veggasi alla voce Giardini Regina Margherita e simili) o nell'interno dei palazzi.

Bologna è una città di pietra, solida pietra, robusta pietra, come attestano anche le nostre residue torri dopo che un altro sindaco, anche quello socialista, Zanardi, fece radere al suolo decine di torri più o meno alte che caratterizzavano la nostra città come nella attuale Piazza della Mercanzia.

Le fotografie della Foresta mostrano non una sistemazione provvisoria, ma il posizionamento finale dei vasi, allineati come un plotone di reclute al giuramento dell'esercito di Lilliput.

Purtroppo Lepore e questa giunta sono stati votati ed eletti al primo turno, segno che "i svulazen" sono ancora vivi e votano in mezzo a noi.

All'età di quasi settanta anni comincio a dubitare di poter vedere Bologna rifiorire con una amministrazione diversa da quella che esce dalle cellule del vecchio pci, ora pd, oggi rigorosamente a braccetto con la curia, le associazioni tanto inutili quanto chiassose, i sindacati e soprattutto il deus ex machina dell'economia bolognese: le coop.

A differenza però di chi ha votato e voterà questa giunta e questi sindaci, io, almeno, ho il diritto di lamentarmi e non mancherò di farlo, sperando che la notizia della Foresta Felsinea arrivi anche al Governo e ripensi ai trasferimenti di denaro verso Bologna e l'Emilia Romagna.

Perchè l'unico modo per scongiurare altre spese di quel genere è chiudere i rubinetti dei finanziamenti, per costringere la giunta ad occuparsi solo delle questioni essenziali: buche, trasporti, ordine pubblico, lasciando perdere il tentativo, patetico e senza futuro, di obbligare il clima a cambiare.

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